Festa della donna 8 marzo: le sue origini

da youreporternews

8 marzo 2013 – 10:29

 

 

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ROMA – Ricorrenza annuale la festa della donna, l’8 marzo, che si celebra ormai in moltissimi paesi del mondo, ma le sue origini sono statunitensi.

Prima di Halloween dunque, l’Europa ha ereditato dagli Stati Uniti questo rituale, che oltre oceano si festeggiò per la prima volta nel 1909.

 

L’Italia attende fino al 1922 e i festeggiamenti cadono il 12 marzo, per iniziativa del partito comunista. Ogni anno, successivamente, poco prima della primavera, le donne vengono omaggiate con il fiore divenuto simbolo del loro genere, la mimosa. Simbolo delle conquiste e dei diritti acquisiti dalle donne, ma anche occasione per non dimenticare i soprusi, le violenze e le ingiustizie che ancora si consumano nei confronti di moltissime donne, in vari paesi del mondo.

Nel 1908 le operaie dell’industria tessile Cotton di New York, misero in atto uno sciopero per protestare contro i più bassi livelli di salario percepiti, a confronto con i dipendenti di sesso maschile e contro le condizioni di lavoro. Fu una forte presa di coscienza che risvegliò un senso di solidarietà forte e sfociò in un’agitazione che durò per giorni interi. Fino a quando il proprietario, quando la situazione era ormai sfuggita di mano, il giorno 8 marzo di quell’anno fece sbarrare tutte le porte dello stabilimento e scoppiò un incendio che causò la morte di 129 donne.

Rosa Luxemburg, militante del partito comunista volle in seguito mantenere quella data per ricordare l’accaduto e celebrare la protesta femminile sfociata in tragedia a New York.

Vero è che , sempre a New York un’altra tragedia vide come protagonisti 146 lavoratori, per lo più giovani donne europee immigrate, che morirono a causa di un rogo alla fabbrica Triangle, il 25 marzo 1911.

E poi c’è la manifestazione nel marzo 1917 a San Pietroburgo, di donne scese in piazza a favore della fine della guerra, che portò poi alla rivoluzione di Febbraio e alla successiva caduta dello zar, con la conquista del voto politico per il genere femminile.

Nel 1959 in Italia, le senatrici Luisa Balboni, Giuseppina Palumbo e Giuliana Nenni presentarono una proposta di legge per rendere la giornata della donna una festa nazionale.  Anche se l’iniziativa in un primo momento cadde nel vuoto.

La festa della donna è ora occasione per parlare di femminicidio, di violenza che spesso si consuma all’interno delle mura di casa e vede protagonisti i mariti, i fidanzati, i padri e i parenti di sesso maschile. Nel 2012 sono 124 le donne uccise nel nostro paese.

“#8marzo: siamo impegnati a tutti i livelli affinché ogni donna nel mondo viva libera da violenze e discriminazioni”, ha scritto su Twitter il ministro degli Esteri, Giulio Terzi, in occasione della giornata internazionale della donna.

Dal 2005 sono 901, una strage. I delitti nella maggior parte dei casi si consumano al nord del Pese, proprio dove le donne appaiono più autonome, indipendenti. E nel 40% dei casi, stando ai dati del 2012 le vittime avevano denunciato violenze e maltrattamenti, prima di venire uccise. Un dato che fa riflettere. E che impone l’attenzione sulla prevenzione e la necessità di fare della protezione nel caso di situazioni a rischio, la prima arma con cui contrastare il femminicidio.

 

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