Il consiglio comunale approva un nuovo articolo dello Statuto L’acqua potabile è un diritto

quattro castella

da gazzetta di reggio per l’ articolo originale clicca qui

QUATTRO CASTELLA. «Il Comune di Quattro Castella riconosce il diritto umano all’acqua, ossia l’accesso all’acqua potabile come diritto umano universale, indivisibile, inalienabile e lo status dell’acqua come bene pubblico comune». E’ quanto si legge in un documento presentato in consiglio comunale dal sindaco Andrea Tagliavini, dal presidente del consiglio Danilo Morini e dai consiglieri Ivens Chiesi, Barbara Castiglioni, Sauro Romani e Luca Incerti e approvato a larga maggioranza. Un atto che introduce nello Statuto comunale, all’articolo 2, il principio per cui l’acqua «è un bene e un diritto umano universale che va sottratto a logiche di lucro e profitto privato».

«Questo atto – ha detto il sindaco – è la conclusione di un lungo percorso in cui è stato importante il contributo di idee portato dal gruppo Quinto Colle e da Rifondazione Comunista, oltre alla maggioranza. Percorso intrapreso nel 2010 ben prima che l’argomento salisse alla ribalta dell’opinione pubblica con il referendum sull’acqua pubblica. Un testo che è stato aggiornato nel corso di questi anni adeguandolo in modo coerente ai passi in avanti compiuti in ambito provinciale dall’assemblea dei sindaci reggiani che ha deciso di scorporare il ciclo idrico dalla multiutility Iren attraverso la costituzione di una società pubblica».

Nella modifica allo statuto si sancisce, inoltre, che «la proprietà e la gestione degli impianti, della rete di acquedotto, distribuzione, fognatura e depurazione siano pubbliche e inalienabili, nel rispetto delle normative comunitarie e nazionali». I consiglieri si impegnano poi a garantire che la gestione del servizio idrico integrato, riconosciuto come servizio pubblico locale di interesse generale, «non persegua scopi di lucro e sia sottratta a ai principi della libera concorrenza mediante un soggetto a proprietà pubblica».

Viene infine garantita la «gestione partecipativa del bene comune acqua orientata a criteri di efficienza, risparmio, solidarietà, trasparenza, sostenibilità, con finalità di carattere sociale ed ecologico, salvaguardando le aspettative e i diritti delle generazioni future».

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