Reati ambientali: sì a 4 nuovi delitti contro l’ambiente

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Reati ambientali, la Camera ha approvato ildisegno di legge che porterà all’introduzione di 4 nuovi delitti ambientali nel codice penale. Si prospetta dunque un aggiornamento delle norme vigenti, mediante la definizione di quali saranno i delitti contro l’ambiente che non potranno restare impuniti, con aggravanti per quanto riguarda le ecomafie.

Anche chi ostacolerà i controlli ambientali sarà punito. Il reato di impedimento del controllo ambientale avrà come conseguenza una reclusione da 6 mesi a 3 anni. Il traffico e l’abbandono di materiali ad alta radioattività sarà punito con la reclusione in carcere da 2 a 6 anni e con una multa variabile dai 10 mila ai 50 mila euro. Il reato riguarda sia chi trasporta e commercia materiale radioattivo, sia chi se ne disfa abusivamente.

Il disastro ambientale rientra tra i reati più gravi. Chi altera gravemente o irreversibilmente l’ecosistema, compromettendo l’incolumità pubblica, verrà punito con il carcere, con reclusione da 5 a 15 anni. Chi inquina dovrà pagare. Il reato di inquinamento ambientale punisce chi deteriora in maniera rilevante la biodiversità, l’ecosistema, i suoli, le acque o l’aria. Si prevede una reclusione da 2 a 6 anni e una multa da 10 mila a 100 mila euro. Il giudice ordinerà inoltre il recupero e/o il ripristino dello stato dei luoghi danneggiati a carico del condannato.

La prima proposta di introdurre i delitti contro l’ambiente nel codice penale risale al 1998, accanto alle disposizioni sostanziali e processuali contro il fenomeno criminale dell’ecomafia. Allora la richiesta era stata avanzata dalla Commissione parlamentare di inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesso. Dopo 16 anni, ecco finalmente l’approvazione tanto attesa da associazioni ambientaliste come il WWF, che in proposito ha dichiarato:

“E’ un importante primo passo in avanti l’approvazione da parte della Camera del DDL che introduce nel codice penale i reati ambientali” – ha dichiarato Dante Caserta, Presidente del WWF Italia – Finalmente il nostro Paese può, se al Senato verrà garantita una corsia preferenziale a questo provvedimento, mettersi al passo con gli altri paesi europei nellalotta ala criminalità ambientale. Può essere questo un tassello importante e un biglietto da visita positivo anche in vista del semestre di presidenza europeo dell’Italia che inizia a luglio “.

Legambiente è intervenuta in proposito sottolineando che possano essere apportate alcune modifiche migliorative al presente disegno di legge con il passaggio al Senato. La novità rappresenta comunque un segno di progresso per l’Italia, a parere dell’associazione, poiché può fornire strumenti legali e penali a chi si impegna quotidianamente per difendere il Paese:

“Da venti anni aspettavamo l’inserimento dei delitti contro l’ambiente nel codice penale per poter combattere con strumenti efficaci la criminalità ambientale” – ha dichiarato il direttore generale di Legambiente Rossella Muroni -. “Si tratta di una riforma di civiltàindispensabile per il nostro Paese. E’ un primo passo avanti per colpire con pene adeguate chi specula e guadagna impunemente danneggiando l’ambiente e mettendo a rischio la sicurezza e la salute dei cittadini”.

Il voto per l’approvazione del disegno di legge è stato supportato con il contributo di tutte le forze politiche ed ha registrato una maggioranza che supera quella che sostiene il Governo. Ora la speranza è che il Senato possa procedere ad approvare rapidamente il provvedimento, come ha sottolineato l’ex ministro dell’Ambiente Andrea Orlando. Il Senato avrà tutto il tempo necessario per analizzare il testo, ma dato che se ne discute ormai da molti anni, si prevede che l’occasione per approvarlo in tempi brevi venga colta il prima possibile.

Marta Albè

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da greenbiz

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