Area Tuscia-Etruria-Umbria e Circumcimina, il sogno può diventare realtà

da ontuscia
In: EconomiaPoliticaPrimopiano 1Viterbo

20 ottobre 2012 – 00:23

Stazioneferrovia250

Marco D’Angelo

 

PROVINCIA – La spending review? Occasione da cogliere al volo per avviare la creazione dell’area Tuscia-Etruria-Umbria. E’ questa, insieme alla riapertura della linea ferroviaria Civitavecchia-Capranica-Orte con conseguente nascita della Circumcimina, la priorità dei comitati che da anni si battono per far uscire il territorio locale dall’isolamento.

 

“La Tuscia non può più continuare a presentarsi come periferia secondaria della Capitale – spiegano i rappresentanti del Comitato per la riapertura della linea ferroviaria Civitavecchia-Capranica-Orte, Aics, Accademia Kronos e il Comitato promozioni Alto Lazio –, per questo invitiamo i politici ad attivarsi e farsi carico delle nostre proposte in vista delle prossime elezioni. E’ vero che con la spending review non sono permessi, nell’immediato, accorpamenti fuori regione, ma bisogna comunque partire per la realizzazione della provincia Etruria, comprendente Viterbo e Rieti, i paesi dell’alta provincia di Roma e Civitavecchia. L’area geografica in cui viviamo, dovrà poi in futuro porsi come cerniera tra le regioni vicine quali Umbria, Marche, Abruzzo e bassa Toscana, sviluppando tutte le infrastrutture necessarie che permettano di emancipare definitivamente il nostro territorio. L’Interporto Centro Italia di Orte e il Porto di Civitavecchia sono le basi da cui partire, i cardini che l’Alto Lazio dispone per il riequilibrio non solo politico, ma anche commerciale della zona. La riapertura della Civitavecchia-Capranica-Orte (dismessa dal 1961) oltre a non avere costi proibitivi – proseguono dai comitati – si configurerebbe come linea ferroviaria dei Due Mari (Civitavecchia-Orte-Terni-Ancona), permettendo all’Interporto di poter sfruttare a pieno tutte le sue potenzialità”.

 

Il sogno dei promotori di questa ‘rivoluzione del trasporto locale’ è quindi la Circumcimina, che nascerebbe con il congiungimento di ferrovie già esistenti. Gli interventi più importanti consisterebbero nel: realizzare un collegamento tra la linea FS e la linea Roma-Civita Castellana-Viterbo presso il nodo del capoluogo, superando l’isolamento in cui vertono attualmente le due stazioni di Viterbo: Porta Fiorentina ed ex Roma Nord; costruire a Fabrica di Roma una sola stazione al servizio della linea Roma-Civita Castellana-Viterbo e della linea da riattivare Civitavecchia-Capranica-Orte; la riapertura delle stazioni de La Quercia, San Martino al Cimino e Vico Matrino (Capranica), in modo da creare un servizio più capillare sul territorio.

 

 

In questo modo si realizzerebbe un anello ferroviario completo che permetterebbe con interventi modesti, la creazione di una vera e propria metropolitana a livello provinciale. Si tratta infatti di realizzare 100 metri di binario a Viterbo eliminando l’attuale stazione della Roma nord, più un sottopasso che elimini il passaggio a livello di piazzale Gramsci e 300 metri di raccordo tra Fabrica di Roma e Corchiano, nel punto in cui la Roma Nord sottopassa la Civitavecchia-Capranica-Orte.

 

Non da ultimo, considerando che la Roma-Capranica-Viterbo passa a poche centinaia di metri dall’ospedale Belcolle, realizzando in questo una fermata si permetterebbe, cosa oggi impossibile, a gran parte dei cittadini dei centri della provincia di servirsi dei mezzi pubblici (con un vantaggio non da poco per decine di migliaia di persone) per recarsi nel nosocomio più importante del viterbese.

 

La Circumcimina avrebbe pertanto il vantaggio, in sinergia con le altre linee ferroviarie viterbesi, ma anche con un potenziamento del servizio pubblico effettuato con i bus, di essere una alternativa all’auto privata, in una situazione economica che vede i carburanti sempre più cari.

 

Recentemente la Provincia di Viterbo ha firmato una convenzione con il Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile ed Ambientale (Dicea) dell’Università “La Sapienza” di Roma, per la realizzazione di uno studio particolareggiato sul potenziamento delle linee ferroviarie della Tuscia.

 

Il Piano di bacino del trasporto pubblico locale approvato all’unanimità dal consiglio provinciale, prevede infatti come punto cardine il miglioramento dell’efficienza del sistema ferroviario con l’obiettivo di ridurre il traffico su gomma provocato sia dal trasporto dei passeggeri che delle merci. Il Dicea possiede infatti competenze tecnico scientifiche specifiche sui temi dei servizi innovativi del trasporto pubblico locale, con particolare riguardo alla pianificazione del trasporto ferroviario, ed offre la propria disponibilità ad avviare attività di ricerca su tali ambiti.

 

“I presupposti ci sono tutti – concludono dai comitati – bisogna solo metterli in pratica”.

 

Aggiungi ai preferiti : Permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *