La Regione Lazio e la spendig di più

Sassi – Al cittadino non far sapere quanto sperpera il consigliere

da viterbonews24

16/09/2012 – 04:00

 

di ARNALDO SASSI

Cari viterbesi, dovesse capitarvi di incontrare per strada Renata Polverini, governatrice del Lazio, o uno dei 70 consiglieri che compongono l’intera assise della Pisana, dovreste far loro questa semplice domanda: ”Ma è mai possibile che io, come tutti gli altri cittadini del Lazio, debba pagare un’addizionale regionale Irpef che è la più alta d’Italia (1,7 per cento), oltretutto in un periodo di profonda crisi, dove in molti non riescono nemmeno ad arrivare alla fine del mese, per consentire a voi di pasteggiare a ostriche, piuttosto che andare in vacanza ai Carabi, il tutto a spese di noi poveri contribuenti?”.

Provocazione? Neanche per idea. Perché la domanda nasce spontanea dopo quanto sta venendo fuori nel gruppo Pdl della Regione, dove c’è un ex capogruppo (Franco Fiorito) accusato di peculato per aver distratto fondi destinati al gruppo parlamentare e il suo successore Francesco Battistoni che (a prescindere dalla veridicità o meno delle fatture di cui in questi giorni ha parlato tutta la stampa nazionale) avrebbe effettuato spese più o meno allegre, anche se tutte giustificabili con l’attività di propaganda politica. Ora, mettiamo due punti fermi: sulle spese di Fiorito dovrà essere la magistratura a pronunciarsi; quelle di Battistoni invece, sono tutte lecite perché previste dall’apposita legge che eroga fondi a tutti i gruppi regionali per promuovere la loro attività politica.

Ma c’è un terzo punto, sul quale è doveroso soffermarsi, Lo scorso 20 agosto, dopo che il partito Radicale aveva reso pubblico via Internet il proprio bilancio regionale, Il Corriere della sera così scriveva: ”Nel 2011 il consiglio regionale del Lazio ha versato al gruppo radicale, composto da due persone, 422.128 euro. Dividendo a metà questa somma si può dedurre che ogni singolo consigliere abbia avuto lo scorso anno a disposizione 211.064 euro. Oltre, naturalmente, a stipendio, diaria, annessi e connessi. Un paragone con i contributi ai gruppi parlamentari della Camera rende bene l’idea delle dimensioni, giacché – sempre nel 2011 – i contributi ai parlamentari sono stati pari a 36 milioni 250 mila euro. Cifra che divisa per i 630 onorevoli dà 57.539 euro. Morale: i gruppi politici del consiglio regionale del Lazio incassano contributi quasi quadrupli rispetto a quelli di Montecitorio. Proiettando i 211.064 euro procapite sulla platea dei 71 consiglieri, si ha la strabiliante somma di 15 milioni. Esattamente 14 milioni 985.544 euro. L’anno, e per una sola delle 20 Regioni italiane. Questo, almeno, dicono i numeri”.

Dopodichè, grazie allo scandalo Fiorito, oggi scopriamo che quei soldi venivano utilizzati, quando non se ne è fatto un uso illegale, per tutto e per il contrario di tutto: dai manifesti, alle cene, ai rimborsi benzina, ai telefonini, e chi più ne ha più ne metta. Tutto a spese del contribuente che, ignaro, continua a pagare l’addizionale Irpef più alta d’Italia. Alla faccia della crisi.

In tutto questo bailamme c’è un altro dato piuttosto interessante: di fronte a uno scandalo di tali proporzioni, che ha conquistato le prime pagine di tutti i giornali d’Italia, dai banchi dell’opposizione s’è rilevato soltanto un assordante silenzio. Come mai? La risposta è semplicissima e va ricercata nel Vangelo, quando Gesù dice: ”Chi è senza peccato scagli la prima pietra”.

E allora, sono tutti uguali? Dateci un punto d’appoggio (per dire di no) e si solleverà il mondo. Ma finora alla Pisana il silenzio è stato considerato d’oro. Da tutti. Ora Renata Polverini minaccia sfracelli se non ci sarà una sonora spending review. Non si fermi. Vada avanti. Inserendo magari anche una semplice regoletta per il futuro: che i consiglieri regionali del Lazio le ostriche se le paghino con i propri soldi.

E poi dice che uno si butta con Beppe Grillo.

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