Della luce di numerose lanterne che segneranno e caratterizzeranno i sentieri verdi dell’area regionale protetta e le antiche vie del borgo.
Torna, dopo la straordinaria prima esperienza dello scorso anno, “Avis Luce. La luce che riaccende la vita”, la camminata notturna organizzata dalla locale sezione dei donatori di sangue con l’intento di “riscoprire luci e ombre del passato”.
Un modo per socializzare, condividere emozioni e conoscere il proprio territorio sotto un’altra luce, quella della luna e quella naturale delle lanterne, delle fiaccole o delle candele. Insomma, un modo simpatico e costruttivo per fare comunità.
Istituito nel 2008 per conservare e valorizzare più di quaranta ettari di territorio, il monumento naturale, rappresentato dal tipico paesaggio tufaceo delle forre e solcato dalle acque del Rio Fratta, un affluente del Tevere, costituisce uno scrigno di biodiversità, memorie e testimonianze archeologiche.
Tra queste ultime, ripari e caverne preistoriche e protostoriche, tagliate viarie e necropoli etrusco-falische, antiche mole e una centrale idroelettrica in funzione fino ai primi anni sessanta del secolo scorso, oggi un esempio di archeologia industriale.
In particolare, il carattere eterogeneo della forra, dovuto alla sua geomorfologia, al suo microclima e alla sua lussureggiante vegetazione presente nei costoni tufacei e lungo le fasce ripariali, permette la presenza di diverse nicchie ecologiche sfruttate da una fauna ricca e diversificata. Peculiarità che influiscono tanto sull’evoluzione delle piante e degli animali quanto sullo sviluppo delle comunità antropiche locali.
Coevoluzione che ha permesso e permette la formazione di un paesaggio profondamente integrato nelle sue componenti naturalistiche e culturali. E la camminata notturna dell’Avis è senz’altro una di quelle componenti che fanno del paeaggio di Corchiano un elemento di sicuro interesse e in continua evoluzione.
31 Luglio 2014 da lacitta.eu