Biomasse a Palanzano Una storia incredibile

da Parmarepubblica.it

 La denuncia di ReteambienteParma su tempi autorizzazioni e risultati  ambientali ed economici in quella zona di Appennino
 

 

Il comune di Palanzano in data 16 gennaio 2012 ha autorizzato con una DIA la costruzione di una centrale a biomassa da 1 Mw a Nacca di Vaestano. Brucerebbe all’80% cippato di legna vergine e al 20% residui di digestato di letame che dovrebbe provenire da un biodigestore da 1 Mw, richiesto ma non ancora autorizzato. Quest’ultimo dovrebbe trattare circa 100.000 t. annue di deiezioni animali. Il tutto per fare cogenerazione, produrre energia elettrica e ricavarne gli incentivi pubblici.

Lo scandalo non è solo il carattere puramente speculativo della cosa, ma anche la tempistica molto sospetta. La richiesta, infatti, era stata presentata da privati un anno e mezzo fa e subito era sorto un comitato di cittadini per contrastare le due centrali che aveva raccolto migliaia di firme, opponendosi sia al sito proposto, gravemente pregiudicato a livello idrogeologico, ma soprattutto a che venissero bruciati 50.000 quintali di legna dei boschi attorno, col taglio di 50 ettari all’anno.

Il comune aveva 180 giorni per eprimersi ma, vista la rabbia della gente, ha tirato in lungo per far calmare le acque dando il suo 

benestare due mesi fa, dopo 586 giorni.La furbata non è servita : la gente è tornata in piazza più incazzata ancora.

Ma la cosa incredibile è un’altra. Il comune di Palanzano nel frattempo si è dotato di una centrale a biomassa da 700 Kw per produrre teleriscaldamento e riscaldare casa protetta per gli anziani, municipio, palestra e scuola con due caldaie 

separate da 350 Kw ciascuna. 

Per alcuni mesi ha provato a bruciare cippato fresco come nella centrale di Monchio, ma di fronte allo scarso rendimento, alle forti emissioni e alla gran quantità di ceneri residue, era passato a bruciare pellet, prodotto in loco e molto meno invasivo 

dal punto di vista dell’inquinamento e più efficace come rendimento.

Dopo un’esperienza così fortemente negativa nella combustione di cippato fresco, come può il sindaco autorizzare un impianto a biomassa che per fare cogenerazione e produrre elettricità dovrebbe bruciare una quantità esorbitante di cippato ed inquinare un’intera vallata?

Che produrrebbe più di 2.000 quintali di ceneri ( il 5% della biomassa bruciata) ?Ricordiamoci che il rendimento della cogenerazione elettrica da cippato è così basso ( 17/18% ) che occorre bruciare circa 5 volte più legna di quanta ne serve per produrre solo calore.

Come può autorizzare che ogni anno vengano tagliati 40 ettari di bosco, rimaneggiando il patrimonio boschivo della vallata e di quelle adiacenti, già gravate dai tagli della speculazione sulla legna da ardere ?

Nei fatti usa due criteri opposti : a Palanzano tutte le possibili precauzioni, a Vaestano la più totale disponibilità alla pura speculazione e la più totale indifferenza per la salute di chi ci abita.

Stranamente, il comitato si è limitato a sollevare solo il grave rischio idrogeologico rivolgendosi a Provincia e Regione, senza accennare minimamente alla grande quantità dei tagli e alla nocività di emissioni e ceneri che ne deriverebbe, come aveva fatto invece a suo tempo.

Essendo a guida Pd, probabilmente è a conoscenza dei progetti di centrali a cippato che tali amministrazioni hanno in cantiere sul nostro territorio e si adegua.

Reteambienteparma
Giuliano Serioli

(17 marzo 2012)

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