“Presto un tavolo per le aree archeologiche della Tuscia”

L’assessore alla Cultura Giuseppe Fraticelli sulla situazione di degrado sulle aree archeologiche

Riceviamo e pubblichiamo – Pur esprimendo apprezzamento per l’opera di sensibilizzazione che la vostra redazione porta avanti in merito alle problematiche delle aree archeologiche, che rappresentano una delle maggiori ricchezze del territorio, mi trovo nella necessità di esprimere alcune precisazioni in merito all’articolo “A Castel d’Asso, fra rifiuti, erbacce e tombe inaccessibili” apparso in data odierna su Tusciaweb.

A distanza di quasi due anni dalla firma della convenzione per la gestione dell’area, affidata all’associazione Archeotuscia, non ho difficoltà a ribadire che la strada intrapresa è l’unica possibile, in quanto la situazione di Castel d’Asso, per quanto possa apparire sicuramente non ottimale, rappresenta un esempio di come, grazie all’associazionismo e quindi senza oneri a carico degli enti pubblici, si tenti di “limitare i danni” in attesa di reperire fondi per interventi di un certo peso.

Dove non si è riusciti ad attivare sinergie sul modello Castel d’Asso, infatti, la situazione risulta al limite dell’irreparabile, e mi riferisco all’articolo apparso su Tusciaweb solo in data di ieri, “Acqua rossa… o “dark water”?”, che dimostra che, ove è assente anche la manutenzione minima garantita dal volontariato, si fa concreto il rischio di perdita definitiva del nostro patrimonio archeologico ed ambientale.

Tornando a Castel d’Asso, faccio presente che la Provincia, a seguito dei numerosi episodi di vandalismo segnalati da Archeotuscia (rimozione della cancellata in ferro, danneggiamenti al muro di recinzione, furto di tratti della rete e dei paletti di sostegno, per non parlare dei raid notturni nell’area della torre ecc.), ha proposto alla Soprintendenza archeologica per l’Etruria meridionale la costituzione di un tavolo di coordinamento per le aree archeologiche della Tuscia, ricevendo un convinto assenso, che ha portato alla convocazione, nello scorso mese di giugno, di una riunione con la medesima soprintendenza, la Regione Lazio ed il Comune di Viterbo, consentendo così di evidenziare i problemi non solo di Castel d’Asso, ma anche di Ferento e Norchia.

Inoltre, proprio ieri mattina ho posto all’attenzione della commissione Cultura un protocollo d’Intesa con Soprintendenza archeologica per l’Etruria meridionale, direzione regionale beni culturali e Regione Lazio per il “Sistema delle necropoli rupestri”, finalizzato alla salvaguardia e valorizzazione delle aree archeologiche secondo le rispettive specificità e competenze, dando attuazione ad una comune strategia di valorizzazione culturale del comprensorio delle necropoli rupestri e delle aree limitrofe. Ciò al fine di favorire lo sviluppo dei territori interessati, garantendo rapidità ed efficienza d’azione, oltre che unitarietà di indirizzo; sono concrete le speranze di poter fruire, a tale proposito, di fondi che sarebbero stati reperiti dalla Regione Lazio.

Non ultimo, tra le proposte di emendamento al bilancio proposte dal mio assessorato, figura la richiesta di una somma destinata proprio alle aree archeologiche del Viterbese, pur nella convinzione che gli sforzi degli enti e dell’associazionismo, in un momento tra l’altro di crisi finanziaria ed istituzionale come l’attuale, se possono contribuire all’impari lotta contro la vegetazione che rischia di soffocare le vestigia del nostro passato, possono essere messi nel nulla da atti vandalici perpetrati in modo tanto criminale quanto scientifico e deliberato.

L’augurio è che, anche grazie agli articoli dei mass media, l’attenzione sull’argomento venga tenuta alta e si attivi una operazione culturale nel senso più alto del termine, che favorisca la crescita della consapevolezza, nei cittadini, dell’importanza del nostro patrimonio archeologico e che induca al rispetto e alla tutela.

Giuseppe Fraticelli
Assessore alla Cultura della Provincia di Viterbo

11 settembre, 2013 – 0.18

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