Ricomincia il toto-pattumiera radioattiva. Maremma, Monferrato, Viterbo, Puglia o Piacenza?

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Ricomincia il toto-pattumiera radioattiva, fa un passo in avanti l’annoso iter per individuare un deposito nazionale delle scorie provenienti dalla stagione nucleare italiana terminata quasi trent’anni fa. Dovrà accogliere 90 mila metri cubi di materiali oggi disseminati in 23 depositi temporanei (tipo Saluggia) più quelli provenienti dagli ospedali.

L’unico deposito definitivo in tutto il mondo già in funzione per rifiuti radioattivi è andato recentemente in crisi a causa dell’errata scelta della lettiera per gatti (no no, non è uno scherzo); il deposito definitivo svedese di Östhammar esiste solo sulla carta e quello di Asse in Germania, che doveva durare molto a lungo, si è già rivelato geologicamente instabile. Dunque l’Ispra solo ieri, passate le elezioni europee, ha reso noti i criteri per scegliere il sito di stoccaggio italiano: eppureerano pronti da tempo. I criteri non sono corredati da carte geografiche che evidenzino i luoghi potenzialmente idonei. E allora, appunto, non resta che fare un po’ di toto-pattumiera. Secondo me è possibile che la scelta si giochi fra cinque siti: Maremma, Viterbo, Puglia, Piacenza e Monferrato, in Piemonte.

L’Ispra, in sostanza, dice che il deposito non dovrà essere in aree a rischio sismico, soggette ad instabilità geologica o a frane in caso di pioggia, situate ad oltre 700 metri di altezza o con versanti che hanno una pendenza superiore al 10%. E’ necessario che si trovi lontano da fiumi, dighe, coste, centri abitati. Sono inoltre da scartare le aree che contengono risorse naturali sfruttate o di prevedibile futuro sfruttamento e quelle protette dal punto di vista naturalistico; quelle in cui vengono coltivati prodotti tipici o di alta qualità e quelle interesse storico ed archeologico.

Gira e rigira, per ospitare le scorie radioattive non resta molto di questa Italia ballerina e idrogeologicamente fragile; affollata di città e paesi; ricca di arte, storia, luoghi protetti e produzioni agricole pregiate. Vogliamo però provare ad avanzare delle ipotesi?

Prima del referendum che ha ribadito il no italiano all’energia atomica, i siti ritenutiidrogeologicamente stabili sono stati tutti più o meno ufficialmente candidati ad ospitare una centrale nucleare: ma si trovano vicino al mare o a fiumi, e dunque secondo quanto dice ora l’Ispranon vanno bene per i rifiuti. Tuttavia nel 2010 il Corriere della Sera ha parlato di una lista segreta di 52 siti candidati a fare da pattumiera. Sono sparsi su tutto il territorio nazionale “con particolare riferimento al Viterbese, alla Maremma, all’area di confine tra la Puglia e la Basilicata, le colline emiliane, alcune zone del Piacentino e del Monferrato”.

Da questa lista segreta bisogna probabilmente eliminare le colline emiliane, che di recente hanno conosciuto frane e terremoto (il Piacentino non ha risentito in modo significativo delle scosse 2012); bisogna probabilmente eliminare anche la Basilicata, dove sognano di estrarre quattro gocce di petrolio. La Sardegna è ritenuta geologicamente stabile, anche se non era esplicitamente citata dal Corriere della Sera: tuttavia recentemente anch’essa ha dimostrato di essere vulnerabile alle alluvioni.

Rimangono il Viterbese, la Maremma, la Puglia, il Piacentino e il Monferrato: vorranno istituire il deposito nazionale in uno di questi posti? Sono solo ipotesi, ovviamente. Il deposito verrà realizzato dalla Sogin, la società pubblica nata per smantellare le vecchie centrali nucleari italiane. Il percorso per arrivarci sarà ancora lungo: nel frattempo, se vi va di giocare al toto-pattumiera radioattiva, potete sbizzarrirvi nei commenti.

Foto (rielaborata)

http://blogeko.iljournal.it/ricomincia-il-toto-pattumiera-radioattiva-maremma-monferrato-viterbo-puglia-o-piacenza/79921#more-79921
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