Chi ha usato le armi chimiche in passato?








Soldati dell’esercito giapponese durante un’esercitazione contro attacchi chimici e biologici nell’isola di Hokkaido, in Giappone, il 4 luglio 2012. (Issei Kato, Reuters/Contrasto)

 

Il governo siriano e le forze d’opposizione si accusano a vicenda di aver usato armi chimiche. Il 21 agosto 2013 centinaia di persone sono morte in un’area intorno a Damasco controllata dall’opposizione, e non si esclude che nell’attacco siano stati usati gas tossici. Se l’uso di questi gas fosse confermato, non sarebbe la prima volta nella storia che si ricorre a questo tipo di armi. Alcuni esempi.

Agenti chimici

  • In Mesopotamia. La prima guerra chimica di cui si hanno prove archeologiche risale al terzo secolo dopo Cristo e riguarda la Mesopotamia, la stessa area geografica in cui oggi si trova la Siria. Mentre assediano la città di Dura Europos, controllata dall’impero romano, i soldati sasanidi posizionano dei bracieri e dei mantici nelle gallerie scavate sotto le mura e aggiungono bitume e zolfo che, bruciando, diventano tossici. In uno di questi tunnel gli archeologi hanno trovato i corpi di venti soldati romani, con ancora indosso le loro armi.
  • La prima guerra mondiale. Quasi 1.700 anni dopo scoppia la prima guerra mondiale. A Ypres, nelle Fiandre, durante la primavera del 1915 i tedeschi disperdono più di 150 tonnellate di gas di cloro, uccidendo migliaia di soldati francesi e delle colonie francesi. Per difendersi dal gas che invade entrambi i fronti, le truppe costruiscono delle maschere improvvisate con fazzoletti imbevuti di urina, che neutralizza l’effetto del cloro. Oltre la Germania, anche Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti (entrati in guerra nel 1917) sviluppano e usano agenti chimici in combattimento.
    Nel 1925, dopo i centomila morti provocati dalle armi chimiche nel corso del conflitto mondiale, 36 paesi firmano la convenzione di Ginevra che vieta l’uso di agenti chimici tossici (gli stati che hanno ratificato la convenzione sono diventati con gli anni 138). Nel 1997 entra in vigore la convenzione delle Nazioni Unite che proibisce non solo l’uso ma anche lo sviluppo, la conservazione e il trasferimento di armi chimiche (attualmente 189 dei 196 stati delle Nazioni Unite hanno ratificato il trattato; Israele e Birmania hanno firmato ma non ratificato; gli unici paesi a non aver firmato sono Angola, Corea del Nord, Egitto, Sud Sudan e Siria).

     

  • In Giappone, Vietnam, Iran e Iraq. Il napalm, una miscela che può sciogliere le superfici con cui viene a contatto, viene sviluppato nel 1943 da un gruppo di scienziati di Harvard, negli Stati Uniti. Di solito si associa alla guerra del Vietnam, ma è usato anche durante la seconda guerra mondiale. Un solo attacco statunitense su Tokyo, nel marzo del 1945, uccide 100mila persone (la bomba atomica sganciata su Hiroshima qualche mese dopo causerà più o meno lo stesso numero di vittime dirette). Negli stessi anni gli Stati Uniti portano avanti anche il Project X-Ray: un piano per colpire le città giapponesi con bombe-pipistrello, cioè pipistrelli a cui sono fissati ordigni al napalm e un timer. L’idea è che gli animali si posino sulle case di legno delle città e poi esplodano. Dopo alcuni lanci di prova, il progetto viene chiuso.

    Sempre negli anni quaranta viene sperimentato anche un altro composto chimico: l’agente arancio, un erbicida. Durante la guerra in Vietnam, tra il 1961 e 1971, gli Stati Uniti decidono di usarlo per distruggere le foglie degli alberi e rendere i vietcong più visibili. Ma così espongono alla diossina, il composto tossico contenuto nell’agente arancio, anche i civili vietnamiti e i soldati statunitensi (gli Stati Uniti firmano la convenzione di Ginevra nel 1975).

     

    Tra le armi chimiche le più pericolose e le più rapide ad agire sono i gas nervini, come il sarin e il vx. Il primo paese a usare il gas nervino in battaglia è stato l’Iraq, nella guerra contro l’Iran (1980-1988). Documenti della Cia pubblicati dalla rivista statunitense Foreign Policy il 26 agosto 2013 dimostrano che gli Stati Uniti sapevano dell’uso di armi chimiche da parte dell’Iraq e non hanno fatto niente per fermarlo. Si stima che più di 20mila soldati iraniani siano uccisi con il gas nervino e altri composti nel corso del conflitto. Il regime iracheno usa agenti chimici anche nel Kurdistan iracheno nel 1988: decine di centri abitati, tra cui la città di Halabja, sono colpite e muoiono almeno cinquemila curdi.

Batteri come armi

  • La peste. Nel 1346 i tartari stanno assediando la città di Caffa (l’attuale Feodosija, in Ucraina), quando sono decimati da una pestilenza. Secondo le cronache dell’epoca a quel punto decidono di usare i corpi dei soldati morti come artiglieria, lanciando i cadaveri dentro la città con delle catapulte. Sembra che sia stato questo a scatenare l’epidemia di peste a Caffa.
  • Il vaiolo. I britannici probabilmente sono stati i primi a usare il vaiolo come arma chimica. Nel 1763 la Gran Bretagna sta combattendo contro i francesi e i loro alleati nativi americani per il controllo di quello che poi sarebbe diventato il Canada. In uno scambio di lettere tra ufficiali dell’esercito britannico si suggerisce di ricorrere a ogni stratagemma contro i nemici, anche a coperte infettate con il vaiolo. I nativi americani, che non sono mai stati esposti prima a una malattia simile, sono sterminati.

    Nel 1980 l’Organizzazione mondiale della sanità dichiara che il vaiolo è stato sconfitto definitivamente, e solo Stati Uniti e Russia sono stati autorizzati a mantenere riserve del virus a scopi di ricerca (sviluppare nuovi vaccini o farmaci). Nel 1992 però il disertore russo Ken Alibek afferma che il suo paese ha fatto scorte di vaiolo per usarlo come arma durante la guerra fredda. Non si sa se altri stati sono riusciti a ottenere dagli scienziati russi campioni di vaiolo, ma la Russia e gli Stati Uniti continuano a conservarne delle scorte.

(Anna Franchin)

Per saperne di più

  • La convenzione delle Nazioni Unite sulle armi chimiche.
  • La lista stilata dalla Arms control association indica il possesso o meno di armi chimiche o batteriologiche e la partecipazione ai trattati contro il loro uso, paese per paese.
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