Sono oltre 25mila gli immigrati regolari residenti nella Tuscia

20/03/2014

A Viterbo vivono oltre 25mila immigrati regolari. E’ quanto emerge dal X Rapporto dell’Osservatorio Romano sulle Migrazioni secondo cui la presenza di stranieri nel Lazio è superiore a quella rilevata dagli archivi ufficiali e si aggira su almeno 564mila presenze regolari. Dall’archivio dei residenti dell’Istat emerge, inoltre, che l’80% vive nella provincia di Roma (circa 451mila) e il 20% vive nelle altre province (a Rieti oltre 10mila residenti, a Frosinone oltre 20mila, a Viterbo oltre 25mila e a Latina oltre 35mila).

Il Rapporto Idios, realizzato dalla Caritas in collaborazione con Roma Capitale, Provincia di Roma e Regione Lazio , descrive l’immigrazione a partire dai dati statistici disponibili su residenti, soggiornanti e richiedenti asilo, mercato del lavoro (sia dipendente che autonomo), caratteristiche demografiche e dimensione formativa (scuola, università, educazione degli adulti, formazione professionale).

Sempre secondo questa indagine, sono quattro le principali direttive di insediamento degli immigrati nel Lazio: a nord verso Viterbo; a sud verso Latina; nella fascia litorale; nella zona montana. In generale si può dire che i livelli di integrazione sono più soddisfacenti nei contesti territoriali più piccoli rispetto al grande polo urbano di Roma, che invece rimane di primaria importanza per le sue possibilità occupazionali.

Nell’attuale periodo di crisi, la situazione occupazionale ha conosciuto un netto peggioramento con aumento della povertà, maggiore ricorso alle mense sociali, calo della produzione (specialmente nel settore industriale e, in particolare, in edilizia), aumento dei fallimenti e del tasso di disoccupazione (9,0% a Roma, 9,3% in Provincia e 10,7% in Italia). Tra gli immigrati di Roma, però, il tasso di disoccupazione risulta, seppure di poco, più contenuto, sia rispetto agli italiani che agli immigrati in Italia: 8,6% a Roma, 10,0% in Provincia e 12,1% in Italia. Il bilancio del 2012 tra assunzioni e cessazioni dei rapporti è stato negativo (-8.493) e, tuttavia, rimane elevato il numero degli occupati stranieri: 175.757 a Roma Capitale e 244.867 in Provincia (incidenza di circa un sesto sugli occupati complessivi). Continua a essere elevato il numero degli infortuni e urgente l’impegno a livello di prevenzione: 4.050 a Roma, 219 a Viterbo, 305 a Latina, 268 a Frosinone e 115 a Rieti.

Anche in un contesto così difficile, la tenuta imprenditoriale degli immigrati ha dato buona prova di sé. In Provincia di Roma, le imprese con titolare italiano sono diminuite di 657 unità, diventando 142.480, mentre le imprese con titolare immigrato sono cresciute del 12,6%, diventando 34.084. Di esse, 7 su 10 operano a Roma e 1 su 5 ha una donna come titolare (6.624). Il maggior protagonismo spetta agli asiatici (1/3 dei titolari), seguiti dagli europei comunitari e dagli africani (1/4 ciascuno). La prima collettività per numero di imprese è quella bangladese, che supera quella romena (7.443 titolari rispetto a 6.294).

L’importanza della dimensione religiosa è attestata dai 293 luoghi di culto, recentemente censiti dalla Caritas e dalla Migrantes di Roma (234 nella Capitale e 59 in provincia). Secondo la stima di Idos, i due terzi degli immigrati sono cristiani (245mila nel 2012, nell’ordine, ortodossi, cattolici e protestanti), pari ai due terzi del totale: seguono i musulmani (76mila, un quinto del totale), gli hinduisti (11mila), i buddisti (9mila), i fedeli di altre religioni orientali, in particolare sikh (5mila). Bisogna anche tenere conto che tra gli immigrati gli atei e gli agnostici sono 19mila.

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