Roberto Bolle torna sul palco: “Il mio più grande successo? Rendere la danza pop”

Roberto Bolle torna sul palco: "Il mio più grande successo? Rendere la danza pop"  

Il grande ballerino torna questa sera per il galà “Bolle&Friends” alle Terme di Caracalla di Roma, dove proporrà due pezzi: “Passage”, trasposizione teatrale del corto di Fabrizio Ferri, e “Prototype”, opera che gioca con il digitale di Massimiliano Volpini. Poi, le meritate ferie: “Senza però lasciare né il cibo né il sorriso all’improvvisazione”

Qualcuno li chiama balletti, ma ormai sono “concerti pop”. Lo dice lui stesso, Roberto Bolle, che ha appena calcato il palco dell’Arena di Verona sotto la pioggia scrosciante e le ovazioni dei fan. E che per la settima edizione del galà Bolle&Friends fa tappa anche a Roma, alle terme di Caracalla, rigorosamente sold out. Qui lo incontriamo, sul palco silenzioso delle prove: sembra più un dietro le quinte, c’è l’atmosfera giusta per giocare con il futuro. Lui come lo vede? Assolutamente con la danza, in ogni modo, e senza rimpianti. Magari come direttore di una compagnia, alla ricerca di nuovi talenti a cui trasmettere le sue esperienze. Sono tante, prestigiose, con un mentore d’eccezione: Rudolf Nureyev. Fu lui a notare un 12enne Roberto Bolle, a intuirne subito il talento. Ora che Bolle ha calcato i principali palchi del mondo e che è all’apice della carriera, il futuro in realtà è solo un accessorio: c’è un presente in cui sentirsi già perfettamente a proprio agio, sempre sull’orlo di una nuova sfida.

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Qualcuno li chiama balletti, per lui ormai sono “concerti pop”. Roberto Bolle, che per la settima edizione del galà Bolle&Friends fa tappa anche a Roma, confessa: “il mio più grande successo è stato rendere la danza pop”. Lo incontriamo durante le prove alle Terme di Caracalla, dove ci racconta i progetti per il futuro e fa un bilancio dei successi già incassatiRoberto Bolleintervista di Francesca De Benedettiriprese di Maurizio Stanzionemontaggio di Alberto MasciaRNews, il tg quotidiano di Repubblica Tv, è in onda ogni giorno alle 13.45 su Repubblica.it e su laEffe, canale 50 del digitale terrestre . Alle 19.45 su laEffe va in onda “RNews: Le firme, Le storie”, con le analisi e gli avvenimenti più interessanti della giornata

Il presente per Roberto Bolle è un continuo volo tra Milano e New York: tra Milano che è “casa”, dove si è formato, all’Accademia Teatro alla Scala. E l’America che è sinonimo di “libertà”. “Italia non è libertà?”, gli chiediamo cercando l’incrinatura nell’aplomb perfetto dei gesti e delle parole. “In Italia vengo riconosciuto a ogni angolo, non è facile avere una vita privata, non è facile averla normale. Sono contento dei riconoscimenti raggiunti – spiega – ma è nella New York underground che posso essere me stesso, prendere la metro ed essere semplicemente uno fra tanti. Sono due realtà contrastanti, ma proprio per questo è bello che siano compresenti nella mia vita”. Non è l’unico contrasto, l’unica contraddizione. La casa a Milano, la libertà a New York. La severità dell’esercizio, la dolcezza nello sguardo. La possenza dei muscoli, la leggerezza nel movimento. Ma tra le mille contraddizioni di Roberto Bolle, non ne esiste neppure una che non possa essere domata sotto il giogo dell’armonia e dell’eleganza: del resto è questa  l’arte del ballerino. E Bolle riesce a mettere insieme persino la classe, e il pop.

Mentre ammette di mandare in vacanza la disciplina soltanto 21 giorni su 365, di non lasciare né il cibo né il sorriso all’improvvisazione, è anche abbastanza aperto da non demonizzare il mainstream, i talent, la tv. Anzi: crede che “aprire” la danza, renderla “pop”, sia stato finora il suo più grande successo. E non si accontenta dello schermo della tv, è pronto a giocare anche con quello del web. Sembrava che a differenza delle arti visive e della musica, completamente “riformate” dal digitale, la danza dal vivo fosse quella che più di tutte tratteneva un suo peso specifico. “Dal vivo, c’è il cuore”, dice lo stesso Bolle, e quello non lo si trova su uno schermo di un tablet, nonostante anche da lì sembri trasparire tutto. Però fisicità e virtualità sono l’ennesima contraddizione che Bolle sa sciogliere. Lo fa concretamente, anche in Bolle&Friends, con due pezzi: Passage e PrototypePassage è la trasposizione teatrale del cortometraggio di Fabrizio Ferri, un continuo rimando tra video e fisicità. Prototype è stato concepito da Massimiliano Volpini e gioca proprio col digitale. Non c’è mezzo, non c’è stile, con cui Bolle non possa giocare. Mai un’imperfezione, mai una caduta? “Difficoltà in scena tante volte”, confessa con il sorriso. “Scivolare, cadere, i momenti di black out della coreografia, il panico da cui poi ci si riprende”. Ma è normale, conclude, nella vita come nella danza. Che per lui, sono due cose inscindibili.

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