A Fiumicino un giovane ivoriano tenta di uccidersi dandosi fuoco.

Gli veniva negato il diritto di restare in Italia, gli veniva negato di essere quello che era: un essere umano.

 

Per rendersi visibile si e’ acceso. Pensando che forse perdendo la vita avrebbe restituito ad altri la vista. Fanno luce i roghi mentre ardono. La carne umana che brucia, l’immane dolore della consunzione, l’orrore delle fiamme che divorano un essere umano e ne fanno cenere – avra’ pensato che avrebbero risvegliato un comune sentire il dolore comune, avrebbero resuscitato l’umanita’ che troppi hanno sepolta.

 

A Fiumicino nel famoso aeroporto un uomo ha cercato di restare umano e di richiamare alla comune umanita’ facendosi fiaccola gemente, bruciando la sua medesima carne, la sua unica vita.

 

Leggo che e’ stato soccorso. Bene. Che possa essere salvato. Che possa veder riconosciuto il diritto per il quale era disposto a rinunciare alla sua stessa vita. Che possa questo gesto disperato liquefare la cera che ci sigilla gli occhi. Nessun uomo e’ straniero, tutti fanno parte della stessa umanita’. Il mondo e’ di tutti tutto, un’unica casa comune. Siano abolite nel nostro paese le infami leggi razziste, cessi l’hitleriana persecuzione dei migranti.

 

Vi e’ una sola umanita’.

 

Peppe Sini, responsabile del  “Centro di ricerca per la pace e i diritti umani” di Viterbo

 

Viterbo, 16 febbraio 2013

 

Mittente: “Centro di ricerca per la pace e i diritti umani” di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail:nbawac@tin.it e centropacevt@gmail.com , web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

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