Fermiamo i dearsenificatori e usiamo l’acqua buona che c’è

Salute – Esistono fonti di approvvigionamento alternativo e meno costose

di Bengasi Battisti, sindaco di Corchiano

 Corchiano  – La nostra comunità di fronte alla proposta dearsenificatori scelse un’altra strada: la ricerca di fonti di approvvigionamento alternativo di acqua. Furono i saperi della nostra università di Viterbo che ci consentirono di conoscere l’alternativa. Furono le relazioni puntuali del professor Piscopo e della dottoressa Lotti, del dipartimento di Scienze ecologiche e biologiche della università degli studi della Tuscia, che evidenziarono chiaramente e scientificamente la presenza di falde di “acqua buona” nel nostro territorio.

Ci colpì l’idea della soluzione attraverso preziose, piccole e diffuse opere e la possibilità di risolvere il problema arsenico attraverso la costruzioni di progetti dal basso fortemente legati alla territorialità con un rafforzamento del legame tra terra e comunità insediata.

In quella idea, sperimentabile con qualche migliaio di euro, oltre alla soluzione di un problema importante vedemmo l’idea forte di “comunità protagonista” che poteva sottrarsi allo storico subire passivo di problemi e soluzioni imposte dall’alto. Il sapere scientifico universitario viterbese proponeva una possibile soluzione, sperimentabile a costi contenuti, che ridava dignità alle comunità considerate da troppi anni luoghi astratti, senza anima e senza storia, capaci solo di attendere le soluzioni di altri.

Invece in numerose assemblee pubbliche la comunità di Corchiano è andata oltre la protesta e nella ricerca della proposta ha visto nel progetto scientifico una possibilità reale definitiva e meno costosa. Abbiamo così proposto alla Talete di darci la possibilità di sostenere la soluzione proposta dal dipartimento e grazie anche al sostegno dell’ingegner Giorgi la sperimentazione fu accolta. Oggi, quel lavoro, collettivo e partecipato, ci ha consegnato la certezza che nel territorio di Corchiano esiste una falda di acqua buona che potrà essere condottata verso le opere di presa già esistenti ottenendo, con la metà della spesa di un dearsenificatore e senza costi di gestione, acqua buona e più abbondante.

Di fronte alle dichiarazioni di Panunzi, di cui conosco la militanza antica verso l’acqua pubblica, sull’errore della soluzione dearsenificatori e con una sperimentazione avanzata sul “metodo di approvvigionamento alternativo” dobbiamo forse proporre e sostenere lo stop alla realizzazione di essi e il monitoraggio sul reale funzionamento di quelli realizzati. Il risparmio che ne deriverebbe potrebbe essere utilizzato per i progetti di depurazione e sfuggire alla logica che tutto, anche gli errori, debbano essere sempre pagati con le tariffe dai cittadini.

Dobbiamo essere protagonisti del cambiamento e non delegarlo, dobbiamo partire dalle nostre risorse intellettuali e dai saperi delle comunità per tutelare e promuovere diritti e buone pratiche.

Forse siamo ancora in tempo.

 

Bengasi Battisti, sindaco di Corchiano

 

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