No alla sanatoria sui reati ambientali”. L’appello di PeaceLink

APPELLO
da peacelink.it per firmare clicca qui 

Perché stanno riscrivendo il codice penale alla vigilia del processo ILVA e di possibili altri processi simili?
Con questo appello chiediamo che venga fermato il Disegno di Legge!

Il Disegno di Legge 1345 sui reati ambientali, approvato alla Camera ed in prossima discussione al Senato, è un testo che desta numerose perplessità tra gli esperti di diritto e che può diventare una sanatoria per chi sarà accusato di aver commesso gravi crimini ambientali.

Diversi sono i punti che destano preoccupazione.

1) Il disegno di legge vuole sancire il danno ambientale come “alterazione irreversibile dell’ecosistema”, ma senza definire i concetti di “compromissione” e di “deterioramento” dell’ambiente stesso, lasciando ampi margini di interpretazione a chi dovrà giudicare reati anche gravi, come quelli ipotizzati a Taranto ed in altre realtà. 

L’astrazione della definizione ed il lavoro di ricognizione scientifica che il testo chiama in causa fanno pensare che il reato sarebbe ipotizzabile solo dopo anni di studio e di ricerca visto che, per dichiarare “irreversibile” un danno ambientale, si deve aver già provato a ripristinare la situazione antecedente all’inquinamento, attraverso una serie di tentativi di bonifica e di decontaminazione.

2) Il disegno di legge vuole vincolare il reato di disastro ambientale alle violazioni di disposizioni legislative, regolamentari o amministrative poco severe ed insufficienti a garantire la tutela della salute. 

La conseguenza sarebbe quella di subordinare la punibilità di fatti gravi, ed anche di grande portata, alla violazione di norme ambientali di tipo tecnico-amministrativo poco incisive nella lotta contro i crimini ambientali. 

Vincolare una condotta lesiva della pubblica incolumità o dell’ambiente alla violazione di una specifica disposizione amministrativa potrebbe voler depotenziare la portata della legge. 

3) Il nuovo reato di disastro ambientale si qualifica anche in ragione del numero di persone offese od esposte a pericolo. Per poter quindi accertare il nuovo reato di disastro ambientale si dovrebbero poter produrre dati certi sui numeri di decessi, malattie o offese causate dagli eventi inquinanti in oggetto. La difficoltà di ottenere dei dati aggiornati e scientificamente inattaccabili su questi punti si profila come un problema di non facile risoluzione. 

4) Il ravvedimento operoso dell’inquinatore, come posto dalla nuova norma, implica una significativa riduzione della pena attraverso la collaborazione processuale. Chi è reo di delitti ambientali potrebbe avere importanti riduzioni di pena (fino ai due terzi della stessa) per i reati commessi, qualora si dichiari d’accordo ad operare una bonifica dei luoghi. Un semi-condono, quindi, alla sanzione penale.

5) Non condivisibile è la scelta (ART. 118-ter) di dare notizia delle indagini al procuratore nazionale antimafia: il rischio é infatti di sottrarre le competenze riguardanti il processo al giudice naturale. 

Una delle conseguenze del Disegno di Legge 1345 potrebbe essere quella di una revisione delle richieste di rinvio a giudizio chieste per il “processo Ilva”, aprendo cosi’ il campo ad una battaglia legale che sfrutterebbe le numerose ambiguità del nuovo testo. 

PeaceLink si sta impegnando nella redazione di emendamenti al disegno di legge. Ma il nostro obiettivo resta fermare l’iter dell’esame del Disegno di Legge al Senato.

Firma anche tu la petizione di PeaceLink !

Per approfondimenti su questo argomento, consultare il dossier su peacelink.it

(12 maggio 2014)

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