LAGO DI VICO: MORITURI TE SALUTANT

DOMENICA 12 AGOSTO 2012
da macchiasolare 

Hanno ammazzato un lago. L’hanno ammazzato per un gruzzolo enorme di soldi tintinnanti e fruscianti, di quelli che poco te ne importa se si chiamano “Lire” o “Euro”, basta che riempiano le tasche. I sindaci, i cittadini, i giornali, gli intellettuali, il mondo accademico per anni impegnati in un continuo tira e molla di scambi di accuse, inchieste, analisi e controanalisi volte ad affermare tutto 

ed esattamente anche il contrario di tutto. Adesso, con le denunce di due sindaci, è emerso che il disastro ambientale c’è sempre stato. Portato avanti e addirittura incrementato in modo subdolo. I giornalisti dimenticano di dire però che ci sarà ancora per molti anni (se non per molti secoli) a venire. E’ difficile ridare vita a ciò che è morto. Da quanto ricordo ci sono riusciti solo in due, Gesù Cristo e il dottor Frankestain, e visto che noi come uomini non abbiamo le capacità del primo è probabile che creeremo una specie di mostro di rattoppi e bonifiche ambientali, un po’ come ha fatto secondo.
Ma adesso si cercano le responsabilità. Si torna per l’ennesima volta ad incrociare i dati, i rilevamenti, le scartoffie. Il ministero della Salute (di cui le analisi attestavano una situazione per nulla preoccupante), i dati dell’Arpa, i noccioleti, il centro chimico (vecchio deposito di armi chimiche in prossimità del lago che non è mai stato smilitarizzato né bonificato) che nel ’96, a causa della rottura di un fusto, investì un ciclista da una nube di fosgene, mentre si trovava a passare nelle vicinanze. Ultimamente anche alcuni politici si erano interessati al lago di Vico e al suo carico di morte. Per alcuni di loro (che voglio credere veramente preoccupati del problema) sia spezzata una lancia. Altri invece, fiutando come cani da tartufi, hanno intuito un proprio tornaconto politico e si sono accodati alla scia di proteste sull’inquinamento, sperando in quel minimo di visibilità in più che possa renderli più seducenti per gli elettori alle prossime elezioni. Forse più che cani, sciacalli?
Di fronte a tutto questo, un tarlo però continua a rodermi dentro: chi sarà presente nel momento in cui saranno dichiarati i primi casi accertati di malattie dovute allo stato delle acque? Chi si farà avanti per chiedere “scusa” per non essere intervenuti prima? Per non aver preso coscienza del problema? Saranno dati indennizzi per l’assistenza dei malati? Verrà modificata la coltivazione dei noccioleti interessati nell’area vicana o anche degli altri noccioleti presenti nel Lazio? Oppure si tenterà di salvare capra e cavoli, scaricando tutto sul centro chimico?
Non vorrei, ma continuo a immaginare il momento in cui ci sarà un malato stremato e con il viso provato dalla malattia che dal letto guarderà il soffitto dell’ospedale e
si chiederà, perché?
Ma a chi importerà?
Tanto, è solo la la legge del mercato!

Fabrizio Cesaretti

 

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