Figli di oggi. Cittadini (fragili) di domani. E’ questo il titolo che Telefono Azzurro ed Eurispes hanno dato alla XIII edizione dell’indagine conoscitiva sulla condizione dell’Infanzia e dell’Adolescenza presentata oggi a Roma. “I ragazzi non nascono fragili ma sono resi fragili da una società che presenta sfide e pericoli insidiosi, cui in molti casi gli stessi adulti non sono preparati” ha commentato il professore Ernesto Caffo, presidente di SoS il Telefono Azzurro Onlus.
L’obiettivo del Professore Caffo è “farsi portavoce dei bisogni che i bambini hanno espresso nella nostra indagine”: “E’ per questo motivo che chiediamo alle istituzioni e forze politiche di affrontare seriamente la questione infanzia nel nostro Paese con investimenti immediati, soprattutto in percorsi educativi e culturali, che porteranno ad un ritorno di investimento perché capaci di donare benessere agli adulti di domani. La voce dei bambini e degli adolescenti ha bisogno di essere ascoltata, non lasciamoli soli” ha spiegato ancora il Professore Caffo.
L’indagine analizza diversi aspetti della condizione dei bambini (7-11 anni) e degli adolescenti (12-18 anni) e non poteva non partire dalla percezione della crisi economica che hanno i due soggetti dell’indagine.
Il 28,7% dei bambini tra i 7 e gli 11 anni vive in un contesto familiare segnato dalla crisi economica, mentre il 61,1% dichiara che la propria famiglia non è stata colpita. Si tratta sicuramente di un dato al ribasso, influenzato sia dalla capacità di captare le problematiche e le preoccupazioni dei genitori, sia dalla volontà di questi ultimi di non coinvolgere i piccoli. A conferma di ciò l’alto tasso di non risposta (10,2%), come pure quello indicato tra gli stessi bambini più grandi di età tra i 10 e gli 11 anni (40,8%, contro il 28,2% di quelli tra i 7 e i 9 anni). Gli adolescenti sono, invece, più consapevoli e anche più preoccupati per gli effetti della recessione economica: la famiglia di 1 adolescente italiano su 2 è stata colpita dalla crisi. Nel 2010 più di un adolescente su quattro riteneva che la crisi economica avesse colpito la propria famiglia (29%), oggi ben la metà dei ragazzi (50,1%) si dice consapevole della difficile situazione economica che vive in prima persona nella propria famiglia. Allo stesso modo, gli adolescenti si mostrano più responsabili e riferiscono di aver adottato una maggiore accortezza nelle proprie spese. In particole il 63,7% ha deciso di spendere meno nell’acquisto di nuove tecnologie, di risparmiare sui soldi spesi con il cellulare (53,9%), per i vestiti(57,8%) e per le uscite. Alcuni invece hanno deciso di fare a meno della paghetta (33,7%).
Ciononostante uno degli episodi che capita più di frequente ai ragazzi è quello di perdere molti soldi giocando: capita infatti al 24,9% (spesso al 3,7%, qualche volta al 5,8%, raramente al 15,4%). Tra due modalità possibili di gioco a soldi il canale online coinvolge il 12% dei ragazzi (il 2,5% gioca spesso, il 3,4% qualche volta, il 6,1% raramente). Un notevole incremento si ha nella modalità non online con il 27% (il 4,6% gioca spesso, il 10,4% qualche volta, il 12,% raramente). Gli adolescenti giocano soprattutto su Internet (39,9%), seguito dalle sale giochi (17,8%) e dai tabacchi (14,4%). Non superano la soglia del 10% le edicole, il Bingo e i bar/ristorante. L’ambito delle scommesse sportive è quello che stimola i ragazzi a giocare più spesso per soldi online, interessando 1 intervistato su 5 (il 20,2%); tale dato diventa ancora più pregnante se sommato all’occorrenza qualche volta (13,3%) e raramente (11,1%), toccando così il 44,6%, ovvero sfiorando la percentuale di coloro che dichiarano di non averci mai giocato (il 46,4%). Situazione analoga per il mondo del “Gratta e vinci”, laddove il 49,6% dichiara di avervi giocato (spesso l’8,2%, qualche volta il 19,1%, raramente il 22,3%), superando in questo caso la percentuale di coloro che rispondono “mai”, il 41,6%. Gettonato anche il Pocker (Texas Hold’em, ecc.) al quale i ragazzi hanno giocato nel 32,3% dei casi (spesso 11,7%, qualche volta 9,5% e raramente 11,1%). Seguono con il 29,7% Totocalcio, Tris e Ippica(spesso 11,9%, qualche volta 7,7% e raramente 10,1%); con il 27,6% gli skill games (spesso 7,4%, qualche volta 6,9% e raramente 13,3%); con il 25,4% le Lotterie (spesso 5,3%, qualche volta 5,8% e raramente 14,3%); con il 21,5% le Slot machine (spesso 5,3%, qualche volta 6,6% e raramente 9,3%).
Dal Rapporto emerge, infatti, che c’è un’emergenza ‘gioco’ che riguarda anche i bambini: Se l’82,9% dei bambini cui è stato sottoposto il questionario dichiara di non aver “mai” giocato online a soldi, la percentuale scende al 74,1% per il gioco a soldi non online: un bambino su quattro risulta coinvolto all’interno di un fenomeno, quello del gioco, la cui portata e rilevanza non devono essere assolutamente sottovalutate. Gioca spesso a soldi online l’1,4% dei bambini del campione, lo fa qualche volta il 3% e raramente il 3,6%. I giochi che prevedono denaro non online fanno registrare percentuali maggiori (5,1% spesso, 3,8% qualche volta e 6,4% raramente).
Il gioco prediletto dai bambini è il Gratta e vinci, cui dichiara di aver giocato il 33,7%, mentre l’11,4% e l’11,1% ha invece giocato rispettivamente alle Lotterie ed al Bingo. Per quanto riguarda il Videopoker e leSlot machines, che sono senza dubbio i giochi d’azzardo che destano la maggior preoccupazione, le percentuali di bambini che dichiarano di aver giocato a questi due pericolosi giochi d’azzardo non sono affatto trascurabili (rispettivamente il 7,8% ed il 6,9%), tanto più se si considera che, ammette di non avervi mai giocato, ma che tuttavia vorrebbe farlo, un numero quasi doppio di bambini (rispettivamente il 13,3% ed il 13,5%).
L’indagine indaga anche il rapporto di bambini e adolescenti con la tecnologia e non solo. La Tv è il media più usato dai bambini seguono il computer, i videogiochi e il cellulare. A tal proposito il Rapporto evidenzia che il 62% dei bambini ha a disposizione un telefonino proprio, contro il 35,4% che ne è sprovvisto. Il 44,4% dei bambini acquisisce un cellulare tra i 9 e gli 11 anni. Il 17,6% ha un cellulare prima dei 7 anni. Tra gli adolescenti è pc-dipendenza tanto che si parla di rischio dipendenza da Internet. Alla domanda “ti capita, quando sei connesso a Internet, di non riuscire a staccarti, anche se ti sei riproposto di farlo?” quasi metà degli adolescenti (47%) risponde “qualche volta”, al 14,5% accade spesso e al 7,2% sempre. Solo il 30,3% dei ragazzi non mai messo in atto comportamenti di dipendenza, anche se con diverse gradazioni, dalla Rete.
Infine i sentimenti: si dichiara spesso divertito il 65,5% dei bambini e il 64,8% felice. I ragazzi dai 12 ai 18 anni appaiono, invece, prevalentemente felici (lo sono spesso nel 66,6% contro il 2,2% che non lo è mai ) e divertiti (67,6% contro il 2%). Tuttavia questi sentimenti sono oscurati in parte dalla noia che coinvolge qualche volta il 40,4% dei giovani (raramente il 30,8%) e spesso il 19,5%.
“In misura inversamente proporzionale alla loro massiccia presenza nello scenario mediatico e simbolico – secondo il Presidente dell’Eurispes, Prof. Gian Maria Fara –, i giovanissimi sono costantemente assenti sui fronti che più contano: quelli delle decisioni politiche, delle scelte, degli investimenti, delle tutele reali. La nostra indagine è espressione del riconoscimento di due diritti fondamentali dei bambini e degli adolescenti: quello all’ascolto e alla partecipazione. Solo ascoltandoli e comprendendone i vissuti è possibile capire il reale impatto che alcune condizioni di vita hanno sul loro benessere psicofisico, ipotizzando e proponendo soluzioni concrete alle specifiche difficoltà che incontrano, ma anche valorizzandone risorse e capacità”.