Sull’ultima tragedia del mare, a chi pensa che basti chiudere la porta

Noi del Comitato provinciale Anpi di Viterbo esprimiamo cordoglio e profondo dolore per la più grande tragedia dell’immigrazione mai avvenuta in Italia, che ha visto ad oggi oltre cento morti annegati, e manifestiamo solidarietà ai sopravvissuti.

Sosteniamo inoltre la richiesta del Presidente Giorgio Napolitano – che pure, da Ministro degli interni, è stato firmatario della legge d’istituzione di quei lager che passavano sotto il nome di Centri di permanenza temporanea, oggi di Identificazione e espulsione – per una rivisitazione delle leggi che ostacolano un’accoglienza degna del nostro Paese.

La tragedia era purtroppo annunciata, anche perché preceduta di pochi giorni da un naufragio, seppur di minori proporzioni, avvenuto sempre nei mari d’Italia.

Orrore prevedibile, perché dall’ altra parte del Mediterraneo da decenni vi sono guerre e genocidi, ignorati se non sostenuti tramite la vendita di armi spesso provenienti dai paesi cosiddetti sviluppati; violenze che generano il terrore in popolazioni che legittimamente auspicano un futuro di pace, e fuggono anche a rischio di perdere orrendamente vita. Quella vita che nei loro paesi vale quanto quella dello schiavo d’un tempo, quanto un colpo di machete alla nuca o una raffica di mitra alla schiena. Queste persone, tra cui donne incinte e bambini, spesso da noi offensivamente apostrofate in vita come “clandestine” e solo da morte come “migranti”.

La risposta dell’Europa a queste tragedie è stata la blindatura delle frontiere con leggi vergognose, come quella vigente in Italia oggi, che criminalizzano una condizione, quella di migrante, e non un’azione. Leggi che prevedono l’ignominia dei Centri per immigrati, ove le persone sono private della libertà, sebbene non abbiano compiuto alcun reato.

Noi dell’Anpi, per gli stessi princìpi che animarono la Resistenza e che contribuirono alla cancellazione del Nazifascismo dall’umanità, riteniamo l’accoglienza e la fraternità tra i popoli doveri civili cui ogni cittadino deve spendersi, senza se e senza ma, in pieno accordo con lo spirito della Costituzione.

Infine, un pensiero, il più straziante, va ai bambini morti nella tragedia: piccoli innocenti che, come i nostri figli, avevano desideri, paure, sorrisi e mani strette a quelle dei genitori fino all’ultimo.

Speriamo che quelle stesse mani tocchino idealmente la coscienza di tutti, anche di chi ad oggi tollera neofascismo e razzismo e di chi ha pensato che bastasse chiudere la porta perché la disperazione e la morte non entrassero in Europa.

Morte al fascismo, libertà ai popoli.

 

Giuliano Calisti, Vicepresidente

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