Lago di Bolsena, ecosistema a rischio, Nascetti: ”Potrebbe fiorire l’Alga rossa

Lago di Bolsena, ecosistema a rischio, Nascetti: ”Potrebbe fiorire l’Alga rossa”
 
02/11/2012 – 15:49

 

VITERBO – (Li.Sa.) Nel lago di Bolsena si potrebbe innescare “un processo favorevole alla fioritura della cosidetta Alga rossa, Planctothris rubescens, che produce tossine nocive per la salute umana. Se la presenza di nutrienti come fosforo e azoto raggiunge il rapporto di 1 a 10, optimum di nicchia ecologica per l’alga, questa potrebbe fiorire’.

E’ l’allarme lanciato dal professor Giuseppe Nascetti, ordinario di Ecologia e Prorettore vicario dell’Università della Tuscia, tirando le conclusioni del convegno di studi che si è volto il 28 ottobre presso la Rocca dei Papi a Montefiascone dal titolo “Il lago di Bolsena: un ecosistema a rischio?”. Un confronto sulle reali condizioni del lago, delle sue acque, e sulle cause del graduale degrado dell’ambiente lacustre, organizzato dal comune di Montefiascone, dall’Università della Tuscia, dall’associazione Lago di Bolsena e moderato dall’assessore all’Ambiente Renato Trapè.

Durante il convegno, Nascetti, ha specificato che ad oggi nel bacino lacuale di Bolsena non c’è stata nessuna fioritura dell’alga. Ma, confrontando i dati registrati con quelli del lago di Vico, è emerso che in quello di Bolsena è in atto un processo di “eutrofizzazione” che ha portato, negli ultimi anni, ad una classificazione ecologica da “buono” a “sufficiente”.

Un trend di declino che “deve essere invertito da chi di dovere adottando le soluzioni adeguate” ha sottolineato il professore. Anche perché l’Unione europea chiede il rientro nel parametro “buono” entro il 2015. Si tratta, inoltre, di una priorità per salvaguardare un bene del territorio che, in quanto lago vulcanico, è classificato “Sito idrogeologico a protezione speciale”, unico in tutta l’Euroasia.

Secondo l’ingegnere Bruni, presidente dell’associazione Lago di Bolsena e studioso del lago, “il degrado è reale” e per questo occorre intervenire subito in modo da “arginare l’arrivo del fosforo e dei nutrienti nel lago, sostanze che provengono dall’agricoltura e dal collettore fognario”.

“A questo proposito – ha affermato Bruni – abbiamo presentato alla Regione Lazio l’iniziativa “Firme salvalago”, con 13mila firme dei cittadini in accordo con i sindaci e l’assessorato all’Ambiente della provincia di Viterbo, per chiedere i fondi necessari alla sistemazione del collettore fognario circumlacuale del bacino: 2,5 milioni di euro nel 2012 e 1,5 milioni di euro nel 2013. Ma ad oggi sono arrivati solo 200mila euro per la manutenzione ordinaria”.

Il direttore del Cobalb Massimo Pietrangeli, presente in sala e chiamato in causa allo stesso Bruni, ha assicurato che “secondo quanto gli è stato riferito direttamente alla Regione Lazio, la cifra di 2 milioni di euro è stata inserita nel bilancio regionale e sarà presto disponibile. I primi lavori potrebbero essere cantierabili a marzo o aprile 2013”.

La chimica del lago di Bolsena nell’ultimo decennio – E’ prioritario che tutte le acque del bacino acquifero “ritornino al lago completamente depurate dopo il loro uso”. A questa conclusione è giunto il dottor Rosario Mosello, direttore dell’Istituto per lo studio degli ecosistemi del Cnr di Pallanza per il quale è necessario “eliminare tutti gli scarichi che contengono il fosforo”.

I carichi antropici, vulnerabilità intrinseca e limiti di sostenibilità del bacino –L’argomento è stato illustrato dalla dottoressa Maria Nicolina Ripa che ha sottolineato come all’interno del bacino la presenza del fosforo “deriva dagli scarichi delle attività agricole, dai seminativi dei vigneti e oliveti”. Per tutelare lo stato di salute del lago, poi sembra che non sia sufficiente allontanare i reflussi civili ma occorre stabilire anche qual sia il massimo carico umano sostenibile.

In particolare e sempre secondo la dottoressa Ripa, occorrono delle misure specifiche come: “risanare il collettore lacuale, una gestione unitaria del sito lacuale da parte di tutti i comuni del lago. Necessaria anche una gestione sostenibile dei sistemi agricoli e forestali come la riduzione delle concimazioni, incentivazione delle coltivazioni biologiche e l’inserimento delle fasce filtro. Quest’ultime dovrebbero essere inserite agli sbocchi dei fossi in modo da consentire l’abbassamento dei nutrienti che si immettono nelle acque del lago”.

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