Radon: Nemico invisibile della nostra salute

Non solo Arsenico nella Tuscia, per conformazione geologica il nostro territorio è soggetto anche all’isòtopo del Radon che può essere molto pericoloso. Ma come ci si può difendere?

radonIl Radon (Rn) è un elemento chimico naturale (gas nobile), ottenuto dal decadimento radioattivo principalmente dell’Uranio, ma anche del Torio: essenzialmente elementi chimici con lo stesso numero atomico, ma di diversa massa. Uranio e Torio infatti decadendo sviluppano un isòtopo che è appunto il Radon. L’isotopo del Radon più stabile, il 222Rn, ha un tempo di dimezzamento di 3,8 giorni e viene usato in radioterapiaPer l’organismo umano, se respirato in grandi concentrazioni, ha effetti molto nocivi. Il sottosuolo dell’alta Tuscia è ricco nei suoi minerali sia di Uranio che di Torio, ciò significa che nell’aria che respiriamo abbiamo entrambi gli isòtopi, in doppia concentrazione, sia aerea che sotterranea.

radonAnche i materiali per le costruzioni edilizie, che si ricavano dal tufo, aumentano la responsabilità della presenza di questo elemento. Il Radon è un nemico invisibile, inodore, insapore, incolore. In sé non sarebbe così dannoso, poiché il 50% del radon muore in 3 giorni e mezzo, ma nel momento in cui muore dà origine ad altri isòtopi radioattivi, metallici, che nel momento in cui entrano in contatto con il nostro sistema respiratorio, si depositano negli alveoli polmonari, emettendo raggi beta ad alta concentrazione energetica che vanno a ledere la mucosa polmonare causando problemi irreparabili. Da molti anni il laboratorio Radon ION-IRP del Centro Ricerche Casaccia dell’ENEA, si effettuano studi e ricerche sulla radioattività naturale in Italia. Nell’ambito delle attività del laboratorio sono stati effettuati rilevamenti dei livelli di Radon all’interno delle case, sviluppate metodiche di misura ed attrezzature sperimentali di livello internazionale ed è stata effettuata la prima indagine su scala nazionale, in Italia. All’inizio degli anni ‘80 sono stati avviati studi sistematici sulla caratterizzazione dei livelli di esposizione della popolazione all’interno degli edifici residenziali (“indoor exposure”).

radonIl programma prevedeva il rilevamento delle concentrazioni del Radon all’interno di vari edifici ubicati in diverse località del territorio nazionale e la determinazione del contenuto di radioattività dei principali materiali da costruzione, utilizzati su scala locale e nazionale. In particolare sono stati svolti studi più approfonditi sul territorio dell’Alto Lazio, nell’ambito di un programma promosso dalla Commissione delle Comunità Europee, nello stesso periodo in cui analoghi programmi erano in atto in vari paesi extraeuropei. Nell’ambito di questa ricerca è stato determinato il contenuto di radioattività dei principali materiali edilizi utilizzati nel nostro paese (Fig. 1 e 2 sottostanti). In particolare è risultato che alcuni materiali di uso prevalentemente locale, ad esempio i tufi e le pozzolane dell’Alto Lazio e della Campania, possono presentare valori del contenuto di Radio-226 e di Torio-232 molto più elevati di quelli riscontrati in altri materiali di largo impiego, quali ad esempio i laterizi, i gessi naturali e vari tipi di cementi. In una selezione di campioni di suoli e di rocce (alcuni dei quali comunemente usati come materiali da costruzione) i valori delle attività specifiche del Radio-226 variano da 10 Bq/kg per il gesso naturale a 50Bq/kg per le argille, a circa 300 Bq/kg per i tufi e le pozzolane del Lazio ed a 700 Bq/kg per le lave della Campania. Il contenuto di Torio, per lo stesso campione di materiali esaminato, variava da 2 Bq/kg per i gessi naturali a 50 Bq/kg per i mattoni di argilla, a circa 300 Bq/kg per i tufi e le pozzolane del Lazio.

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Caterina Berardi

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Tratto dalla rubrica “RadioCronaca” del numero VENTITRE di RadioGiornale (free)

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