SAMIA YUSSUF OMAR AVEVA SOLO 21 ANNI , SPERAVA DI ARRIVARE IN ITALIA E NON ERA UN GIOCO

SAMIA YUSSUF OMAR AVEVA SOLO 21 ANNI , SPERAVA DI ARRIVARE IN ITALIA E NON ERA UN GIOCO QUELLO A CUI HA PARTECIPATO PER MARE…
Samia Yusuf Omar (Somalia, 25 marzo 1991 – Mar Mediterraneo, 18 agosto 2012) è stata un’atleta somala, specializzata nella velocità.Nel maggio del 2008 ha gareggiato nei 100 m piani ai Campionati africani di atletica leggera 2008, concludendo in ultima posizione la sua batteria.Ha partecipato poi alle Olimpiadi di Pechino 2008, nella gara dei 200 m, ottenendo il record personale di 32″16, ultimo tempo di tutte le batterie, venendo però comunque incoraggiata e applaudita dal pubblico presente allo stadio.Il 18 agosto 2012 è morta in mare a soli 21 anni, su un barcone di migranti con cui era partita dalla Libia sperando di arrivare in Italia.http://it.wikipedia.org/wiki/Samia_Yusuf_Omar

Alle Olimpiadi di Pechino nel 2008 era arrivata ultima nella gara dei 200 metri: nessuno se n’era accorto, né le telecamere avevano indugiato su quella ragazza esile che arrivava al traguardo molti secondi dopo le altre. Ma per lei era già un successo. A Londra 2012 però non ci è mai arrivata: il suo sogno è naufragato nel Mediterraneo, dove è morta a bordo di una carretta del mare partita dalla Libia mentre tentava di raggiungere l’Italia.
A raccontare la triste storia di Saamiya Yusuf Omar è la scrittrice italo-somala Igiaba Scego sul blog Pubblico, che a sua volta cita Abdi Bile, una gloria dell’atletica somala, medaglia d’oro – l’unica nella storia del martoriato Paese africano – nei 1500 metri ai mondiali di Roma del 1987.
“Sapete che fine ha fatto Saamiya Yusuf Omar?”, chiede Abdi Bile a una “platea riunita per ascoltare i membri del comitato olimpico nazionale”. Nessuno risponde. L’ex atleta si commuove e prosegue: “La ragazza… Saamiya è morta… morta per raggiungere l’Occidente. Aveva preso una caretta del mare che dalla Libia l’avrebbe dovuta portare in Italia. Non ce l’ha fatta. Era un’atleta bravissima. Una splendida ragazza”. Non è chiaro quando la ragazza sia morta.
Sono pochissime, anche in rete, le tracce di Saamiya, tra cui il video su youtube della sua performance cinese, e un servizio di al Jazeera che nel maggio 2011 raccontava il suo viaggio in Etiopia e la sua battaglia per trovare un allenatore in grado di condurla a Londra. “Siamo felici per Mo, è il nostro orgoglio”, ha poi aggiunto Abdi Bile riferendosi a Mo Farah, il giovane atleta nato in Somalia ma diventato britannico che ai Giochi di Londra ha dominato nei 5000 e nei 10.000. “Ma – ha concluso – non dimentichiamo Saamiya”.
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/altrisport/2012/07/27/Londra-Giochi-via-campane-festa-tutto-regno-unito_7246260.html

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