I Monti Cimini come la Terra dei Fuochi?

Il mio appello alla Ragione è un appello alla verità scientifica.

Intendo stimolare l’emotività come pungolo della Ragione e della Serietà.

Perché quando si vivono poi le conseguenze senza rimedio dell’inquinamento è ormai tardi per tornare indietro e ripercorrere la vita con comportamenti virtuosi.

Famiglie intere, giovani legati al territorio e alle tradizioni ataviche pagano a caro prezzo la crisi della castanicoltura senza che i pubblici poteri riescano a risarcire il danno economico e a mettere a punto una strategia di uscita dal disastro unanimemente condivisa.

Perché occorre l’unanimità affinché la via della Lotta Biologica e della Rinaturalizzazione dei castagneti, scientificamente ormai ben definite, possano avere successo.

Le tonnellate di veleni nebulizzate ogni anno su migliaia di ettari di terreno in alta quota da qualche parte devono poi andare.

In una lectio magistralis tenuta lo scorso anno presso la scuola di musica “Otello Bendetti” il Prof. Giuseppe Pagano ha chiaramente evidenziato quali sono le falde acquifere che alimentano gli acquedotti dei Monti Cimini e come in primo luogo è lì che percolano le molecole dei veleni irrorati sui castagneti e sulle altre colture tipiche dei Monti Cimini.

Per quella e per altre strade più delicate ancora, come illustrato in quella stessa sede da Fulco Pratesi, esse raggiungono l’uomo e i punti focali del suo corpo per esplodere a tempo debito in quelle patologie che Tommaso Gionfra, oncologo preso l’Istituto Tumori “Regina Elena”, ha amaramente elencato in un convegno tenutosi a Vignanello.

Forse i fitofarmaci e gli latri veleni che respiriamo e ingeriamo per mille strade sono ancora più subdoli dei rifiuti perché la loro presenza non è evidente e si manifesta solo quando la loro subdola azione ha prodotto già patologie spaventose nel nostro corpo, in quello degli animali e nella flora attivando alterazioni irreparabili.

I castanicoltori che ascoltano la Scienza hanno già prodotto una strategia e un disciplinare per il risanamento radicale della situazione.

Qualche esponente del mondo politico inizia a prendere coscienza della necessità di uniformare i comportamenti secondo canoni virtuosi.

Fino ad ora solo parole anche da parte dei poteri regionali titolari della gestione fitosanitaria del territorio.

La nostra situazione è forse più grave di quella della Terra dei Fuochi perché i fuochi, da noi, non si accendono nella Terra per segnalare il pericolo, in noi il fuoco si accende nei nostri corpi in forma di gravi e irreparabili malattie.

Il segnale si manifesta quando il danno è fatto.

Vallerano, 5 Novembre 2013

Angelo Bini

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Angelo Bini
Vice Presidente CoopCast – Cooperativa Agricola Produttori Castagne di Vallerano, Canepina, Monti Cimini a r.l.
Presidente del Comitato Promotore del Parco Archeologico Naturalistico della Tuscia
Via G. Ianni 4 01030 Vallerano (VT)
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Ferruccio Romano Schiavella
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