La ferrovia Civitavecchia-Orte è una priorità della regione?

Fa piacere leggere che c’è ancora chi ha la testa sulle spalle e i piedi per terra e crede nella priorità della CCO. Il problema resta quello di farlo capire ai viterbocentristi, che per altri motivi forse non vogliono capire. I comitati vogliono partire da Civitavecchia attraversare un comprensorio turistico straordinario e arrivare ad Ancona, perchè ritengono come la Unione europea indispensabile per lo sviluppo del Centro Italia la ferrovia dei Due Mari . Sulla ferrovia sono stati spesi: 1) 200.000.000.000 miliardi di lire; 2) altri 123 miliardi di lire, finalizzati al termine dei lavori, non si sa che fine abbiano fatto; 3) E’ stato pagato altro progetto per la riapertura dall’Unione Europea dalla regione Lazio dal Porto e dall’Interporto Centro Italia. Il progetto è stato redatto dalla Italferr società partecipata falle ferrovie dello Stato, è stato presentato ede è stata fatta la conferenza dei servizi e richiesto il finanziamento al CIPE .  L’unione Europea la ritiene importantissima per il collegamento con l’Europa e per tutto il Centro Italia. Perchè i politici viterbesi non comprendono l’importanza della Civit6avecchia Capranica Orte, che potrebbe permettere anche la realizzazione dell’anello Circumcimina , come invece afferma l’Università della Sapienza nel Piano di Bacino dei trasporti per la Provincia di Viterbo? Non è un mistero il motivo è sempre quello privilegiare le strade rispetto alle ferrovie con tutrte le conseguenze disastrose per l’ambiente e per i cittadini che tale scelta ha provocato in Italia e soprattutto nel viterbese. Raimondo Chiricozzi Pres Comitato provinciale AICS Viterbo

Dopo il breve commento di Raimondo Chiricozzi pubblichiamo l’articolo di Renzo Trappolini

L’irriverente – Alcune riflessioni sul futuro dei binari che congiungono Tirreno e Adriatico

di Renzo Trappolini

Renzo Trappolini
da tusciaweb

 

 Viterbo – Non se ne avrà certamente il consigliere regionale, Enrico Panunzi, così preciso e concreto (quindi utile) nel contenuto dei comunicati con i quali informa dell’attività della Regione, se si fa rotolare sul suo tavolo di presidente della commissione che sovrintende a mobilità, lavori pubblici, urbanistica e simili, una questione lasciata un po’ troppo esclusivamente al volontariato del comitato per la ferrovia Civitavecchia-Orte.

Se non altro perché qualche anno fa la sinergia tra Regione, Interporto di Orte, Autorità portuale di Civitavecchia, nell’attenzione costante della Provincia di Viterbo con l’assessorato ai Trasporti della vicina Umbria, fece ottenere dall’unione europea un cofinanziamento per la “riprogettazione” della linea.

Bruxelles, almeno prima degli annunci su un’ormai prossima “flessibilità” (cioè consentire a chi ha speso male di continuare a spendere sulla promessa di comportamenti più virtuosi) era piuttosto rigorosa e se accolse l’invito ad aprire i cordoni della borsa non lo fece certo per far piacere a qualcuno.

La ferrovia che congiunge Civitavecchia all’Adriatico, attraverso Orte, è, infatti e nonostante la memoria regionale, tra gli indirizzi di politica comunitaria dei trasporti sia per il versante Nord Sud (cosiddetto Corridoio uno, Berlino-Palermo) sia per l’asse Tirreno – Adriatico, dalla Spagna all’Est.

La Regione Lazio non l’ha inserita né tra le priorità uno e tantomeno in quelle a caratura uno. Semplicemente, sembra che non se ne parli più.

Perché? Che ne dicono i cofinanziatori italiani (Autorità portuale, Centro merci e Regione)? La riprogettazione fu appaltata?

Per favore, chi sa dica e intervenga non solo per autenticare o meno le notizie che circolano, ma anche per sapere se la tratta, sulla quale le ferrovie dello stato spesero qualche centinaio di miliardi (proprio un attimo prima di disfarsene), può avere un futuro per l’Europa (e per il viterbese).

Altrimenti dovremo accontentarci della priorità uno data al tratto stradale Monteromano-Civitavecchia, che però potrebbe non bastare, se è vero che non ci sarebbero soldi sufficienti nemmeno per l’autostrada tirrenica cui sarebbe funzionale.

E poi, priorità uno va bene: ma quanto costano i lavori della Superstrada?

Perché ai tempi dell’aeroporto e della cabina di regia in attività presso il ministero dei Lavori pubblici si assistette a un improvviso crescere della spesa: 815 milioni di euro per gli allora 22 chilometri. Il 5 dicembre 2008, mentre due anni prima, in un documento del 6 novembre 2006 era scritto 360 milioni. Ed oggi?

Tanto per star con i piedi per terra, se non sul treno.

Renzo Trappolini

3 luglio, 2014 – 3.45

 

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3 commenti

  1. Pino Ottonello

    Una Nazione civile si riconosce dai Km. di ferrovia rispetto a quelli stradali. Stiamo sotto il livello del Burundi, cosa vuoi che glie ne importi a quei parassiti parlamentari di disinquinare l’aria, far risparmiare soldi a cittadini e Stato (I vagoni ferroviari necessitano di molta meno manutenzione dei pullmann), non hanno intoppi negli itinerari, fanno risparmiare tanti incidenti. Ma non fanno ladrare questa classe di porci politici.

  2. Attenzione che tenere troppo i piedi per terra significa andare a piedi, anche se, la cosa, sinceramente parlando, non mi dispiacerebbe: AMEN.

  3. Gabriele Bariletti

    lo studio Italferr per la riattivazione ferroviaria, per 85 km di nuova ferrovia, parla al top di 400 milioni…. essendo il progetto funzionale modulabile su importi che sono dati dai sottomultipli interi di questa cifra.

    Come giustamente fa notare l’ex Assessore Provinciale dr. Trappolini la strada per 22 km partiva da un minimo di 800 milioni.

    Renzi ha recentemente detto ai suoi che se qualcuno avesse sentore di malversazioni del pubblico denaro dovrebbe informarne il vertce del PD.

    Esattamente quello che con questo commento mi riprometto di fare. Sperando che Viterbo nella Regione Lazio non diventi una piccola Venezia!

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