Pesticidi mettono a rischio la produzione globale di cibo

Ogni anno, spiegano gli autori, vengono riversate nel mondo tonnellate di sostanze tossiche per l’ambiente, con l’obiettivo di migliorare le rese agricole, ottenere prodotti integri e perfetti, allontanare i parassiti. Purtroppo questi contaminanti, di anno in anno più aggressivi, provocano spesso la morte di organismi fondamentali nella catena alimentare mondiale, dalle api ai lombrichi.

da greenstyle

Le api sono insetti impollinatori che fecondano i 3/4 delle colture del mondo, i lombrichi creano invece terreni sani, ricchi di nutrienti, la base di ogni coltivazione di successo. A rischio ci sono anche gli uccelli, le libellule e decine di altre specie che vengono a contatto con i semi e il suolo tossico.

Secondo i ricercatori, le norme per la riduzione dell’impatto dei pesticidi non sono riuscite a contenere i danni. Dalla denuncia di Rachel Carson nel suo ormai celebre “Primavera silenziosa”, datato 1962, non sono stati fatti passi in avanti per minimizzare i rischi dell’impiego degli insetticidi nei campi.

Anche se sostanze aggressive come il DDT sono state bandite, ogni anno ne spuntano di ancora più tossiche e non ancora regolamentate. Occorrono infatti anni prima che si dimostri il danno compiuto da una particolare prodotto e nella maggior parte dei casi quando viene bandito è ormai troppo tardi.

Secondo gli studiosi ogni anno gli agricoltori spendono 2,6 miliardi di dollari inneonicotinoidi, applicati in modo preventivo alle colture e non in risposta a un attacco parassitario. Eppure nessuno studio ha mai confermato che questa pratica, ormai comune, sia valida per incrementare la produttività dei raccolti. Secondo Jean-Marc Bonmatin, ricercatrice francese afferente al Centro Nazionale per la Ricerca Scientifica (CNRS), gli insetticidi non stanno affatto proteggendo la produzione alimentare, tutt’altro, la stanno minacciando:

Una minaccia per la produttività equivalente a quella causata dagli organofosfati e dal DDT.

Il loro impatto potrebbe essere stato sottovalutato. Si conoscono i loro effetti sulle api, ma si sa poco o nulla del loro impatto sui mammiferi e sui rettili perché non sono stati condotti molti studi in merito.

25 giugno 2014
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