LA CAMERA ISTITUISCE IL PREMIO “GIUSEPPE DI VAGNO”

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La proposta di legge approvata alla Camera  dispone l’istituzione di un Premio biennale di ricerca per la conservazione della memoria del deputato socialista Giuseppe Di Vagno  assassinato a Mola di Bari  il 25 settembre 1921 da un attentato fascista.

da www.brunomolea.it

Il testo prevede che a decorrere dal 2014, l’istituzione del “Premio biennale di ricerca Giuseppe Di Vagno”, da conferire il 25 settembre di ogni biennio alla presenza di un delegato della Presidenza del Consiglio dei Ministri e la prima assegnazione è prevista per il 25 settembre 2014. L’ente responsabile dell’organizzazione del Premio è la Fondazione Di Vagno che agisce d’intesa con la Presidenza del Consiglio dei Ministri e sotto la vigilanza del “Ministero per i beni e le attività culturali. L’ammontare del Premio è fissato in 40.000: la Fondazione può comunque decidere se ripartire la somma in più premi, da assegnare sulla base di criteri di merito. Durante l’esame in Commissione Cultura è stato precisato che il bando dovrà prevedere criteri e procedure basati, oltre che sul già presente criterio di merito, anche su criteri di trasparenza.

E’ stato, altresì, previsto che le valutazioni svolte e i criteri adottati per la selezione dei vincitori sono resi pubblici, anche con la pubblicazione sul sito del MIBACT.

Il testo prevede, inoltre, che alla Fondazione è concesso un contributo una tantum pari a 100.000 euro per la riorganizzazione, la redazione degli inventari, l’informatizzazione, la dotazione di risorse umane, nonché la definitiva apertura al pubblico della biblioteca e dell’archivio storico. Durante l’esame in sede referente è stato, altresì, previsto che la Fondazione garantisce l’accessibilità totale, anche attraverso la pubblicazioneon line, delle informazioni relative all’organizzazione, nonché di quelle relative all’utilizzo del contributo, al fine di consentire il controllo del rispetto dei principi di buon andamento e trasparenza. Occorre ricordare che la Fondazione è inserita nella tabella triennale delle istituzioni culturali ammesse al contributo ordinario annuale dello Stato per il triennio 2012-2014, ai sensi dell’art. 1 della L. 534 del 1996. La  Presidenza del Consiglio del Ministri, su proposta della Fondazione Di Vagno, nomina un Comitato scientifico, composto da 3 studiosi di chiara fama di storia contemporanea o di scienza politica, cui spetta decidere il tema del Premio per ogni edizione, d’intesa con la stessa Presidenza del Consiglio. Le tematiche nell’ambito delle quali il tema deve essere individuato riguardano il socialismo nel XXI secolo, i conflitti sociali e le lotte politiche, socialismo e Mezzogiorno, i cambiamenti istituzionali regionali e locali avvenuti nel Mezzogiorno nel XX secolo e le previsioni per il XXI secolo, nonché, in base alle integrazioni apportate durante l’esame in sede referente, lo studio del fenomeno della violenza politica fisica e verbale e degli strumenti per combatterla e gli ideali di giustizia, solidarietà e pace in Italia e nel mondo. Si   dispone che i vincitori del Premio sono individuati da una giuria composta da 6 membri: il presidente, scelto dal Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo fra studiosi di chiara fama di scienze politiche, un rappresentante della Presidenza del Consiglio dei Ministri, uno “del Presidente della regione Puglia”, tre studiosi di chiara fama di storia contemporanea. La Fondazione intitolata a Giuseppe Di Vagno (1889-1921), primo Deputato al Parlamento Nazionale è stata formalmente costituita alla fine degli anni ’70 da un gruppo di giovani intellettuali dell’area Socialista (ma non impegnanti organicamente nel Partito),ed  ebbe da subito finalità esclusivamente culturali. L’esperienza fu idealmente ispirata dall’operato dell’Istituto di cultura socialista “Giuseppe Di Vagno” animato a Bari dallo storico Antonio Lucarelli sul finire del 1943. Nel 2003 l’attività della Fondazione venne rilanciata a Conversano per l’intuizione di Gianvito Mastroleo. Come sede fu concessa dal Comune un’area del Monastero di San Benedetto. Negli ultimi dieci anni la Fondazione si è impegnata in attività di ricerca storica e approfondimento culturale. In particolare si è dedicata all’indagine della figura politica di Di Vagno e degli atti del processo a carico dei suoi assassini, esplorando a fondo il mondo del socialismo pugliese del ‘900. Un’attività molto fertile che ha portato l’istituto ad essere iscritto nella Tabella triennale del Ministero dei Beni e delle attività culturali sin dal 2009.

La Fondazione Giuseppe Di Vagno ha tracciato nuovi ed aggiornati indirizzi di attività e ricerca, con l’intento di: recuperare la Memoria della ricca tradizione democratica e socialista della Puglia, foriera di autorevoli dirigenti nazionali e rendendola fruibile agli Istituti storici contemporanei, scuole, Università e Dipartimenti di Storia, biblioteche esistenti nelle singole regioni; organizzare iniziative, anche itineranti, mirate ad approfondire temi dell’attualità politica culturale attinenti al pensiero socialista e riformista e alla cultura democratica; realizzare studi e ricerche su problemi dell’attualità socio-economica e socio-politica, quali la questione meridionale nella moderna prospettiva europea, le riforme istituzionali e il federalismo. L’«Istituzione del Premio biennale di ricerca Giuseppe Di Vagno e disposizioni per il potenziamento della biblioteca e dell’archivio storico della Fondazione Di Vagno, per la conservazione della memoria del deputato socialista assassinato il 25 settembre 1921», potrebbe finalmente assolvere alla funzione di assicurare un futuro alla memoria di Di Vagno come metafora duratura della lotta contro ogni forma di oppressione e affinchè sia cancellato per sempre il ricorso alla violenza come strumento di lotta politica. La ricerca storiografica,  valorizzando le opportunità di lavoro e di ricerca offerte dell’Archivio storico della Fondazione come di tutti gli Archivi, veri e propri giacimenti di storia e di cultura, può assolvere a questa funzione: e per trarre dalla memoria la vocazione perché un’istituzione con «quel nome» debba e possa essere utile per esercitare le giovani generazioni al gusto della cultura libera e indipendente. Una società necessita di  modelli che le consentano di rispecchiarsi in essi e conservare memoria di sé come si verifica giorno dopo giorno, in un mondo nel quale l’assenza di memoria provoca un grande senso di  disagio e la decadenza di valori dovuta al deperimento  di modelli paterni pervade la società in cui viviamo. Per questi motivi il socialista Giuseppe Di Vagno, caduto per mano fascista a 32 anni per la caparbia fermezza con la quale mise in atto il suo progetto di riformare una società bracciantile e di perseguirlo fino all’estremo della sua stessa vita, può essere un modello nel quale le giovani generazioni possono rispecchiarsi.

 

 

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