strategie sistemiche per la riqualificazione delle aree contaminate dalle produzioni belliche al lago di VicoRonciglione / Italia / 2013

Il contesto del progetto è quello della Riserva Naturale del Lago di Vico, un paesaggio solo apparentemente integro, perché una grave crisi insiste su tutto l’ecosistema.

clicca qui per il progetto dell’arch. Dario Pompei

Si tratta della Città della chimica di Mussolini, un centro di ricerca e produzione di armi chimiche, prevalentemente di fosgene, arsenico, iprite e gas asfissianti, costruito dal regime fascista e molto attivo negli anni del conflitto. Questo centro – denominato NBC, acronimo della triade Nucleare, Batteriologico, Chimico – fu insediato appunto nelle falda del cratere vulcanico che ospita il lago di Vico in una zona boschiva che lo nascondeva alla vista. Il centro NBC occupa ancora oggi un’area di 26 ha, ed è caratterizzato da una flora fortemente alterata, a causa della presenza di materiale inorganico nel suolo: i veleni chimici residui della produzione bellica.

Uno studio bioclimatico della zona, mostra precipitazioni annue molto elevate nell’area (720 mm/a) e questo dato insieme alla pendenza dell’area continua a far defluire i veleni nel sottosuolo nel bacino del lago. Il gravissimo inquinamento della falda lacustre, già segnalato da alcuni decenni, ma esploso come “vero caso” solo da alcuni anni ha portato ad a alterare la flora e la fauna del lago e ad avvelenare l’acqua dalla quale si approvvigionano i paesi limitrofi, Ronciglione e Caprarola.

Il progetto [R.E.]Park/Nuove Identità – dopo ampi studi anche con la consulenza di esperti universitari di agraria e del CNR imposta una strategia di una sostituzione/riforestazione di carattere fitorimediale. Dopo una bonifica del materiale militare ancora esistente nell’area e nei suoi starti superficiali, e la rimozione della stesse essenze vegetali spontanee, si procederà con una nuova piantumazione con essenze arboree capaci di “estrarre” i veleni dagli strati più profondi e innestare un processo di disinquinamento e di bonifica. Con un sistema naturale si migliorerà la situazione della falda e di conseguenza delle acque del lago. 

Un nuovo parco sorgerà nella superficie oggi occupata dai residui militari e l’area sarà restituita oltre che alla fauna, ai turisti e ai visitatori che potranno vivere un’esperienza che va ben oltre una semplice escursione montana. Una lunga passerella, il forest-walk, attraverserà le nuove piantumazioni fitorimediali in quota. Al visitatore sarà offerto una partecipazione estetica e culturale al processo di bonifica con una sorta di “bio-socializzazione” e una scoperta anche didattica e culturale della strategia perseguita. Il nuovo parco sarà soggetto a continue monitorizzazioni e a manutenzioni che daranno valore aggiunto al progetto di paesaggio. Il forest-walk si innesta in un padiglione di accesso che è pensato attraverso un processo metaforico e spaziale. Il visitatore scende di quota iniziando un percorso didattico espositivo che illustrerà la centralità suolo e del mondo ipogeo (terra, microbi, radici, vita animale e vegetale) per poi emergere alla luce ed aprirsi a una nuova prospettiva del bosco: questa vista avviene iniziando il percorso lungo il forest-walk in quota. Il percorso permette al visitatore una percezione non più dal basso, come di norma, ma “tra” gli alberi alla quota dei rami, consentendogli di osservare da vicino il mondo vegetale e animale dell’ecosistema del lago di Vico. Il padiglione di accesso e la sua piccola funzione culturale ed istruttiva insieme al forest-walk connettono inotre la quota alta delle falda vulcanica, in cui sorgono alcune attrezzature turistiche, alla quota bassa del bacino lago: i flussi turistici possono cosi attraversare il nuovo parco e fruire le coste del lago lasciandole integre alla loro vocazione naturale.
L’operazione del progetto in definitiva propone un ciclo che inverte la situazione di degrado oggi presente (fabbrica chimica, veleni, inquinamento della falda e del lago) con un insieme di azioni che sono ambientali, spaziali, costruttive e anche di valorizzazione compatibile dell’economia locale.

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