Il dibattito sulla formazione del governo e del programma: L’incarico a Matteo Renzi

da quotidiano.net

Roma, 18 febbraio 2014 – La lunga giornata di Matteo Renzi, premier incaricato, è cominciata alle 10 di stamattina, con un fittissimo calendario di appuntamenti per le consultazioni. Si parte con i ‘partitini’ per arrivare, alle 19, all’incontro con i principali alleati del Nuovo Centro-destra. Domani, riferisce Mariastella Gelmini, all’incontro con Renzi “ci sarà Berlusconi con i capigruppo Brunetta e Romani”. Di squadra di governo per ora non si parla: il toto-ministri impazza solo sui giornali e in tv. Il segretario del Pd è arrivato a piedi, da solo, e una volta varcato uno dei portoni laterali di Montecitorio è stato scortato dai commessi ai quali ha chiesto più volte informazioni su dove dovesse andare. Piccolo intermezzo anche con i cronisti, dai quali si è fatto accompagnare in ascensore: “Very dangerous”, ha commentato riferendosi ai giornalisti.

IL TIMING – Ai cronisti che gli chiedevano lumi sui tempi di gestazione del governo Renzi, il ministro Graziano Delrio risponde: “Entro fine settimana. Il lavoro procede bene, siamo tranquilli”, ha detto raggiungendo Montecitorio. E anche Renzi conferma la chiusura dei giochi entro il weekend.

CIVATI: BATTUTE… – “Sono in attesa di capire se Renzi farà prevalere la continuità o il cambiamento: il punto e’ questo. Perche’ a dire cose roboanti, a fare battute, siamo buoni tutti. Poi però bisogna misurarsi con le cose, prendere decisioni e compiere scelte”, dice Pippo Civati in un’intervista al Mattino.

LE REAZIONI – Intanto fioccano le reazioni, anche internazionali, alla road-map delineata ieri da Renzinell’accettare con riserva l’incarico di Napolitano: una riforma al mese, ha promesso ieri l’esuberante leader Pd. Il Financial Times benedice “l’ambiziosa agenda” dell’ormai ex sindaco di Firenze, mentre sul fronte sindacale Raffaele Bonanni assicura l’appoggio al nuovo esecutivo “se avrà il coraggio di sfidare la rendita, sbloccando i veri fattori che frenano gli investimenti”.

LE CONSULTAZIONI – Sfilano il Centro democratico, il Maie e l’Api, la minoranza linguistica della val d’Aosta, Psi-Pli, Fratelli d’Italia, Gal, Popolari per l’Italia-Udc. Nessuna sorpresa, chi sostiene l’attuale governo sosterrà anche il futuro. In serata, alle 19, è attesa la consultazione di Ncd, partito con cui è più intensa la trattativa sul programma e sulla squadra.

GRILLO: “DECIDE IL WEB” – “L’assemblea dei portavoce del Movimento 5 Stelle in Parlamento sta discutendo se andare da Renzie per le consultazioni. Ci sono posizioni differenti. Noi crediamo che non sia opportuno andare per non partecipare a una farsa. Comunque ci sembra corretto che su questa decisione si pronuncino gli iscritti attraverso la Rete”. E’ quanto scrivono in un post Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio. Quindi i sostenitori del M5S possono votare sul sito del leader dalle 15:30 alle ore 22.

LEGA – “Se Matteo Renzi verrà in Aula per riportare a Roma competenze e soldi non ci stiamo e la Lega è dell’altra parte della barricata“. Lo ha chiarito il segretario della Lega Nord, Matteo Salvini, al termine delle consultazioni alal Camera con il premier incaricato. “Se vuole riaccentrare, la guerra sarà totale“, ha insistito. Salvini ha annunciato il no della Lega al governo di Renzi. “Mai abbiamo pensato di dare un voto della Lega a un governo che nasce dal palazzo e non da elezioni, men che meno a un governo di sinistra”, ha spiegato il segretario del Carroccio dopo le consultazioni con il premier incaricato.

SCELTA CIVICA – Stefania Giannini ha confermato che vi sarà un patto di coalizione tra le forze che sostengono il governo di Matteo Renzi. “Abbiamo detto che per noi condizione di partecipazione convinta, in prima linea a questo governo è che si proceda con un metodo che avevamo proposto e che ci è stato confermato che sarà attuato: una condivisione immediata di priorità tematiche e quindi di un patto di coalizione, un contratto di coalizione”, ha spiegato la segretaria di Scelta Civica al termine delle consultazioni con il premier incaricato alla Camera. “Tutto questo dovrà avvenire nei prossimi giorni”, ha chiarito.

SEL – Nichi Vendola ha chiarito che Sel non appoggerà il governo di Matteo Renzi. “Siccome la parola disponibili è diventata sinonimo di attitudini inqualificabili, siamo indisponibili”, ha detto il leader di Sel al termine delle consultazioni con il premier incaricato. “Nel senso che nasce un governo che ha la stessa coalizione dei due precedenti, noi siamo indisponibili a partecipare o a contribuire alla nascita di un esecutivo che si fondi sul compromesso tra parti di centrosinistara e parti di centrodestra”, ha insistito. “Per noi le larghe intese complete o miniaturizzate non sono una risposta ai problemi del paese ma sono una parte dei problemi del paese”, ha chiarito. “Questo non ci porta sul terreno dell’opposizione demagogica o del richiamo della foresta in termini di contrapposizione populista. Abbiamo l’ambizione di essere una sinistra di governo capace di guardare al merito dei provvedimenti e di fronte a provvedimenti positivi per il Paese non avremo nessuna esitazione a riconoscere un valore utile. Non sarà un’opposizione faziosa e pregiudiziale”, ha ribadito.

I VIDEO: BRUNOTABACCIMELONINENCINIMAUROD’ANNASVP

LA ROAD MAP – Dalle consultazioni vengono alcune indiscrezioni sul programma. A partire dalle riforme, che Renzi vorrebbe partissero a spron battuto in un pacchetto unico, comprensivo di legge elettorale, riforma del Senato e del titolo V, con l’idea che si sta accarezzando di un vincolo temporale per la riforma del voto. E poi il rapporto con l’Europa, nella ricerca di un equilibrio tra tenuta dei conti pubblici e allargamento dei criteri con cui sono valutati gli investimenti. E ancora lavoro, fisco e pubblica amministrazione.

LA SQUADRA DEI MINISTRI – Della squadra, assicura chi ha incontrato Renzi, si parlerà più in là, a giorni ma comunque dopo la definizione del programma. Anche se qualcuno spiega che la lista dei ministri Renzi l’ha già quasi pronta. Ma molto dipende da quel ministro dell’Economia su cui si incentra molta dell’attenzione di Bruxelles, Colle, partiti, cittadini. Dopo l’incidente mediatico che ha coinvolto ieri Fabrizio Barca, si discute ancora se sia preferibile un profilo politico o uno tecnico. E Fabrizio Saccomanni fa sapere: “Non sono stato chiamato da nessuno, se mi chiameranno, ci rifletterò”. Ma mette in guardia: “Non esiste una regola che impedisce all’Italia di andare oltre il 3%: ci vada, poi però paga le conseguenze di credibilità, reputazione, reazioni sul mercato e sanzioni”.

RENZI: L’IRONIA DI CROZZA – VIDEO

GLI AUGURI DI SCHULZ – Tutti a Bruxelles si augurano che Renzi porti l’Italia al centro dell’azione europea e che ridia slancio al Paese, che oggi appare sfiduciato, depresso, ha detto il presidente del parlamento europeo, Martin Schulz a RaiNews24. “Io credo che Renzi abbia l’opportunità di ridare una spinta all’Italia e me lo auguro – ha detto – perchè abbiamo bisogno di un’Italia stabile e forte”.

Il presidente del parlamento europeo ha infatti evidenziato come l’Italia appaia oggi come “un Paese che ha perso coraggio, depresso”, mentre “l’Italia ha una capacità di risolvere i problemi che non ha confronti”.
Gli italiani devono avere fiducia nelle proprie capacità di risolvere i problemi”, ha esortato Schulz, aggiungendo: “Di solito gli italiani dicono ‘battiamo tutti, sconfiggiamo tutti’, oggi si ha l’impressione che dicano ‘siamo già sconfitti da tutti’. Bisogna cambiare questa situazione”.

TOTI E LE RIFORME – Da parte sua Forza Italia, per bocca del consigliere di Berlusconi Giovanni Toti, spiega: “Spero che non ci sarà nessun passo indietro sull’Italicum” perché “la prima riforma che serve è quella elettorale per consentire, se il governo Renzi non dovesse funzionare, di tornare a votare con una legge che permetta a chi vince di fare le cose”. Il portavoce di Fi, parlando a Radio anch’io, esclude che ci sia un patto con Denis Verdini per un’eventuale soccorso ‘azzurro’ a Renzi: “Non c’è nessuno in Fi che intende discostarsi dalla posizione di Berlusconi. Rispetteremo fino all’ultima lettera il patto sulle riforme e non mancherà il sostegno sui provvedimenti di liberazione dall’oppressione burocratica e fiscale e su una riforma del mercato del lavoro che abbia un senso liberale”.

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