Morte per puntura di zanzara, Codacons: colpa delle mancate disinfestazioni

In Italia, come nel Terzo Mondo, si può ancora morire di zanzare. E’ passata sotto silenzio la grave notizia di ieri della morte, a Reggio Emilia di una donna di 82 anni che, punta da una zanzara, è morta per essere stata infettata dal  virus West Nile. Il fatto che la paziente fosse anziana e soffrisse di una sindrome immunodepressiva non toglie nulla alla gravità del fatto. Specie perché sono già 7 i casi di positività rilevati in Emilia-Romagna. A rilanciare l’allarme il Codacons che punta il dito contro l’assenza di un serio controllo da parte delle regioni, i comuni e le Asl che, per risparmiare soldi, hanno smesso di contrastare la proliferazioni delle zanzare, come sanno tutti gli italiani che questa estate sono stati tormentati da questi insetti.

L’Associazione rilancia: “Le disinfestazioni sono fatte ormai  in modo saltuario, spesso solo dopo le proteste dei cittadini e, anche i comuni più virtuosi, smettono di disinfestare  da fine settembre ad aprile.  Gli interventi invernali, invece, sono indispensabili per eliminare il maggior numero di femmine svernanti che sopravvivono alle basse temperature invernali nascondendosi nei tombini, caditoie, rogge coperte, box, ascensori, cantine”.

Ma nessuno lo fa più. Costa troppo! Inevitabile, quindi, essere punti. Ma il rischio vero, come dimostra il caso di ieri, è il ritorno di malattie ormai debellate o l’arrivo di patologie che non avevano mai colpito l’Italia.Sono, infatti,  decine le pericolose affezioni che questo insetto può trasmettere: Chikungunya (guarda caso colpì la stessa zona, Ravenna, nel 2007), Dengue, febbre gialla, malaria, innumerevoli encefaliti  ecc ecc

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