Iran: Ministro Esteri, ‘produzione armi chimiche da parte di certi paesi e’ inaccettabile’

 
Iran: Ministro Esteri, 'produzione armi chimiche da parte di certi paesi e' inaccettabile'

 

 TEHERAN- “ La Repubblica Islamica dell’Iran farà parte attiva della campagna per sradicare tutte le armi chimiche dal pianeta”. A dirlo Ali Akbar Salehi, ministro degli esteri iraniano parlando durante un discorso a un incontro ad alto livello con I responsabili dell’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (OPAC) presso la sede delle Nazioni Unite a New York.

  Salehi sottilineando che l’Iran è uno dei Paesi più colpiti al mondo dalle armi chimiche, ha detto che la Convenzione sulle armi chimiche (CWC) può dare un importante contributo alla campagna per la pace nel mondo e gli sforzi per mantenere la sicurezza internazionale. Il ministro degli esteri iraniano ha poi dichiarato che la Repubblica islamica, che recentemente ha assunto la presidenza di turno del Movimento dei Paesi Non Allineati, farà ogni sforzo per garantire l’applicazione effettiva della convenzione del divieto dell’uso delle armi di distruzione di massa tra cui anche le armi chimiche. Ramin Mehmanparastm il portavoce del ministero degli Esteri iraniano parlando all’Onu ha ricordato l’uso frequente da parte dell’Iraq di armi chimiche contro l’Iran durante la guerra di otto anni del 1980.

In uno dei peggiori attacchi, l’ex dittatore iracheno Saddam Hussein ha ordinato l’uso di bombe a gas senape di zolfo sulla città curda Sardasht nella provincia nord-occidentale iraniana di Azarbaijan Occidentale, il 28 giugno 1987. Sardasht è la terza città più popolata del mondo, dopo Hiroshima e Nagasaki in Giappone,ad  essere deliberatamente preso di mira con armi di distruzione di massa la quale è stata anche la prima città al mondo ad essere attaccati con gas velenosi. L’attacco di armi chimiche ha ucciso oltre 100 civili iraniani e centinaia di altri feriti. Il bilancio reale delle vittime, tuttavia, è molto più alto in quanto i 5.000 abitanti della città, con una popolazione di 20.000  al momento dell’attacco, ancora oggi soffrono dalle malattie gravi delle vie respiratoria e dermatologiche. ”Se un Paese usa armi di distruzione di massa, questo rappresenta la fine della legittimita’, dell’ammissibilita’, della legalita’ di un governo”, ha spiegato Salehi. Le ”armi di distruzione di massa – ha aggiunto – sono contro l’umanita’ e questo non e’ accettabile”.

 
 
 
 
 

 
 

 

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