Apertura della procedura d’infrazione per l’arsenico nel Lazio – il commento della ISDE

Associazione italiana medici per l’ambiente-Isde: “ L’apertura della procedura d’infrazione da parte della Commissione Europea nei confronti dell’Italia in relazione alla presenza di arsenico nelle acque ad uso umano prende atto dello stato d’insufficienza e  inadeguatezza, in particolare nell’Alto Lazio, di interventi definitivi tesi alla protezione delle popolazioni esposte da oltre un decennio a valori fuorilegge di arsenico”

L’Associazione italiana medici per l’ambiente- Isde (International Society of Doctors for the Environment) da anni, anche in collaborazione con gli Ordini professionali di Latina e Viterbo e la sezione viterbese della Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale), ha  segnalato  il gravissimo rischio sanitario determinato dall’esposizione  cronica all’arsenico, sostanza tossica e cancerogena, e l’insufficienza e

l’inadeguatezza, in particolare nell’Alto Lazio, di interventi risolutivi per la protezione delle popolazioni esposte  da oltre un decennio a valori fuorilegge di questa sostanza.

La recente procedura d’infrazione  aperta dalla Commissione Europea nei confronti dell’Italia proprio in relazione a questa vicenda dimostra quanto fosse consapevolmente e scientificamente motivata l’azione di segnalazione, informazione e denuncia.

Questa vicenda ha avuto origine dal mancato rispetto, attraverso il ricorso all’istituto della deroga, del Decreto Legislativo 31/2001  e così per oltre un decennio le popolazioni interessate da questa problematica ambientale  e sanitaria, ed in particolare quelle del Lazio,e in modo ancora più particolare quelle dell’Alto Lazio, sono state molto spesso se non quasi del tutto lasciate all’oscuro circa i  gravissimi rischi correlati all’assunzione di acqua ed alimenti contaminati da arsenico ed  esposte  a valori di arsenico fuorilegge, che  hanno raggiunto in molti Comuni anche i 50 microgrammi/litro, ovvero cinque volte il limite di legge previsto per questa sostanza tossica e cancerogena per la quale non esiste alcuna soglia  di assoluta  ed accettabile certezza per esposizioni croniche tanto che l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms)  raccomanda valori di arsenico il più possibile prossimi allo zero.

I periodi di deroga, come disposto dal succitato Decreto legislativo, e causa della attuale procedura d’infrazione, avrebbero dovuto avere la durata più breve possibile e comunque non superiore ai  tre anni durante i  quali si sarebbero dovuti realizzare impianti  di dearsenificazione capaci di ridurre ed eliminare l’arsenico dalle acque e così  risolvere definitivamente ed efficacemente questo problema.

La letteratura scientifica internazionale e studi recenti effettuati nella Regione Lazio confermano purtroppo i motivi di preoccupazione e di allarme sanitario per le popolazioni esposte.

Lo studio “Valutazione Epidemiologica degli effetti sulla salute in relazione alla contaminazione da Arsenico nelle acque potabili nelle popolazioni residenti nei comuni del Lazio”, realizzato dal Dipartimento di Epidemiologia del Servizio Sanitario Regionale della Regione Lazio, e presentato  già nell’aprile del 2012,  ha documentato una situazione molto grave e preoccupante;  a pagina 42 si legge infatti: “In conclusione, l’indagine evidenzia eccessi di incidenza e mortalità nei Comuni con livelli stimati per il periodo 2005-2010 per patologie associabili ad esposizione ad arsenico (tumori del polmone e della vescica, ipertensione, patologie ischemiche, patologie respiratorie, diabete)”.

Lo  studio  dell’Istituto Superiore di Sanità “Arsenico urinario speciato quale biomarcatore dell’esposizione alimentare all’arsenico inorganico in popolazioni residenti in aree ricche di arsenico nel Lazio”,  effettuato anche su soggetti volontari residenti nei comuni di Acquapendente, Canepina, Capranica, Caprarola, Carbognano, Civita Castellana, Fabrica di Roma, Farnese, Lubriano, Marta, Montalto di Castro, Orte, Ronciglione, Tarquinia, Tessennano,Vetralla e Viterbo, ha concluso che : “…Valori eccedenti i 15 μg/L per iAs ( arsenico inorganico) e metaboliti sono stati trovati nel 41% dei campioni, evidenziando esposizioni alimentari all’arsenico inorganico superiori alla media della popolazione generale…” .

I risultati del recentissimo studio Sepias – Sorveglianza epidemiologica in aree interessate da inquinamento ambientale da arsenico di origine naturale o antropica realizzato dall’Istituto di Fisiologia Clinica del Consiglio nazionale delle ricerche, finanziato dal programma CCM (Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie) del Ministero della Salute per l’area viterbese ha concluso: “I risultati dell’indagine indicano plausibili effetti sulla salute della popolazione residente nei comuni della provincia di Viterbo esposta a livelli di As>10 μg/L”.

Questi studi come più volte ricordato insieme alla gravità della decisione della Commissione Europea,  impongono, con maggiore forza e determinazione, immediati atti ed interventi per la protezione delle popolazioni esposte.

E’ necessario che si  rispetti  in concreto il diritto alla salute come sancito dall’articolo 32 della Carta costituzionale e le vigenti disposizioni di legge in materia di potabilità e salubrità delle acque attraverso la realizzazione di impianti  di dearsenificazione comunali o consorziali e l’avvio di una informazione corretta e diffusa rivolta a tutti i cittadini  delle aree interessate e in particolare per quelli residenti nei Comuni dell’Alto Lazio interessati da questa problematica, e  nelle scuole, negli ambulatori medici, nelle strutture militari e carcerarie.

E’ necessario che si avviino inoltre e subito, come richiesto in più occasioni, programmi di prevenzione  totalmente gratuiti per le patologie correlate all’esposizione cronica all’arsenico e  studi  di tipo osservazionale dello stato di salute delle popolazioni e in particolare dello stato di salute dei bambini, anche per i noti effetti  tossici e cancerogeni dell’arsenico sullo sviluppo neurocerebrale fetale e pediatrico.

 

 

Associazione italiana medici per l’ambiente – Isde

(International Society of Doctors for the Environment) di Viterbo

 

 

Viterbo, 11 luglio 2014

 

Per comunicazioni: isde.viterbo@gmail.com,

tel.3383810091

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