Ilva le prese di posizione dopo la decisione del giudice

Ilva, Catricalà: “Governo ricorrerà alla Consulta”
Vendola: “Problema italiano”
Ferrante: “Ricorso ovunque”

Governatore: “No a tifoserie contro”

da quotidiano.net 

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Anm: “La magistratura doveva intervenire”. Sciopero operai, ma senza Fiom: “Non si usano lavoratori per attaccare la magistratura”. Severino: “Unire esigenze ambientali e occupazionali”. Uil: “Nessuno investirà più un euro in Italia”. Vendola: “Ilva problema italiano, non solo di Taranto”. Domani ministro Clini riferisce in commissioni Camera

 

Lo stabilimento siderurgico Ilva di Taranto (Ansa)

Lo stabilimento siderurgico Ilva di Taranto (Ansa)

Taranto, 13 agosto 2012 –  Giornata di incontri fin da stamane sulla questione dello stabilimento siderurgico Ilva di Taranto.  La tensione è cresciuta ulteriormente dopo che ieri ll gip Patrizia Todisco, che sabato ha sospeso la produzione dell’impianto, ha escluso il presidente dell’Ilva Bruno Ferrante tra i custodi giudiziali nell’ambito dell’inchiesta della Procura sul presunto inquinamento ambientale. I sindacati, dopo essersi incontrati in prima mattinata, hanno proclamato uno sciopero di due ore, con assemblea dalle 10 alle 12, per oggi, domani e giovedì. Già questa mattina, circa 600 lavoratori hanno occupato per un paio d’ore la statale 7 Appia che costeggia proprio il centro direzionale del siderurgico e che porta al centro di Taranto. Terminato il blocco, il traffico è ripreso regolarmente.

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FIOM NON ADERISCE – All’iniziativa, indetta da Fim e Uilm,non aderisce la Fiom. Quest’ultima se n’è “dissociata, ritenendolo inutile e irresponsabile, in quanto si utilizza tale strumento come attacco alle decisioni della magistratura’’. E’ detto in una nota nella quale Fiom sottolinea che ‘’i lavoratori non possono essere utilizzati per attaccare la magistratura, ma è l’Ilva che deve dare le risposte concrete ai problemi causati dall’inquinamento’’. Per questo – informa Fiom – l’organizzazione dei metalmeccanici della Cgil ha chiesto all’azienda per domani due ore di assemblea retribuita per informare i lavoratori sullo stato della situazione.

SINDACATI-FERRANTE – I sindacati hanno poi incontrato il presidente dell’Ilva. A loro Ferrante ha assicurato che è pronto a presentare ricorsi “in tutte le istanze” contro i provvedimenti del gip che lo estromettono dalla custodia giudiziaria disposta dal Riesame. Lo dice Mimmo Panarelli segretario territoriale dei metalmeccanici della Fim Cisl. Il numero uno dell’acciaieria ha offerto anche la sua disponibilità a mettere in atto tutti gli interventi necessari (e richiesti) per il risanamento ambientale dei sei impianti.

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L’INCONTRO FERRANTE-VENDOLA – Ferrante ha poi raggiunto a Bari la sede della Regione Puglia per incontrare il governatore Nichi Vendola. Queste le sue parole a summit terminato: “E’ stato un tavolo a mio avviso utilissimo, perché abbiamo affrontato con il presidente Vendola, con il Sindaco e la Provincia di Taranto tanti aspetti di questa questione Ilva che é molto complessa, molto articolata, resa per molti aspetti anche piu’ difficile con l’ultimo provvedimento del gip”. Ferrante ha poi aggiunto “noi abbiamo detto e riaffermiamo che con fermezza difendiamo le ragioni dell’Ilva in ogni sede legale, quindi difendiamo Ilva nel processo. Quindi, impugneremo in ogni sede che l’ordinamento ci consente di adire per difende
re quello che riteniamo sia la vera ragione, la verita’ dei fatti”.

“Noi siamo sicuri, da parte nostra, che non c’è a Taranto un’emergenza sanitaria tale da poter giustificare certi provvedimenti – ha detto ancora Ferrante – però detto questo, sono convintissimo e Ilva è convinta che anche nelle situazioni difficili come l’attuale, in cui appare una strada molto stretta e impervia, secondo me le ragioni del dialogo e del confronto si devono trovare, devono assolutamente prevalere. Non si può rassegnare ad una soluzione ineluttabile; quindi bisogna continuare a confrontarsi e a ragionare naturalmente rispettando le decisioni della magistratura, perche’ le decisioni del giudice vanno sempre rispettate”.

“Io ho grandissimo rispetto nei confronti della magistratura, dell’autorità giudiziaria di Taranto, che ha avuto anche il merito, attraverso l’iniziativa della Procura, di richiamare l’attenzione del Paese sui problemi di Ilva e del territorio tarantino – ha insistito Ferrante – quindi, noi rispettiamo quella decisione e la impugniamo in tutte le sedi perché è nostro diritto farlo, riteniamo di avere ragione, ma nello stesso tempo desideriamo dialogare, parlare, trovare le soluzioni migliori per il risanamento e la messa in sicurezza dell’impianto”. “Crediamo – ha concluso – che solo questo sia il metodo vincente per dare maggiore serenita’ ai cittadini di Taranto e serenita’ e lavoro alle tante persone che operano nello stabilimento Ilva”.

Anche Vendola ha parlato al termine dell’incontro con il presidente dell’Ilva: “Questo è il momento in cui, più di quanto non abbiamo fatto finora, ciascuno deve esercitare con meticolosa precisione un grande senso di responsabilità”. “Se noi riusciremo a varcare questo passaggio stretto stretto – ha aggiunto – avremo scritto una pagina storica nel nostro Paese”.

“Ho chiesto a Ferrante innanzitutto di continuare a rappresentare l’Ilva dialogante, l’Ilva che vuole cambiare, che vuole ambientalizzarsi – ha sottolineato Vendola – questo è molto importante per noi, che non ci siano oscillazioni, che ci sia una determinazione ferrea da parte del prefetto Ferrante a continuare su quella strada, che è l’unica strada secondo me che può determinare una rivisitazione di quel provvedimento giudiziario che ha scritto la parola sequestro”. “E’ nelle mani dell’Ilva, ma anche nelle mani di tutti noi, nella capacità che ciascuno di noi avrà di operare perché il clima possa essere il più sereno possibile – ha detto ancora Vendola – incendiare Taranto significa soltanto dopo lasciare cenere e macerie, invece, abbiamo bisogno di equilibrio e di responsabilità”.

“PROBLEMA NON SOLO DI TARANTO, MA DI TUTTA L’ITALIA” – “Io non sono un esperto di vicende processuali, non mi aspetto niente se non l’impegno concreto di Ilva di dare risposte che possano rimuovere le cause del provvedimento di sequestro”. “Le mie dichiarazioni – ha aggiunto Vendola – vanno in una direzione precisa; ribadisco l’ossequio nei confronti della magistratura, ribadisco il concetto che quello che sta accadendo a Taranto ha un valore rilevante: ci sarà il tempo per rendere giustizia a tutti i protagonisti di questa vicenda, a tutti coloro che in pochi anni da una strada o da un’altra hanno provato a scoperchiare il sepolcro, a vedere dentro la grande fabbrica che cosa c’era. Quello che è accaduto, anche grazie alla magistratura perché con la sua opera ha inevitabilmente attratto l’attenzione di tutta l’Italia su questo problema, e oggi tutta l’Italia sa che deve svolgere un compito:l’Ilva non è un problema di Taranto è un problema dell’Italia – ha detto ancora Nichi Vendola – il fatto che le normative che riguardano l’impiantistica industriale e quelle che riguardano la qualita’ dell’aria non siano pienamente sincronizzate, il fatto che i limiti emissivi previsti dall’organizzazione mondiale della sanita’ non coincidano con quelli previsti nelle direttive comunitarie, sono fatti che danno ancora di piu’ conto della complessita’ del passaggio”.

“NO ALLE OPPOSTE TIFOSERIE” – “Io penso che noi dobbiamo continuare a fare quello che ci siamo impegnati a fare, che l’Ilva deve mantenere i propri impegni e renderli chiari, possibilmente nero su bianco, nelle prossime ore, nei prossimi giorni e portare il giudice della Procura e ai giudici competenti un cronoprogramma preciso nei tempi di attuazione, negli impegni cosi’ come noi dobbiamo continuare a svolgere quello che abbiamo previsto di fare nel protocollo d’intesa con il Governo”. Secondo Vendola “in questo momento, una situazione complessa e difficile merita il massimo spirito di mediazione; le opposte fazioni, la riduzione di una questione cosi’ complicata a una specie di referendum e la convocazione di tifoserie scatenate le une contro le altre non giova nèalla causa del futuro dell’Ilva, nè del diritto alla salute e all’ambiente per la citta’ di Tarato”. Hanno partecipato all’incontro anche il presidente della Provincia di Taranto Giovanni Florido e il sindaco Ippazio Stefano.

CASO POLITICO – Intanto, la questione Ilva è diventata un vero e proprio caso politico. Ieri è sceso in campo il premier Mario Monti, che sta verificando se esistano margini legali per un intervento del governo mirato ad evitare la chiusura dell’impianto pugliese. Monti ha mobilitato i ministri competenti che si recheranno a Taranto venerdì 17 agosto.

CATRICALA’ – Proprio sul compito dei ministri in missione a Taranto, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Antonio Catricalà, in un’intervista al Gr1 ha spiegato: “Loro dovranno parlare con il Presidente della Regione, con la Provincia, con il Comune. Speriamo che possano parlare anche con il Procuratore della Repubblica. E’ chiaro che dovranno parlare anche con l’Ilva. La missione è molto importante e potrebbe anche servire a evitare il ricorso” alla Consulta. In caso contrario, “chiederemo alla Corte Costituzionale di verificare se non sia stato menomato un nostro potere: il potere di fare politica industriale”. Il sottosegretario ritiene che “alcune volte le sentenze dei giudici non sembrano proporzionate rispetto al fine legittimo che vogliono perseguire”.

CLINI – Nuovo affondo del ministro dell’Ambiente Corrado Clini nei confronti del gip Todisco: “Vorrei che fosse chiaro che noi stiamo esercitando una competenza prevista dalla legge e vorremmo che fossero rispettati i ruoli – dichiara Clini a SkyTg24 -. La magistratura deve sanzionare se non vengono rispettate le regole. Se invece si crea una concorrenza di ruoli, si crea anche una confusione”. Il ministro non sa dire se l’iniziativa del gip sia “e
ccesso di zelo o troppa fretta
. Prendo atto- dice il titolare dell’Ambiente – che nel momento in cui si mette fuori gioco Ferrante e si indica la strada della chiusura degli impianti del ciclo a caldo, il lavoro avviato viene compromesso in maniera “significativa”.

Il ministro se la prende poi con l’urbanistica di Taranto: “Il quartiere Tamburi è cresciuto a ridosso del parco geominerario e questa è un’assurdità, una mostruosità. Non consiglierei a nessuno di prendere casa attaccato al parco geominerario di un centro siderurgico, non bisogna essere un premio Nobel per capirlo”. Nel pomeriggio, Clini rincara su Twitter: “E’ in corso la terapia per salvare Taranto malata d’ambiente. L’eutanasia non può essere una cura”.

Il ministro dell’Ambiente ha parlato anche a Tgcom24: “Non stiamo parlando di un’officina ma di unciclo che per essere spento e messo in sicurezza richiede tra 6 e 8 mesi”. Sulla valutazione dell’Anm commenta: “La valutazione dell’Anm è molto parziale perché gli interventi in corso a Taranto sono in corso da tre anni. A marzo abbiamo riaperto la procedura per altre misure precauzionali, l’amministrazione è attiva e sta lavorando. Io conosco molto bene le problematiche ambientali e sanitarie che giustificano le azioni della magistratura”.  “Voglio osservare – aggiunge Clini – che la situazione degli impianti siderurgici di Taranto descritta è diversa dalla situazione attuale. Quello che voglio rilevare è che non credo corretto dal punto i vista tecnico procedere alla chiusura degli impianti considerando quanto successo nei decenni passati. Stiamo verificando al corrispondenza degli impianti alla normativa vigente ora. Gli eccessi di mortalità fanno riferimento alle esposizioni ambientali dei decenni scorsi e non possono essere riferite alla situazione attuale. Non sono rassicurante, ma il processo di risanamento e’ stato avviato e noi lo stiamo sostenendo e non si puo’ interrompe”. Sul provvedimento del Gip aggiunge: “Non gioco al far west, dico semplicemente che ognuno deve fare in maniera responsabile il suo mestiere. La magistratura fa molto bene a chiedere che le leggi vengano rispettate. Noi stiamo applicando leggi e normative europee in un contesto difficile. Se il nostro obiettivo e’ il risanamento ambientale dobbiamo continuare nella direzione che abbiamo intrapreso”.

DOMANI DISCUSSIONE A MONTECITORIO – Le Commissioni Ambiente e Attività produttive della Camera dei deputati sono state convocate dai rispettivi Presidenti, d`intesa con il presidente della Camera dei deputati, Gianfranco Fini, per la giornata di domani martedì 14 agosto, alle 11 (nell`Aula della commissione Ambiente), per udire comunicazioni del Governo, nella persona del Ministro dell`Ambiente, Corrado Clini, sulla situazione dell`Ilva di Taranto e sulle prospettive di riqualificazione. E’ quanto si legge in una nota della Camera.

ANM – Alle parole di Clini risponde, seppur indirettamente, l’Associazione Nazionale Magistrati. “La magistratura non intende invadere l’ambito di competenza di altre Autorità – scrive Anm -, ma, in presenza di violazioni della legge penale, non può fare a meno di intervenire, con gli strumenti giudiziari ordinari, ove gli organi amministrativi di controllo non siano riusciti ad assicurare negli anni la tutela ambientale, con gravissimo rischio per la salute dei cittadini; situazione, questa, da lungo tempo esistente nell’area tarantina, ben nota e accertata anche sulla base di perizie tecniche”.

SEVERINO – Il ministro Paola Severino, che ha chiesto ufficialmente l’acquisizione degli atti del gip, traccia la strada:  “Auspico che una soluzione alla necessità di contemperare le esigenze ambientali con quelle occupazionali e della salute dei cittadini si possa e si debba trovare”.

BALDUZZI – Secondo il ministro della Salute Renato Balduzzi, intervistato da La Stampa,  non solo l’inquinamento ambientale, ma anche perdere il lavoro può far ammalare:  “Non dimentichiamoci – afferma il ministro – che i problemi occupazionali incidono sulle condizioni di salute. La perdita del lavoro ha conseguenze negative sull’organismo e può costituire causa di malattia seria. Col ministero dell’Ambiente studieremo con attenzione i modelli applicati all’estero in eventi simili, ad esempio negli Stati Uniti e Australia, dove si sono mossi con cautela senza sottovalutare ambedue gli aspetti”.

CGIL – “In questo momento uno scontro tra poteri non serve a nessuno”. Così Elena Lattuada, segretaria confederale della Cgil, commenta l’intenzione del governo di rivolgersi alla Corte Costituzionale. L’importante “è lavorare tutti insieme per affermare con chiarezza che è possibile conciliare la vita di un sito produttivo e il risanamento ambientale dentro e fuori la fabbrica”.

ANGELETTI – Il leader della Uil, Luigi Angeletti, lancia l’allarme:  la chiusura dell’Ilva sarebbe “una vera e propria catastrofe economica” per il Paese, dal momento che “di questo passo l’Italia verrà considerato un Paese dove forse andare in vacanza ma non certo investire un euro”.

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