ATTO CAMERA
INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/07634
Dati di presentazione dell’atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 679 del 08/08/2012
Ex numero atto
Precedente numero assegnato: 4/13162
Firmatari
Primo firmatario: BERNARDINI RITA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 08/08/2012
Elenco dei co-firmatari dell’atto Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma BELTRANDI MARCO PARTITO DEMOCRATICO 08/08/2012 FARINA COSCIONI MARIA ANTONIETTA PARTITO DEMOCRATICO 08/08/2012 MECACCI MATTEO PARTITO DEMOCRATICO 08/08/2012 TURCO MAURIZIO PARTITO DEMOCRATICO 08/08/2012 ZAMPARUTTI ELISABETTA PARTITO DEMOCRATICO 08/08/2012
Commissione assegnataria
Commissione: II COMMISSIONE (GIUSTIZIA)
Destinatari
Ministero destinatario:
- MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
- MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 08/08/2012
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:
MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 08/08/2012
Interrogazione a risposta in Commissione 5-07634
presentata da
mercoledì 8 agosto 2012, seduta n.679
– Per sapere – premesso che:
secondo quanto riportato da un lancio dell’agenzia di stampa ANSA del 7 settembre 2011, nella città di Viterbo vi sarebbe un altissimo contenuto di arsenico nell’acqua, addirittura oltre i 50 mg/litro. Una situazione che ha costretto il comune ad installare distributori pubblici di acqua depurata dove ogni giorno si affollano gruppi di cittadini;
secondo il Garante dei diritti dei detenuti «i detenuti del Mammagialla non hanno questa opportunità e sono costretti o a bere l’acqua che esce dai rubinetti o a pagare di tasca propria bottiglie di acqua minerale per bere e cucinare al costo di circa tre euro al litro. Un sacrificio troppo grande per detenuti che, troppo spesso, non hanno i soldi neanche per i francobolli. La drammatica situazione che si vive a Viterbo è sotto gli occhi di tutti. Una situazione insostenibile che dovrebbe essere affrontata al massimo livello politico. (…) Credo sia necessario che si tenga un vertice con Prefettura, regione Lazio, Provincia e comune di Viterbo, i parlamentari locali, l’Amministrazione penitenziaria e le associazioni di volontariato»;
dopo Viterbo, il problema delle forniture idriche inquinate da metalli pesanti sarebbe stato registrato anche nei penitenziari di Cosenza e di Porto Azzurro;
a un anno dal provvedimento dell’Unione europea – che ha negato all’Italia la deroga ai limiti massimi di particolati nocivi consentiti nelle potabili di 128 comuni – poco o nulla è stato fatto, con l’aggravante che se in alcuni comuni ci si organizza come si può (forniture idriche tramite autobotti, depurazione «fai da te», cisterne alimentate esternamente), in carcere diventa tutto molto più complicato;
l’Organizzazione mondiale della sanità e l’Unione europea hanno dato indicazioni di ridurre al più presto la soglia massima di arsenico nelle acque erogate per il consumo umano atteso che l’arsenico è classificato dall’Agenzia internazionale di ricerca sul cancro come elemento cancerogeno certo di classe 1 e posto in diretta correlazione con molte patologie -:
quali misure in generale intenda adottare il Governo per la potabilizzazione delle reti idriche;
in particolare, cosa intendano fare i Ministri, negli ambiti di loro rispettiva competenza, al fine di sostenere le strutture penitenziarie coinvolte in questa fase emergenziale ed eliminare i problemi dovuti all’acqua avvelenata che esce dai loro rubinetti. (5-07634)