Festival musicale del Mediterraneo 2013: il programma di sabato 14 settembre

da genovamentelocale

Ultime battute per la kermesse dedicata alle sonorità del mondo. Oggi in scena i versi di un poema persiano. E i ritmi africani e santeri. A Palazzo Ducale

Festival musicale del Mediterraneo 2013: il programma di sabato 14 settembre

Venerdi 13 settembre 2013 ore 11:01

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Ultime battute per il Festival musicale del Mediterraneo che si appresta a chiudere domenica 15 settembre con la danza dei dervisci sufi.
La kermesse ci ha portato a fare un giro fra le danze e i ritmi del mondo, dalle sonorità salentine fino ai riti balinesi di Tapa Sudana, dai canti greci e dal suono della Mibira fino alle campane tibetane e ai canti armonici sciamanici.
Oggi calendario ricco di appuntamenti per un viaggio che partedalla Persia del XII secolo per arrivare ai riti della Santeria cubana, passando attraverso l’Africa.

Di seguito pubblichiamo il programma completo di sabato 14 settembre:

Palazzo Ducale

Ore 16.00 – The conference of the birds da F. U. Attar: Tapa Sudana (Indonesia)
Da un poema persiano del XII secolo, l’attore indonesiano ripropone secondo il suo stile del Teatro dei Tre Mondi una creazione che lo vide con Peter Brook dal 1979 al 1991.

Ore17.00 – Riti elettrici in Guinea Conakry (docufilm): Julien Raout e Florian Draussin (Francia)
Dalle cerimonie mistiche dei villaggi alla nightlife notturna, un viaggio estatico nella trance della chitarra elettrica che ha rivoluzionato la tradizione della Guinea Conakry e della world music Africana.

Ore 18.00 – Danza rituale del Benin: Koffi Koko (Benin)
Tribalità e stile contemporaneo europeo, iniziato ai riti animisti Nago e Yoruba, fin dall’infanzia danza per le divinità e gli antenati. Giunto in Francia sviluppa uno stile estremamente singolare che unisce la danza Afro e la coreografia europea.

Ore 21.00 – Ritmi santeri: Olu Batà (Cuba/Italia)
Ritmi dalle percussioni Batà e canti provenienti dalla tradizione Yoruba nel rito della Santeria cubana, culto sincretico che ha negli Orisha la forma immateriale. Guidati da Marco Fossati, da oltre 20 anni studioso di questa musica, con ospite d’eccezione Humberto Oviedo.

Tapa Sudana
Dal XII secolo, i versi di Farid ad- Din ‘Attar incantano da sempre  chi li legge o li ascolta, e hanno ispirato Peter Brookin uno dei suoi spettacoli più sorprendenti a cui Tapa Sudana partecipò come attore. Racconta come, per sottrarsi al caos e alla disperazione che opprimono il mondo, l’Upupa raccolga la moltitudine degli uccelli e la guidi alla ricerca di un re perduto, Simurg, che si dice abbia tutte le risposte. Un viaggio meraviglioso e tremendo verso la dimora di Simurg, protetta da sette meravigliose valli. In ognuna, gli uccelli dovrannoaffrontare insidie mortali: ma chi riuscirà a superarle otterrà una rivelazione inattesa.

Julien Raout, Florian Draussin
La Guinea Conakry ha rivoluzionato la chitarra elettrica nel West Africa. Immergendoci nella storia di questo strumento dal periodo coloniale ad oggi, dalle animazioni notturne nella capitale alle cerimonie mistiche nei villaggi, un viaggio esaltante nelle trances elettriche di questo paese. 

Koffi Koko
Dalla tradizione alla creazione è la sintesi del lavoro che presenta il danzatore e coreografo beinois, apripista della scena moderna africana in Europa. La sua formazione è una vera e propria iniziazione, passata attraverso i riti animisti e lacultura Nago-Yoruba, trova nuova linfa proprio quando si trasferisce dal Benin a Parigi e poi a New York, entrando in contatto con la lezione di artisti come P. Goss, Yoshi Oida, oltre alle scuole di K. Dunham e A. Ailey. La particolare simbiosi fra afro e occidente trova anche spazio nelle collaborazioni con i più importanti rappresentanti della danza e del teatro contemporanei.

Olu Batà
La Santeria cubana, una vera e propria religione afroamericana praticata oggi anche dai bianchi, originale dell’Africa equatoriale, giunta a Cuba dagli schiavi e divenuta culto sincretico che ha negli Orisha la forma immateriale. Canti, ritmi e danze della tradizione Yoruba per le divinità Elegguà e Changò, a cui sono consacrati i tamburi rituali Batà: il più piccolo si chiama Konkolo (o okonkolo), figlio o bambinomarca il tempo. Quello medio si chiama Itotele (o omelè enkò),colui che segue sempre. Il più grande si chiama Iyà che vuol dire madre: è il più grave e chiama l’inizio, i cambi di ritmo, l’improvvisazione. Anche i sonagli e le maracas hanno un ruolo attivo nel rito per il manifestarsi degli orisha. Gli Olubatà, guidati da Marco Fossati, da oltre 20 anni sono tra i più profondi studiosi di questa musica a livello europeo. Con Humberto Oviedo, Esmeralda Sciascia, Francesca Pezzani, Mario Principato, Manuel Merialdo, Olmo Andrei Manzano Anorve, Marco Fossati, coro Dada AnkoriIn collaborazione con Ri-Percussioni Sociali.


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