PREMIO BEST MANAGER DELLO SPORT A RAIMONDO CHIRICOZZI

Quando mi è stato detto che mi avrebbero assegnato il premio Best Manager 2012 e poi quando l’ho ricevuto, sebbene fossero due momenti diversi  ho avuto lo stesso pensiero. Cosa ho fatto io per lo sport, per meritare addirittura il BEST MANAGER DELLO SPORT ? Ho cercato nella mia mente, tra i ricordi, e allora sono comparsi nitidi alcuni momenti della mia vita che non avevo dimenticato, ma che non desideravo mostrare, forse perché vissuti intensamente e tanto emotivamente ed ho ricordato i motivi per cui nel mio intimo è vissuto a lungo un rapporto di amore, odio per lo sport.

Proprio per questo non meritavo il premio Best Manager, ma l’ho accettato e non posso più esimermi dallo scrivere il mio curriculum sportivo.

Ho dedicato il premio, fin dalla prima comunicazione, in cuor mio, a mio padre, Umberto Chiricozzi, e alla sua autentica passione per lo sport, per la quale ha vissuto ed è morto. Appassionato di Calcio, organizzava viaggi con numerosi partecipanti per assistere agli allenamenti della Lazio della quale era tifoso. Tra questi ricordo ancora la gita a Manziana, con un centinaio di lambrette e vespe, dove la squadra si ritirava durante l’estate e la festa di tutto il paese per il portiere della Lazio e della Nazionale, il grande Sentimenti IV;ricordo la sua passione sportiva, che io allora giudicavo esagerata, e il suo impegno nella organizzazione delle trasferte della A.S. Ronciglione e dei tifosi al seguito e poi l’espressione triste stampata sul volto di Bernardini del quale era amico, quando venuto a trovarlo al nostro Bar gli dissi della sua scomparsa, avvenuta per un incidente di macchina mentre, dopo aver organizzato e fatto partire due pulman carichi di tifosi, viaggiava insieme ad altri, fra cui mio fratello, al seguito della squadra.

Umberto Chiricozzi mi trasmise la passione per lo sport, amava spesso dire che a tutti i giovani doveva essere data la possibilità di fare sport . Ai suoi insegnamenti mi sono attenuto in tutta la mia attività. Giocavo al calcio con entusiasmo ma senza grandi risultati. Ben diversa è stata poi la condizione di mio fratello Antonio che ha raggiunto ottimi risultati, sia come giocatore, che come allenatore. Io ritenevo  fosse giusto impegnarmi come dirigente nella A.S Ronciglione. Ben presto mi accorsi però, probabilmente  perché non all’altezza del compito,  di non essere considerato alla stessa maniera. Ero benvoluto, forse compatito, tollerato, ma siccome molto giovane, inascoltato.

La mia visione dello sport,  era quella di dare spazio ai giovani locali, di farli crescere, di aiutarli a divenire uomini, di farli diventare bravi e magari collocarli in grandi società sportive. Non era la stessa visione degli altri dirigenti e quindi non partecipai più alle riunioni del direttivo della A.S. Ronciglione ed abbandonai completamente lo sport.

Non passò molto tempo però, perché mi tornasse nuovamente la passione sportiva, per tutto lo sport, che vedevo non un’attività fine a se stessa, ma come mezzo per la ricerca dell’uguaglianza sociale e quindi per lo sport per tutti. L’AICS mi offriva questa possibilità, le finalità che perseguiva erano in piena sintonia con i miei comportamenti. Organizzai  la scuola calcio AICS di cui per anni è stato allenatore Sergio Andreoli, il grande terzino della Roma e della nazionale e Alvaro Santaroni, capitano della AS Ronciglione. E’ in quel periodo che venni invitato a far parte del comitato provinciale AICS di Viterbo, per poi dopo qualche anno divenirne presidente. Da allora non ho più abbandonato l’attività di volontariato nel sociale e lo sport.

Il mio compito, da dirigente dell’AICS, è divenuto quello di coordinatore delle attività sportive delle associazioni provinciali, la loro partecipazione ai campionati provinciali, regionali e nazionali, alle manifestazioni e ai tornei, che ho cercato di svolgere ritenendo prioritario, più che i risultati, la possibilità che a tutti fosse data la possibilità di praticarlo.

In quanto associazione di volontariato, che svolge attività nel sociale, la manifestazione che il comitato provinciale di Viterbo ritiene in questo senso qualificante da ritenerla un fiore all’occhiello è l’iniziativa “LO SPORT DEL MONDO PER IL MONDO” che da alcuni anni viene organizzata, in collaborazione con varie associazioni sportive e culturali, dalla Associazione polisportiva dilettantistica TUSCIA, di cui sono orgoglioso  di essere il presidente (per il 2013 diverrà una manifestazione sportiva nazionale AICS). LO SPORT DEL MONDO PER IL MONDO è  un contenitore che racchiude vari momenti culturali, sportivi, spettacolari, ha finalità educative per i giovani e vorrebbe contribuire alla piena integrazione fra indigeni e immigrati, cittadini del mondo diversi, ma uguali. Gli sport praticati sono Cricket, Thaj-box, Judo, Capoeira, Karate, e tanti altri; in sintesi le attività sportive maggiormente praticate dagli immigrati. Poi momenti culturali che spiegano la nascita e i motivi per cui vengono praticati questi sport, la filosofia di cui sono portatori.
La conoscenza di questi sport, infatti, la pratica che può essere fatta anche dagli italiani, può contribuire alla costruzione di rapporti fra gli uomini, impostati alla fratellanza. E’ questa attività sportiva, sociale, che mi piace più ricordare e che intendo ancora svolgere.

Raimondo Chiricozzi

02 gennaio 2012

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