LAGO DI VICO – “Attendere Che Tranquilla Torni L’acqua Per Lavarsi Il Viso”

da comitatoacquapotabile


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Questo l’intervento del responsabile della Cultura AICS Viterbo sul  Lago di Vico
Il lago di Vico, assediato da sostanze tossiche, appartiene al sistema dei Monti Cimini. I Monti Cimini appartengono ad una grande area chiamata Etruria, che secondo l’UNESCO meriterebbe, tutta, una attenzione speciale: quindi questa area appartiene all’umanità.

Chi ha minimizzato i “problemi” delle acque del lago ha, dunque, commesso un crimine contro l’umanità.
Il sillogismo è perfetto. Il delitto è atroce. La misura è colma.

Sto, dunque, con questo sillogismo perfetto proponendo di riformare il codice penale, in modo da classificare l’inquinamento doloso di pregiati patrimoni naturalistici e paesaggistici, come crimine contro l’umanità?
Sì, lo sto proponendo, e, mentre lo propongo, mi costerno e mi vergogno. Sono, infatti, perfettamente consapevole di quali delitti immensi e atroci nella loro incomparabile specificità, siano quelli inclusi nella delicatissima fattispecie giuridica dei “crimini contro l’umanità” e so anche quale lungo, tortuoso,terribile itinerario storico e giuridico sia stato percorso per giungere alla definizione  di tale reato.

Oggi, in tanti chiediamo giustizia per questa icona dell’antica, ineguagliabile bellezza italiana, quella civiltà nata proprio in questa culla (Etruria) prescrive che al crimine si opponga la giustizia non la vendetta, impone che le pene siano giuste. Lo so, tutto questo lo so. Eppure sento che è nostro preciso dovere, di noi uomini e donne che in questo preciso istante calcano questa terra priva di una risorsa sana e sacra come l’acqua pura per potersi dissetare.
Mi perdoneranno i lettori questi toni accorati; mi perdoneranno, se possono, forse anche certi spropositi, ma il fatto è che io in questo momento sono qui. Mentre scrivo sono qui. Sono nella condizione di non poter bere l’acqua che esce dai miei rubinetti. Ancora per quanto?  Sono qui e ho nelle narici il cattivo odore dell’acqua , ho negli occhi il colore dell’acqua giallastro, ho nella mente le fatiche ed il tempo perduto per andare nei supermercati a reperire, al miglior costo, acqua per i miei usi quotidiani.

Un mio carissimo amico religioso così ha scritto in una bellissima poesia:
Attendere che tranquilla torni/ l’acqua del lago per lavarsi il viso, stanco da anni e amorevole/ attendere la musica degli angeli/ adoranti la cupola/ nell’orizzonte tenue/ attendere/con ansia la rosa/ e lasciare che la primavera/ esploda…  (Padre E.Laudazi)

Sono stato qui tutto agosto sulle rive del “ciminus”, e quel puzzo di fango e di polvere l’ho avuto nelle narici per settimane.
E, più ancora sono qui da tutta una vita, una vita baciata dalla fortuna di aver avuto in questa terra il paradiso della mia infanzia.
E non ci sono più parole per dire il dolore, non perché il dolore sia muto, ma, perché, le abbiamo già spese tutte.
E non c’è nemmeno più bisogno di analizzare le cause, indagare le dinamiche alla ricerca dei colpevoli. Ora è tempo di agire. Dobbiamo riscuoterci da questo incubo di atavismo feroce e sottosviluppo. Si dice che l’unico delitto imperdonabile sia quello contro la speranza. Vero. Mi permetto di aggiungere alla lista degli imperdonabili anche il delitto contro la bellezza.

Siamo italiani anche noi “ Etruschi e Falisci” siamo d’Italia e d’Europa, sì, d’Europa proprio come la Germania. Una certa idea di bellezza antica, scolpita nel nostro paesaggio, e coltivata dalle generazioni, è quasi tutto ciò che abbiamo.
Proprio per questo motivo, sta a noi, noi creatori di quell’idea di bellezza che coincide con un’idea di civiltà, noi spregiatori e traditori di quella bellezza, sta a noi, dicevo, creare ora una forma giuridica e civica che combatta il crimine contro questi valori della storia e della natura. Alziamoci in piedi, con determinazione, e agiamo, inventiamoci qualche beneficio. Lo dobbiamo a noi stessi e ai nostri figli. L’umanità, cui l’Etruria e i Monti Cimini appartengono, è la comunità composta da tutti gli uomini di ogni epoca! Dai morti, dai vivi e perfino dai non ancora nati. Quest’ultimo gruppo, invisibile, non dimentichiamolo, è quello più numeroso, è quello che giudicherà per davvero la nostra storia. Giudicherà che gente siamo stati, cresciuti e riprodotti in tempo di pace, ma, rassegnati a crescere i propri figli in scenari da incubo.

I nostri genitori avevano ancora nel naso l’odore che mandava il grasso bruciato sulla canna della mitragliatrice arroventata. Adesso, ipso facto, tutti, ma proprio tutti, lavoriamo affinché nel naso dei nostri figli ci sia solamente il profumo della felicità.

Carlo Lotti
Responsabile AICS CULTURA

31 agosto 2012

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