Emergenza suicidi, Pastorelli: Sviluppare anticorpi e agire subito con realismo

da Avanti

Pubblicato il 10-06-2013

Ercolano-fioraio suicida

Le foto scattate ritraggono un uomo dall’aspetto dimesso e triste, ma non disperato. Un’altra vittima, non l’ultima di una lunga serie di morti che insanguina il paese. Uno stillicidio. Poche ore prima che il fioraio di Ercolano, Antonio Formicola, si era dato fuoco e buttato nel vuoto dal balcone di un ufficio del Comune, infatti, a Brusasco, in provincia di Torino, un uomo di 35 anni è stato trovato dai parenti impiccato ad un albero vicino alla sua abitazione. Aveva recentemente perso il lavoro, era disoccupato. Ad aumentare il tormento che non è riuscito a reggere c’erano anche i debiti che non sapeva come saldare. Così la Repubblica Italiana fondata sul lavoro perde i suoi cittadini, uno dopo l’altro, come birilli che cadono in una macabra sequenza. Quell’Italia che si riscopre unita, da Nord a Sud, nella difficoltà di ritrovarsi più povera, più fragile, più sola. Un problema che ha cause diverse, come tutti i problemi complessi, ma che, come recentemente evidenziato dal rapporto “Osservasalute 2012”, trova nella crisi un detonatore. Il direttore dell’Osservatorio nazionale sulla salute nelle regioni italiane, Walter Ricciardi, ha infatti evidenziato che negli ultimi quattro anni, sono aumentati «del 20-30 per cento» i suicidi dovuti a motivazioni economiche, mentre «restano piccoli i numeri totali dei suicidi in Paesi come il nostro».

GLI STROZZINI – E la tragedia dei suicidi unisce nord e sud, ma anche le classi sociali: dai giovani disoccupati agli imprenditori che scivolano, passo dopo passo, nella spirale dei pagamenti che non arrivano, del blocco del credito da parte delle banche, delle tasse da pagare fino ad arrivare, a volte, fin nelle mani degli strozzini. «Poche migliaia di euro in alcuni casi, debiti milionari in altri: a innescare i pensieri di morte e la soffocante sensazione di non farcela più possono essere problemi economici di entità molto diversa». Maurizio Pompili, direttore del Servizio per la prevenzione del suicidio dell’ospedale S.Andrea di Roma, ha sintetizzato così la situazione che ha fatto schizzare a  «+10-15 per cento il numero dei suicidi, legati alla crisi negli ultimi due anni, concentrato nella popolazione in età lavorativa: soprattutto uomini dai 25 ai 69 anni».

PASTORELLI (PSI), SVILUPPARE ANTICORPI E AGIRE CON REALISMO – «Sono mesi che denuncio la situazione insostenibile che vivono i lavoratori e i piccoli imprenditori colpiti dalla crisi e dalla disoccupazione che, in alcuni casi, porta a gesti estremi». Lo afferma il deputato del Psi, Oreste Pastorelli, impegnato in prima linea nella promozione di misure volte a contrastare lo stillicidio dei suicidi. «I drammatici fatti di oggi sono solo l’ennesima, terribile, dimostrazione di quanto sia sottostimata la congiuntura che viviamo». Pastorelli continua definendo «necessario creare anticorpi in grado di fermare questa epidemia». «Sto lavorando alla creazione di interventi che affrontino l’emergenza attraverso azioni mirate, dirette e strutturali, articolate su più fronti: innanzitutto si deve ripristinare un sistema sano di erogazione del credito». Pastorelli sottolinea, infatti, che per «aiutare le imprese a crescere e a creare lavoro, rilanciando la crescita, gli imprenditori devono poter avere accesso al finanziamento delle proprie imprese. Solo così si riesce a spezzare il circolo vizioso, agendo sugli elementi strutturali che lo determinano». L’altro fronte è quello del lavoro: «In tanti parlano dell’emergenza lavorativa, soprattutto giovanile, ma pochi propongono soluzioni praticabili. Io credo si debba ripartire, con estremo realismo, facendo i conti con le risorse a disposizione. A fianco delle politiche di lungo periodo, pur fondamentali, ci vogliono interventi concreti e immediati che puntino sulla ricchezza del territorio del nostro Paese e sull’ambiente», ricorda Pastorelli. «Come imprenditore e amministratore locale, negli anni, ho imparato quanto questi due elementi combinati siano centrali, insieme al tessuto delle piccole e medie imprese, per l’economia nazionale e quanto potenziale possano esprimere, in poco tempo e con investimenti praticabili, per creare lavoro e favorire la ripresa».

 

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