Inchiesta Lago di Vico, Cuzzoli: ”Abbiamo fatto il possibile”

da viterbooggi.it

L’ex sindaco di Caprarola rigetta le accuse e chiama in causa 
la Regione Lazio e la Riserva Naturale

10/08/2012 – 04:00

 

VITERBO – ”La mia amministrazione ha fatto tutto ciò che era in suo potere per rendere l’acqua potabile. Tanto che abbiamo speso circa 300mila euro per istallare i potabilizza tori allo scopo di eliminare i rischi per la salute causati dalle alghe rosse e per abbattere la quantità di arsenico presente nell’acqua”.

Così l’ex sindaco di Caprarola e consigliere provinciale Pdl Alessandro Cuzzoli, uno dei due ex sindaci, l’altro è Massimo Sangiorgi di Ronciglione, iscritti sul registro degli indagati della procura della Repubblica di Viterbo nell’ambito dell’inchiesta sull’inquinamento del lago di Vico. Disastro colposo, omissione di atti d’ufficio, distribuzione al consumo di acque contaminate i reati ipotizzati nei loro confronti.

”Per quanto riguarda l’inquinamento del lago – aggiunge Cuzzoli – il comune non ha alcun potere. I controlli sono di competenza della Regione Lazio. Oltretutto il bacino si trova all’interno di una riserva naturale, quindi gli organi preposti ai controlli sono vari. Inoltre l’arsenico varia da 3 a 12 microgrammi/litro, una percentuale tra le più basse della provincia”.

Cuzzoli conclude ricordando che dell’inquinamento del lago di Vico si parla da almeno tre decenni. ”Non capisco – conclude – perché la responsabilità dovrebbe ricadere su chi, come me, ha amministrato negli ultimi dieci”.

Secondo il Pm Franco Pacifici, titolare del fascicolo, invece, i due amministratori, il primo in carica fino al 2011 e il secondo fino al maggio scorso, non avrebbero adottato alcun provvedimento né per ridurre il tasso di arsenico né bloccare o limitare la proliferazione dell’alga rossa nel bacino, dal quale i due comuni traggono l’approvvigionamento idrico.

L’indagine della procura era iniziata circa un anno fa, a seguito di una serie di denunce presentate da varie associazioni dei consumatori, dal Tribunale per i diritti del malato e da alcuni privati.

Ad avviso della procura, inoltre, i due sindaci non avrebbero vigilato sulla quantità di concimi usati dagli agricoltori nei vasti noccioleti che circondano il lago, ritenuti la principale causa della proliferazione dell’alga rossa, tossica e quindi pericolosa per la salute.

Anche le ordinanze di non potabilità dell’acqua emesse dai due sindaci, secondo l’accusa sarebbero state tardive e incomplete, in quanto non avrebbero avvisato i residenti dei rischi che sarebbero potuti derivare dal consumo dell’acqua per scopi alimentari.

Il Pm Pacifici ha chiesto l’esecuzione di un incidente probatorio, al fine di raccogliere elementi di prova irripetibili da utilizzare nell’eventuale processo. Se il Gip accoglierà la richiesta, uno staff di periti verrà incaricato di fare il punto sullo stato dell’inquinamento, accertarne le cause e indicare i provvedimenti che avrebbero dovuto essere adottati per prevenirlo.

Fin qui la vicenda giudiziaria, i cui sviluppi sono tutti da verificare.

Secondo il professor Giuseppe Nascetti dell’Università della Tuscia, che ha coordinato il gruppo di lavoro costituito dall’assessorato all’Ambiente della Provincia di Viterbo per elaborare un piano per eliminare l’alga rossa, il vero problema del lago di Vico non sarebbe l’inquinamento. ”Abbiamo riscontrato – ha scritto Nascetti nella sua relazione – un’eccessiva produzione di determinate sostanze che alimentano l’alga rossa, una pianta naturale ma nociva. Ora quindi c’è bisogno di mettere a punto tutti gli strumenti che abbassino il carico organico e per farlo è necessaria la collaborazione degli agricoltori della zona. Se loro seguiranno i nostri consigli tutto sarà più facile”.

”Non chiediamo agli agricoltori di produrre di meno – prosegue Nascetti– ma di seguire il nostro programma mirato per il bene del lago e delle loro terreni. Il sistema del bacino è attualmente molto fragile, ma sono convinto che con questo progetto potremo raggiungere risultati eccezionali che, oltre a risolvere un problema ambientale ed ecologico, saranno utili anche da un punto di vista sociale”.

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