Uto Ughi e la magia del violino

15.01.2014, 15:17
Stampare l’articolo Dirlo ad un amico Aggiungere al blog

Уто Уги

Scaricare l’audio

Foto: EPA

Da Mosca “La Voce della Russia”!

Uto Ughi è il nome d’arte di Bruto Diodato Emilio Ughi. E’ considerato oggi uno dei maggiori violinisti al mondo. Alla passione per la musica unisce un grande amore per l’arte e la cultura. Personalità forte e decisa, come le corde del Suo Stradivari ritiene importante l’insegnamento della musica. Fortemente impegnato nell’attività concertistica ha ottenuto i più grandi riconoscimenti.

Ecco l’intervista che Uto Ughi, ha rilasciato al nostro corrispondente Daniele Ceccarini.
Scaricare l’audio

Corrispondente: Lei è stato definito un bambino prodigio e già a dodici anni è stato definito un artista quasi completo, come è nata questa sua passione per il violino?

Uto Ughi: Per me la musica è stato un fatto naturale, i miei genitori amavano la musica e ho sentito musica fin da bambino. Ho cominciato presto, ma vede in Italia appena un bambino suona a sei, sette, otto anni dicono che è un bambino prodigio, ma per esempio in Giappone o in Cina ci sono milioni di bambini che studiano il violino e nessuno dice che sono bambini prodigio.

Corrispondente:In seguito però Lei ha avuto la possibilità di studiare con grandi artisti, cito per esempio George Enescu.

Uto Ughi: Ho avuto la fortuna di conoscere e avvicinare grandi musicisti e grandi maestri. Per me è stata una fonte di fantasia, d’immaginazione, d’ispirazione e di studio. Continuo ad avvicinare i grandi interpreti del nostro tempo. Ho imparato tantissimo e imparo ancora adesso ascoltando i loro dischi.

Corrispondente:Cosa rappresenta la musica e il violino nella Sua vita?

Uto Ughi: Rappresenta una delle arti più nobili che ha avuto l’Italia. Il violino è nato in Italia e ha avuto i più grandi costruttori di violino a Cremona Stradivari, Guarnieri e Amati. L’Italia rappresenta proprio il paese della musica, soprattutto del violino che è uno strumento italiano, fatto in Italia dai grandi liutai cremonesi e poi c’è la grande scuola dei violinisti compositori da Vivaldi, a Tartini, a Viotti, a Paganini che erano tutti italiani ed è una vergogna che in un paese che ha una tradizione grandissima di musica, la più grande al mondo insieme alla Germania, la musica non s’insegni per niente e che nelle scuole è l’ultima materia a cui si pensa.

Corrispondente: Che cosa consiglierebbe ad un giovane musicista?

Uto Ughi: E’ difficile dare un consiglio. Ognuno deve fare delle esperienze personali, oggi fare il musicista in Italia è un atto quasi eroico, perché non ci sono sbocchi di lavoro. Il Paese della musica ha cancellato la musica dai palinsesti della televisione e della radio. Avevamo quattro orchestre della RAI, le hanno cancellate e ne è rimasta solo una. Un’orchestra sola in un paese di sessanta milioni di abitanti è una cosa ridicola.

Corrispondente: La Russia ha una tradizione molto importante di musicisti, quanto la musica russa e questi artisti pensa che abbiano influenzato la cultura occidentale?

Uto Ughi: La Russia ha avuto una grandissima scuola violinistica. All’inizio del ‘900 a Odessa sono stati formati i grandi violinisti ebrei russi come Jascha Heifetz, Nathan Milstein, erano tutti allievi di Leopold Auer che era uno dei più grandi del secolo verso la fine dell’800 e i primi del ‘900. Non dobbiamo dimenticare che i primi a esportare il violino sono stati gli italiani, i grandi maestri, come Viotti, hanno formato la scuola francese, la scuola franco-belga. La scuola francese in seguito si è allargata ed è andata in Russia e successivamente si è formata la grande scuola russa.

Corrispondente:Che ruolo pensa che la musica russa abbia avuto in questo secolo?

Uto Ughi: La musica russa nel ‘900 ha avuto un’influenza grandissima, basta pensare a Stravinsky, Prokofiev, Shostakovic, Khachaturian che furono i grandi compositori del fine ‘800 e dei primi del ‘900. La musica russa ha avuto una straordinaria influenza sulla nostra cultura, l’opera russa di Musorgskij, Korskakov, ma soprattutto nei corali, i corali russi sono meravigliosi, i corali religiosi, la musica di tradizione religiosa e poi il folclore e la musica etnica.

Corrispondente:Lei si è impegnato molto per la tutela dei beni culturali italiani, cosa pensa dell’attuale gestione del patrimonio artistico italiano?

Uto Ughi: Mancando una consapevolezza di base della musica nelle scuole anche le leggi che hanno fatto sui conservatori, equiparando i conservatori con le università, sono leggi fatte da chi di musica non ci capisce assolutamente nulla perché i ragazzi non possono cominciare a studiare musica all’età di 18/19 anni, quando cominciano gli studi universitari. E’ come costruire un tetto per una casa senza fondamenta. Le fondamenta si formano nei giovani quando sono giovanissimi. Uno strumento musicale si deve cominciare a studiare verso i 5, 6 o 7 anni.

Corrispondente:Lei possiede anche due strumenti straordinari e rarissimi come un violino Guarnieri del Gesù del 1744 ed uno Stradivari del 1701 denominato Kreutzer. Cosa ha di straordinario un violino di questo genere? Qualcosa di magico?

Uto Ughi: Sì però, mi creda, io penso che un buon musicista debba saper trasmetter le proprie idee, la propria interpretazione anche se non ha uno Stradivari e un Guarnieri. Io ho avuto la fortuna di avere prima uno Stradivari e poi ho preso un Guarnieri. Sono strumenti che aiutano molto, ma è un mezzo e non un fine, perché il suono uno ce l’ha dentro di sé e lo trasmette allo strumento, lo strumento segue la volontà di chi ha la sensibilità di produrre il suono.

Corrispondente:Come pensa si possa comunicare l’importanza di questo tipo di musica e di questa cultura anche a quella parte di popolazione che magari ha più difficoltà ad apprezzarla?

Uto Ughi: Guardi la difficoltà ad apprezzarla sta nel fatto di non conoscerla, io penso che la musica andrebbe eseguita dappertutto, bisognerebbe che gli artisti e i musicisti andassero anche loro nelle scuole. Se i responsabili per l’educazione alle scuole non fanno niente per portare i ragazzi ai concerti devono essere gli artisti ad andare. L’unico modo per scavalcare l’ignavia, l’indifferenza delle istituzioni è rimboccarsi le maniche e fare qualcosa personalmente per i giovani.

Corrispondente:C’è un musicista che ama di più?

Uto Ughi: Dipende dallo stato d’animo, quando hanno chiesto a Rubinstein quale artista preferisse lui ha risposto quello che suono sul momento.

Avete ascoltato l’intervista che il violinista italiano Uto Ughi ha rilasciata al nostro corrispondente Daniele Ceccarini.

 

Beethoven Violin Concerto – 3mov (4/4) – Uto Ughi

Niccolò Paganini Violin Concerto No 4 D minor – Uto Ughi

“Violin Concerto” Schumann (1. Mov) – Uto Ughi

Aggiungi ai preferiti : Permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *