Aiuti pubblici solo a castagneti Bio

Sui Monti Cimini divampano crisi e polemiche.

Tutto nasce dal fatto che alcuni produttori non si vogliono attenere ai protocolli scientifici per la lotta biologica al Cinipide del Castagno e, irrorando veleni, pregiudicano il futuro dell’intero comprensorio allontanando all’infinito il tempo già abbastanza lungo previsto dai protocolli medesimi per il superamento della grave situazione che il Cinipide ha creato insieme all’uso sconsiderato che i produttori hanno fatto, e fanno ancora, dei mezzi meccanici.

L’azione di questi produttori  vanifica, tra l’altro, gli investimenti in Torymus Sinensis, l’antagonista naturale al Cinipide, effettuati da Enti Pubblici, in maniera molto limitata, e, in maniera massiccia e con enormi spese, da parte dei produttori più responsabili uniti nella Cooperativa CoopCast e nella Associazione Vallecimina.

Non tutti i sindaci e non tutti gli Enti e Autorità competenti hanno ostacolato con la dovuta energia l’irrorazione dei veleni e difeso gli investimenti dei produttori  seri che, tra l’altro, hanno investito denaro suonante per supplire alle loro carenze.

Anzi, preoccupati forse da interessi elettorali, hanno mostrato un certo spirito comprensivo verso i poveri irresponsabili che piangono per i possibili mancati raccolti.

Sono quei produttori che appartengono alla categoria degli agrari che cartine catastali alla mano sanno profittare di tutte le leggi che erogano contributi e con diverse acrobazie riescono sempre a portare a casa castagne e contributi.

È forse anche per questo che in Toscana e in Campania, le due regioni all’avanguardia in materia, si stanno studiando provvedimenti in base ai quali saranno erogati risarcimenti e integrazioni di redito solo ai produttori che non irrorano veleni, che utilizzano il Torymus Sinensis per il superamento della crisi, che garantiscono ai consumatori castagne veramente biologiche.

Perché la Comunità Europea, fra l’altro, sta preparando normative molto rigide in base alle quali le castagne con residui chimici nella polpa saranno immediatamente eliminate dal mercato e bruciate in appositi forni.

Chi irrora veleni è constatato che raccoglie solo qualche castagna in più, e non sempre, ma distrugge il Torymus immesso dai più responsabili, allontana di molti anni, e anche decenni, la soluzione della crisi e squalifica il prodotto.

La linea giusta è l’abolizione della caccia e la ripopolazione dell’avifauna, la lotta biologica basata sul Torymus Sinensis, la ricostruzione del tessuto dei Nematodi mediante la ricostruzione del sottobosco distrutto dal Trinciaerba e dal taglio dell’erba in periodi estivi che permettono alla temperatura al suolo di raggiungere fino e oltre i venti gradi di calore che distrugge gli antagonisti naturali di tanti insetti infestanti, aiuti pubblici ai soli terreni a conduzione biologica.

Questa linea scientifica deve essere sposata ormai decisamente da tutti i sindaci e dai poteri pubblici, in particolare dalla Regione Lazio, così come si sta studiando di fare nelle regioni castani cole più importanti.

Angelo Bini


 

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