Il sogno americano del maestro Sesto Quatrini

Il maestro Sesto Quatrini racconta il sogno americano

Ronciglione dà il bentornato al giovane talento

15/11/2013 – 16:58 da viterbonews24

 

di Roberto Ragone

RONCIGLIONE – Il maestro Sesto Quatrini, giovane talento ronciglionese doc, è di recente ritornato in patria dopo la bella avventura del Nicosia International Competition for Young Conductors, che lo ha visto terzo dopo due secondi posti a pari merito. Il primo argomento è proprio il sogno americano.

“In America esiste una forma di assistenzialismo che in Italia non è possibile. Fino a che i contributi privati non saranno detraibili dal reddito, tutto ciò non accadrà. Il Metropolitan di New York ha un budget annuale di circa 289 milioni di dollari, solo 15 o 20 dei quali rivenienti da fondi federali. L’America è una terra che ha un altissimo livello medio di cultura, a differenza di quello che avevo immaginato. Ho visto persone stazionare davanti al Metropolitan con un cartello che dice ‘I need a ticket’, ‘Mi serve un biglietto’, disposta a pagare per assistere a metà della prova generale. Anche il Metropolitan ha i suoi problemi, in un momento economico come questo, ma nonostante tutto riesce a produrre programmi d’eccellenza grazie ai finanziamenti privati. Il problema, come sempre, è nella stanza dei bottoni. Di solito l’interlocutore politico in Italia non sa cogliere la profondità della proposta che l’uomo di cultura gli sta proponendo, perché nel ruolo di gestione della cultura non c’è un uomo che proviene da quel mondo, ma semplicemente dal mondo politico”.

“Oggi la tv – aggiunge il maestro – porta un messaggio filtrato, non originale, accessibile anche a chi non ha cultura, che si illude così di capirlo. Il fenomeno dei musicisti di musica colta che escono dal conservatorio e si danno in pasto a cose più popolari è proprio il concetto della televisione e della vendibilità. Io, da compositore di musica contemporanea, vedo che proponendo una musica di sempre più difficile comprensione, il pubblico si è diviso fra chi non capisce, e chi invece mostra di capire tutto e critica chi non capisce l’arte contemporanea. A quel punto le sale di concerto si sono svuotate, le orchestre non hanno voluto suonare contemporaneo, e nei concerti di musica contemporanea solitamente c’è più gente sul palco di quanta ce ne sia in platea. A Viterbo, nel contenitore Caffeina, ho proposto Stavinskji, Copland e Capogrosso, che è un compositore romano con cui ho mosso i primi passi nella composizione, e che secondo me è un grandissimo talento. Scrive musica molto avanzata, quindi non c’è nulla di particolarmente risentito nella sua musica, però c’è sempre il fatto che la sua musica fa sempre presa su un effetto ritmico costante. La sua è musica che sicuramente ‘prende’. Prova ne sia che in un concerto all’aperto, c’erano cinquecento persone ipnotizzate che hanno preteso il bis dello stesso pezzo, cosa che con Stravinskji e Copland non è successo”.

”A giugno dovrei dirigere l’Orchestra Verdi di Milano – prosegue Quatrini –  che era l’orchestra di Riccardo Chailly. Se dovessi avere una performance straordinaria, non necessariamente questo mi aprirebbe le porte per uno step professionale nella stagione successiva, come è successo a Cipro, dove la Cyprus Symphony Orchestra mi ha proposto di debuttare la settimana dopo. A Cipro c’è un’orchestra di grandissimo livello e un pubblico affamato di cultura. In ogni programma inseriscono un pezzo di un compositore cipriota, o un solista cipriota. Quando tornerò, a fine 2014, potrò scegliere solo la seconda parte del programma. Da noi invece vige un’esterofilia solo di maniera perché tutti i direttori stabili sono stranieri ma i direttori italiani hanno grandi difficoltà. A Vienna, per esempio, ci sono dodici orchestre, a Berlino diciassette e a Roma solo tre stabili. Oggi io sono per il concerto in streaming, anche se non tutti sono in grado di accedervi. E’ un percorso che prima o poi bisognerà fare, perchè è il futuro’.

‘Ho dei progetti per l’Italia, di cui non parlo, ma spero di poter cambiare qualcosa, di modo che noi italiani non dobbiamo sempre andare a cercare all’estero la terra promessa. Il problema è sempre quello: finché non si fa pagare il biglietto d’ingresso, e finché le donazioni non diventeranno detraibili, non ci saranno mai i fondi per suonare”.

Si conclude qui la chiacchierata con il maestro Sesto Quatrini. Lo ringraziamo per la sua disponibilità e per averci fatto entrare un po’ nelle segrete stanze della sua affascinante professione, e gli auguriamo un brillante avvenire, che certo è il meno che possiamo fare. A noi stessi auguriamo invece di poterlo presto ascoltare come direttore di una grande orchestra senza dover varcare l’oceano.

 

Aggiungi ai preferiti : Permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *