Piange Mauro Moretti e i Viterbesi pendolari più di lui


 L’amministratore delegato delle FS, Mauro Moretti 

Tra le migliaia di “pendolari” che ogni giorno, magari ancora prima dell’alba, inveiscono contro le Ferrovie dello Stato per i forti disagi che devono sopportare prima di recarsi al lavoro, ci sono anche centinaia di nostri concittadini che sanno bene cosa significhi utilizzare i convogli della tratta “Viterbo-Roma”,andata e ritorno, molto somigliante alle linee del vecchio Far West, per nulla migliorate dal progredire della tecnologia e dalle importanti innovazioni delle ferrovie di altri Paesi europei.

E’ di questi giorni il forte contraddittorio tra l’A.D. delle Fs Mauro Moretti ed esponenti di spicco della Politica e del mondo imprenditoriale a seguito delle tediose dichiarazioni del numero uno delle ferrovie, dopo che sono stati messi in discussione  i suoi 850 mila euro di compenso annuo, per nulla disposto a rinunciare a niente, anzi, sottolineando la condizione di miglior favore dei colleghi europei.

Sarebbe il caso di ricordare all’ingegnere Moretti che se il suo stipendio dovesse rapportarsi al grado di efficienza e di godimento dei treni che circolano sul territorio nazionale, si dovrebbe accontentare della misera retribuzione che, crisi a parte, percepiscono i salariati del pubblico impiego e i lavoratori in generale.

L’Amministratore delegato delle Ferrovie Statali, di fronte al dilagare di una crisi che ha messo in ginocchio milioni di persone, tra cui tantissimi viterbesi, alle prese con un tasso di disoccupazione da paura, con la chiusura di centinaia di piccole imprese, con tanti dipendenti della Sanità che non si vedono liquidare diversi mesi di stipendio, con i tagli dei servizi che sono preposti anche all’assistenza sanitaria e con altre carenze che ci riportano indietro di mezzo secolo, sicuramente ha perso una grande occasione per aggiudicarsi il Nobel per la solidarietà e l’elevatezza morale.

Se poi lo stesso Moretti, ci procurerà il dispiacere di lasciare l’Italia perché subirà un piccolo ritocco al suo faraonico stipendio, per i milioni di euro che ha intascato fino a questo momento, lo faccia solo dopo aver risolto almeno le situazioni più gravi del trasporto ferroviario pendolare che, purtroppo,  si registrano anche sul territorio della Tuscia e nel contesto regionale, situazioni divenute autentica vergogna per la scarsa qualità del servizio reso ai cittadini che sono costretti a servirsi dei treni tagliati fuori dalla considerazione e dagli investimenti riservati al trasporto della cosiddetta “Alta Velocità”.

Roberto Talotta per il Direttivo Comunale di FondAzione.

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