La fatua passerella di Ricci sui Cimini Nessun impegno dell’assessore regionale sulla crisi della castanicoltura

da viterbonews24

24/07/2013 – 04:00

 

di Codadilupo

VITERBO – Solo fuffa. Il solito bla bla inconsistente e inconcludente. E’ stata un’inutile passerella quella compiuta ieri da Sonia Ricci, assessore all’Agricoltura della Regione Lazio sui Cimini. Un po’ d’aria fresca, insetticidi permettendo, un po’ di cucina tipica e null’altro. Non una parola sui problemi, gravissimi, dei castanicoltori; nemmeno un accenno alla costituzione di un fondo per il sostegno al reddito delle aziende che, anche quest’anno, avranno un raccolto ridotto all’osso e del tutto inesistente; non uno straccio d’impegno a combattere con tutti i mezzi l’uso fuorilegge dei velenosissimi insetticidi; nemmeno una sillaba sulla lotta biologica al cinipide, l’insetto che da anni sta devastando i castagneti, e tanto meno sul potenziamento del centro di allevamento del torymus sinensis, l’altro insetto antagonista del cinipide, unica soluzione efficace per debellare l’infestazione. Solo fuffa. Il solito bla bla inconsistente e inconcludente.

Eppure l’assessore Ricci di sollecitazioni sull’argomento ne aveva ricevute eccome. Tutti i rappresentanti delle associazione agricole intervenuti all’incontro con i sindaci e i responsabili di circolo del Pd le hanno fatto presente che tra i tanti malanni che affliggono l’agricoltura viterbese, quello che attanaglia i castagneti e il più grave e impellente. Ma lei niente, ha risposto a tutto o quasi meno che sulla castanicoltura.

”A poche settimane dal nostro insediamento – ha detto l’assessore Ricci – siamo riusciti a sbloccare 41 milioni di euro da destinare ai Comuni del Lazio, che consentiranno di mettere in moto l’indotto”. Chi avesse voglia e tempo di consultare la stampa, si accorgerebbe che sono le stesse identiche parole pronunciate dal suo parigrado della giunta Polverini, circa tre anni e mezzo fa. Si tratta di soldi già a disposizione della Regione che erano rimasti per i motivi più vari ”insabbiati” nei cassetti dell’assessorato. Insomma, un atto dovuto o poco più.

L’assessore Ricci ha poi lanciato un’idea sbalorditiva: la programmazione. ”La vera sfida – ha sottolineato – è la programmazione, che significa pensare come stare insieme. Bisogna puntare sempre più sulla qualità perché c’è un’attenzione diversa alla cultura del cibo. E’ una sfida che il Lazio sa e deve cogliere. Finora è mancata una visione e un’idea strategica. Bisogna poi snellire i procedimenti burocratici per le imprese, che devono essere accompagnate nel processo di sviluppo”. Beh, qui l’impegno si fa più gravoso: per capire quanto datate siano le ”novità” annunciate da Ricci, infatti, bisogna tornare indietro non solo di tre, ma di otto o addirittura di dodici anni. Programmazione, tutela della qualità dei prodotti, cooperazione, snellimento delle procedure sono nell’agenda regionale da svariati lustri. Si potrebbe obiettare che se sono ancora d’attualità è perché nessuno finora le ha realizzate. E’ vero. Ma il sospetto che potrebbero esserlo ancora tra cinque anni è più che legittimo. Si vedrà.

Resta però il fatto che l’assessore Ricci ha dribblato l’emergenza cinipide, la lotta all’uso fuorilegge dei velenosissimi fitofarmaci che uccidono tutti gli antagonisti naturali del cinipide tranne il cinipide stesso, inquinano le falde idriche, mettono a repentaglio la salute della popolazione, sterminano la fauna autoctona, rendono immangiabili i funghi e gli altri frutti del sottobosco e non aumentano nemmeno di un etto la produzione di castagne. Per la gioia delle multinazionali che producono insetticidi & veleni.

Intanto, nel comprensorio dei Cimini stanno andando in fumo altri 15-20 milioni di euro. E le fila di coloro che stanno pensando seriamente di abbandonare a se stessa un’agricoltura che non crea più reddito, con tutto ciò che potrebbe significare dal punto di vista ambientale e dell’assetto idrogeologico del territorio, si gonfiano di giorno in giorno.

 

 

 

 

  

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