Ilva/ Bonelli (Verdi):”La nuova Aia un’operazione mediatica. Passera arcaico. La sinistra? Anti-green”

Lunedì, 27 agosto 2012 – 07:59:00

angelo bonelli

di Lorenzo Lamperti

Con questo governo non avremmo mai fatto nemmeno la terza rivoluzione industriale“. Angelo Bonelli, leader dei Verdi, critica duramente governo e sinistra sulla vicenda Ilva in un’intervista adAffaritaliani.it: “Passera & company sono archeologia industriale. In Germania fanno la riconversione tecnologica, noi pensiamo alla trivellazione. La sinistra? Ha abbandonato le tematiche ambientali. Chi difende l’ambiente viene considerato un problema”

Cominciano i lavori sulla nuova Aia ma le associazioni green restano fuori: “E’ una grave violazione delle normative europee che prevedono la partecipazione diretta dei cittadini”. E annuncia: “Faremo ricorso alla Corte di Giustizia dell’Aja e alla Commissione Europea”. Sul ministro Clini: “Continua il lavoro della PrestigiacomoL’Aia del 2011 va annullata, non revisionata. Si sta facendo soloun’operazione mediatica che non dà nessuna garanzia. VendolaVerba volant“. E conferma l’anticipazione di Affari: “Per risanare l’impianto servono almeno tre miliardi“. 

Peacelink ha completamente ragione perché il ministro Clini sta facendo un’operazione che non si regge nemmeno su un filo di rasoio. La direttiva europea Aarhus in materia di autorizzazione integrata ambientale prevede la partecipazione pubblica e dei cittadini. Si tratta di una gravissima violanzione di una direttiva europea. Si sono fatti fior fior di incontri con l’azienda e invece quelle associazioni che hanno rappresentato la battaglia per la salute e per la verità sono state tenute scientificamente fuori dal tavolo.Segretario Bonelli, si sono aperti i lavori per la nuova Aia ma gli ambientalisti di Peacelink non sono stati fatti entrare e hanno minacciato di andare in Procura e presentare un esposto. I Verdi che ne pensano?

Ma chi è che vuole tenere fuori gli ambientalisti da questa partita?

Fa comodo a tutti. Spiace che questo sia successo con il ministro Clini e con la Regione Puglia guidata da Vendola, che della partecipazione fa un cavallo di battaglia. Ma insomma, come si dice verba volant. E volantparecchio.

All’inizio dei lavori è stato detto che non si creerà dal nulla una nuova Aia ma verrà revisionata quella del 2011. Che cosa ne pensate di questo approccio al problema?

Questa Aia non va revisionata ma annullata. Prima di tutto per un fatto di trasparenza: chi ha rilasciato quell’Aia sono quelli che sono stati intercettati e che oggi vengono chiamati a revisionarla. Non danno alcuna garanzia di imparzialità. In secondo luogo, la precedente Aia dava delle prescrizioni che non erano assolutamente accettabili come il raddoppio della produzione di acciaio e la mancata messa in sicurezza della falda idrica. Cosa che tra l’altro sarebbe un obbligo di legge.

Insomma, tutto sbagliato?

Così, questa rischia di essere un’operazione mediatica che prende in giro i cittadini. Clini dice che recepiranno le 236 osservazioni della Procura: saremmo curiosi di sapere con che tempistica quesi punti verranno applicati. Già lui dice che alcuni saranno applicati entro il 2016. E noi intanto che cosa facciamo in questi quattro anni? Continuiamo con l’inquinamento e i morti? Vendola dice che ci sono ambientalisti che usano i morti come clave. Noi non utilizziamo i morti. Purtroppo però i morti esistono. Una spiegazione piuttosto dovrebbe darla chi non ha fatto il registro tumori o un piano sanitario dove l’oncologia pediatrica o la chirurgia oncologica a Taranto non esistono.

Il ministro Clini dice che l’Ilva produrrà cone le migliori tecnologie disponibili.

Quando Clini dice che loro recepiranno le migliori tecnologie disponibili, è bene che gli italiani sappiano che per la legge italiana le migliori tecnologie sono quelle che l’azienda si può permettere. Invece noi chiediamo l’applicazione dell’articolo 8 del decreto legislativo 52 del 2006 secondo il quale vanno applicate le migliori tecnologie disponibili in assoluto a prescindere dalle disponiblità economiche dell’azienda. Si è giocato molto sulle parole e questa non è una cosa di poco conto. Quindi gli italiani sappiano che quando Clini parla di migliori tecnologie disponibili parla delle tecnologie che l’Ilva si può, o vuole, permettere.

Allora tra Clini e Prestigiacomo è cambiato poco?

Beh, sì. E che cambia, Clini prima era il direttore generale.

Marescotti di Peacelink ha dichiarato ad Affaritaliani.it che secondo una prima stima, se l’Aia fosse rigorosa, l’Ilva dovrebbe spendere tre miliardi di euro per il risanamento. E’ una cifra credibile?

Noi abbiamo calcolato, tra interventi pubblici e interventi privati, una cifra intorno ai 4 miliardi e mezzo di euro. Bonifica, messa in sicurezza della falda, danni patrimoniali, danni ambientali: direi che al netto per l’Ilva la cifra di tre miliardi è quella giusta.

Clini ha posto come limite per la nuova Aia il 30 settembre. Non è che facendo le cose così in fretta c’è il rischio che tra qualche mese la magistratura costringa a fare un’ulteriore Aia?

Il tentativo di fare così in fretta e furia è finalizzato a consentire ugualmente la produzione. Noi facciamo presente che l’Aia dell’agosto 2011 è sbagliata. Già un anno fa io dissi che si trattava di “uno schiaffo alla città di Taranto”, ricevendo in cambio una pioggia di insulti, in particolare dai vertici della Regione. Sono stato tacciato di essere un “cinico avvoltoio”. Il rischio è che il 30 settembre s
i possa dire, con una mossa gattopardesca, che sia tutto a posto.

Alcuni sindacati sostengono che il futuro dell’Ilva è ancora legato alla famiglia Riva. Un errore?

Francamente sono senza parole. I Riva sono stati condannati due volte per inquinamento usurfruendo poi dell’indulto. Ora hanno subìto un provvedimento di custodia cautelare… non so come si possano fare affermazioni di questo genere.

Nel caso gli ambientalisti non vengano accolti al tavolo che lavora sull’Aia i Verdi che cosa faranno?

Innanzitutto, noi ricorriamo alla Corte di Giustizia Europea dell’Aja e alla Commissione Europea perché questa è una palese violazione del diritto di partecipazione previsto dalle normative europee. In questi giorni sarò a Taranto e giovedì farò una conferenza stampa proprio su questo punto.

Come mai in Italia le istanze ambientaliste non riescono ad avere il giusto peso?

In Italia manca un’etica della responsabilità che coinvolga istituzioni e cittadini. Penso che l’etica della responsabilità sia direttamente proporzionale alla riconversione ecologica della nostra economia e a una modificazione dei nostri stili di vita. Un qualcosa che va dalla vita quotidiana al modo di legiferare. La vicenda Ilva insegna che questi temi evidentemente non toccano abbastanza la classe politica: tutti sapevano del disastro ambientale in atto ma nessuno ha fatto niente. Non è stata fatta un’indagine epidemiologica né il monitoraggio, che avrebbe dovuto fare la Regione Puglia. e poi c’è un atteggiamento culturalmente datato e arcaico che vede i processi di riconversione ecologica come un qualcosa che non regge mentre in Germania questo è un punto di forza. Invece ora abbiamo questo governo che pensa che il futuro sia riprendere le trivellazioni. E’ un problema di incapacità di sapersi modernizzare. La terza rivoluzione industriale con questo governo non l’avremmo mai fatta. Passera & company in questo senso sono archeologia industriale.

Deluso dalla sinistra?

Sicuramente. La sinistra italiana ha abbandonato i temi dell’ambiente. Ci trattano come se noi ambientalisti fossimo un problema. Per carità, abbiamo avuto delle responsabilità nel corso degli anni ma sulla vicenda di Taranto non si può non riconoscere che sono anni che i Verdi provano a fare qualcosa.

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