Depositi scorie nucleari in Italia: le linee guida ISPRA

  1. in aree e isole vulcaniche;
  2. in zone a elevato rischio sismico;
  3. in territori colpiti da fenomeni di fagliazione;
  4. in aree a rischio frane e alluvioni;
  5. laddove esistano depositi alluvionali a forte rischio idraulico;
  6. a un’altitudine superiore ai 700 metri sopra il livello del mare;
  7. su versanti con una pendenza superiore al 10%;
  8. a meno di 5 km dalla costa e di 20 m s.l.m.;
  9. nelle aree interessate da sinkholes, sprofondamenti improvvisi;
  10. nei pressi di sorgenti e altri corsi d’acqua sotterranei;
  11. nei parchi e nelle oasi naturali protette;
  12. in zone troppo vicine ai centri abitati;
  13. a meno di un chilometro da autostrade e ferrovie;
  14. nei pressi di miniere e giacimenti energetici;
  15. vicino a dighe, aeroporti, basi militari e obiettivi sensibili.

devono garantire il confinamento e l’isolamento dei radionuclidi dalla biosfera, al fine di assicurare nel tempo la protezione della popolazione, dell’ambiente e dei beni.

Il processo di smaltimento richiederà 30 anni per il dimezzamento dei radionuclidi a breve vita e alcune centinaia di anni per quelli a media attività. La fase successiva alla definizione dei criteri prevede l’analisi dei singoli siti idonei individuati, seguita dall’apertura di un confronto con la popolazione, la regione e gli enti locali interessati dalla costruzione del deposito unico per i rifiuti radioattivi. Ottenere il consenso per la realizzazione del bunker superficiale sarà un’impresa ancora più ardua della selezione dei siti idonei.
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