Arsenico, Prima condanna per i gestori di acqua non potabile: La Talete condannata a pagare

Successo entusiasmante della nostra iniziativa per il rispetto dei diritti degli utenti e dei cittadini sostenuta dagli avvocati Massimo Pistilli e Riccardo Catini, dello studio Pistilli e Reho, Raimondo Chiricozzi

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Il giudice di pace di Viterbo, spiega l’avvocato Massimo Pistilli, ha dato ragione ai cittadini condannando Talete al risarcimento di mille euro ciascuno, stabilendo il loro diritto a una riduzione significativa della bolletta idrica, pari al 50 per cento, fino a quanto Talete non garantirà la potabilità. 

L’azione presso il giudice di pace riguarda il periodo in cui era ancora in vigore la vecchia deroga, che stabiliva a venti microgrammi per litro la concentrazione massima d’arsenico nell’ acqua, oggi ridotta a dieci.

“Noi – dice ancora Pistilli – non abbiamo contestato la tariffa, non siamo entrati nel merito. La tariffa è il corrispettivo per l’erogazione d’acqua potabile.

Siccome però non è potabile, viene erogato un servizio di minore qualità, quindi l’utente ha diritto a una riduzione del costo.

Poi è stato chiesto un risarcimento danni, questo perché non fornendo acqua potabile, sono costretto a procurarmela altrove, subisco un disagio, poi ci sono le implicazioni in ambito della salute.

Il giudice ha accolto le domande, stabilendo il giusto canone con una riduzione del cinquanta per cento”.

Oltre il risarcimento, per l’avvocato Pistilli è importante l’affermazione di un principio: “Si afferma la responsabilizzazione della pubblica amministrazione, quando eroga servizi alla gente.

Adesso è importante far accertare anche il diritto d’imprese commerciali e artigiane al rimborso delle spese per l’installazione di dearsenificatori negli esercizi artigiani e commerciali”.

tratto da Tusciaweb

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