Lago di Vico, Chemical City: le foto delle armi chimiche e una strana “casetta” sulla costa

da il contestoquotidiano

 

Lago di Vico bombe d’aereo italiane C25 all’iprite, proiettili Livens inertizzati

di Daniele Camilli

Chemical City lago di Vico, oltre un milione e duecentomila euro previsti ma la bonifica di quel che resta del sito viterbese per la produzione di armi chimiche ancora non s’è vista. “Niente di niente, non voglio aggiungere altro”, ci conferma Raimondo Chiricozzi del Centro Nazionale Bonifica Armi Chimiche. Nulla e nonostante il convegno svoltosi in Senato lo scorso 21 febbraio. Organizzato da Legambiente e in presenza di istituzioni, militari e parlamentari. Da droite a gauche, come le rive del bacino d’origine vulcanica. Secondo solo al lago di Bolsena. Nonostante l’indagine conoscitiva avviata da Palazzo Madama qualche settimana fa. Una bonifica sarebbe dovuta partire entro la fine del 2011 con una tranche di 150mila euro. Sarà stato l’inverno, sarà stata la nevicata di febbraio, sarà pure il va e vieni del caldo estivo o la stagione “balneare” in fase inoltrata, fatto sta che il bunker fascista è lì, vivo e vegeto. A due passi dalle spiagge che si affacciano sui Monti Cimini. Tra faggi, querce e noccioleti tra Caprarola, Vetralla, Capranica e Ronciglione. Arrampicata su una collina e completamente abbandonata. A se stessa e alle piogge che battono il terreno. E grazie Dio non è mai presa fuoco come capitato qualche giorno fa all’altra sponda del lago – tra San Martino e Poggio Nibbio, in piena Riserva Naturale – quando 70 ettari di bosco sono andati in fumo. Come se bruciasse la casa del vicino e noi ci fossimo scordati il gas acceso, e solo per una botta di culo le fiamme non hanno raggiunto la nostra abitazione facendo saltare per aria l’intero quartiere. Intanto sbucano fuori le foto delle armi sotterrate, rese note per la prima volta dal sito Café Virtuel, e proprio sulla costa si trova una casetta con su scritto “Zona Militare. Limite invalicabile” e con tanto di tubi da e verso il lago, almeno sembra. Mentre alcuni punti, a una cinquantina di metri dalla Chemical, rivelano un “trascinamento” del terreno verso riva.

Voluta da Mussolini all’inizio della Seconda Guerra Mondiale, occupata dai nazisti tra il ’43 e il ’44, la “città della chimica”, come la definì l’intelligence inglese, cadde nel dimenticatoio subito dopo il conflitto. Un semplice presidio per contrastare eventuali invasioni…se Ronciglione avesse voluto invadere Caprarola…hai visto mai! Tuttavia un’interrogazione parlamentare del deputato Famiano Crucianelli ne rivelava la presenza già nel 1985. Segreto di Pulcinella, finché – alla chetichella e nel 1995 – non cominciarono i lavori di bonifica (vedi le foto pubblicate). “Coscienza pulita”, il nome dell’operazione venuta quasi subito alla luce a causa di una nuvoletta di fosgene che sfuggì al controllo investendo un ciclista che nel gennaio del 1996 se ne andava per fatti suoi finendo dritto dritto in ospedale. Si scoprì allora che su una superficie di 36 ettari l’esercito aveva messo da parte 150 tonnellate di iprite mescolata con arsenico, mille tonnellate di admsite, oltre 40 mila proiettili di tutti i calibro e 60 cisterne di fosgene in pessime condizioni. Coscienza rimasta un tantino “sporca” visto che un documento del 2010 del Centro Tecnico Logistico Interforze NBC  evidenzia tuttora “la presenza di masse metalliche e non metalliche” e in un “paio di campioni di terreno…la presenza di livelli di arsenico superiori ai valori di Concentrazione Soglia di Contaminazione”.

Guarda le foto delle armi scoperte all’interno della Chemical City tra il 1995 e il 2000


   

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Scritto da Daniele Camilli il lug 27 2012. Registrato sotto Primo Piano. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

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