Alzheimer, i pesticidi moltiplicano il rischio di ammalarsi

di  27 gennaio 2014 da ilsole24ore.com clicca qui per l’originale

Sebbene vietato in molte parti del mondo, da lungo tempo, il pesticida Ddt sembra ancora influenzare la salute di molte persone. Scienziati americani hanno trovato prove che il Ddt potrebbe aumentare il rischio di ammalarsi di Alzheimer. La sostanza-spia dell’esposizione all’insetticida trovato nel sangue dei malati di Alzheimer è in realtà il Dde, il metabolita più persistente del Ddt, hanno riferito gli autori dello studio sulla rivista scientifica «Jama Neurology ».

IRRORATORE PESTICIDI

I ricercatori – guidati da Jason Richardson docente di Medicina ambientale e occupazionale alla Rutgers-Robert Wood Johnson Medical School, di Piscataway (Usa) – hanno reclutato 86 pazienti con Alzheimer e 79 persone sane. Dal confronto emerge che i primi, rispetto al gruppo controllo, hanno livelli quasi 4 volte superiori di Dde. E nei pazienti in cui questa “scoria’”mostra livelli particolarmente alti, il rischio di Alzheimer passa da 1 a 4. Questo potrebbe essere la prova del contributo dei derivati del Ddt nella formazione del morbo di Alzheimer, scrivono i ricercatori.

WARNING

I pesticidi sono già finiti sotto accusa per un possibile aumento della probabilità di ammalarsi di Parkinson, ma «questo è uno dei primi studi che identifica un forte fattore di rischio ambientale per l’Alzheimer» sottolinea il co-autore Allan Levey, direttore dell’Emory’s Alzheimer’s Disease Research Center e a capo della Neurologia dell’Emory University School of Medicine. «L’entità di questa possibile correlazione è notevole: paragonabile – precisa – al “peso” del principale fattore di rischio genetico».

In effetti, si tratta di uno studio piccolo per un’analisi di questo tipo, ma può essere considerato l’indicazione di una possibile associazione.

Per capire il possibile meccanismo d’azione dei pesticidi sul cervello gli scienziati, in laboratorio, hanno esposto neuroni di ratto a elevate concentrazioni di Ddt o Dde, paragonabili a quelle osservate nelle persone più esposte a queste sostanze, e hanno visto che effettivamente aumentano i livelli della proteina precursore della beta-amiloide, principale componente delle placche cerebrali dei malati di Alzheimer.
Il Ddt (diclorodifeniltricloroetano) è stato usato per decenni come insetticida in agricoltura. Ma una volta capito il suo effetto nocivo su animali ed esseri umani a partire dagli anni ’70 si è attuato un divieto graduale (in Italia dal 1978), ma ci sono delle eccezioni come ad esempio in Africa dove viene impiegato nella lotta contro la malaria. La sostanza ha effetti simili agli ormoni ed è considerato un probabile cancerogeno. Negli Usa, nonostante il bando risalga al 1972 «siamo ancora esposti a queste sostanze chimiche – avverte Jason Richardson – sia perché si mangiano prodotti provenienti da altri Paesi, sia perché il Dde persiste a lungo nell’ambiente» e potrebbe accumularsi andando avanti con l’età.

 

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2 commenti

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