Ritrovato abitato dell’età del Bronzo sul Monte Cimino

Del periodo fra il 1200 e il 950 a.C.

26/07/2012 – 13:15

da viterbonews24

SORIANO NEL CIMINO – Riportato alla luce parte di un grande abitato risalente all’età del Bronzo sulla vetta del Monte Cimino.

I ritrovamenti risalgono a un periodo compreso fra il 1200 e il 950 a.C., alcuni secoli prima della formazione della civiltà etrusca. All’interno della foresta di faggi secolari che occupa il Monte Cimino, gli archeologi hanno ritrovato, infatti, i resti di un grande villaggio e di un luogo di culto situato proprio sulla vetta. Le testimonianze archeologiche sono costituite da monumentali fortificazioni in mura di pietrame a cui dovevano correlarsi anche strutture lignee. Il luogo di culto è testimoniato anche dalle tracce lasciate dai roghi rituali che si svolgevano nell’abitato, di cui sono rimasti strati di carboni e ceneri e alcuni oggetti di chiara valenza simbolico-rituale, fra cui un vasetto zoomorfo.

La presentazione ufficiale del progetto, a cui hanno collaborato la Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale e il Dipartimento di Scienze dell’Antichità dell’Università Sapienza di Roma, è avvenuta ieri da parte del sindaco di Soriano nel Cimino Fabio Menicacci, del professore Andrea Cardarelli e delle funzionarie della Soprintendenza archeologica Laura Derme e Flavia Trucco. Gli scavi sono condotti sul campo da archeologi della cooperativa Matrix ‘86 e da studenti e dottorandi dell’Università La Sapienza.

La straordinaria rilevanza dei rinvenimenti è data, oltre che dall’antichità dei resti, dalla loro monumentalità e dalla loro funzione, anche dallo stato di conservazione. Fino ad ora, infatti, non era mai stato scavato nell’Etruria meridionale un villaggio di sommità fortificato dell’età del bronzo e tanto meno si conoscevano evidenze legate alle forme di culto delle antiche popolazioni che occuparono il territorio prima degli Etruschi.

“L’abitato del Monte Cimino, proprio per le sua collocazione eminente e dominante su tutto il territorio (con un estensione pari a 5 ettari) – ha spiegato il professore Andrea Cardarelli – assunse probabilmente una funzione di questo tipo, sottolineata dalla presenza di un luogo di culto, significativamente posto proprio nel punto più elevato e dunque più visibile da ogni parte della regione. Anche la presenza di imponenti opere di recinzione e fortificazione può essere riferita alla particolare importanza che questo centro dovette avere in quel periodo”.

 

“Siamo molto entusiasti del lavoro che si sta svolgendo – ha commentato poi il sindaco di Soriano nel Cimino Fabio Menicacci –. Come Comune, nelle nostre possibilità, abbiamo da sempre sostenuto il progetto di ricerca e valorizzazione delle scoperte. Siamo riusciti, inoltre, ad inserire il Castello di Soriano nel Cimino nelle Dimore d’Italia; indubbiamente la fortezza ha ancora bisogno di interventi, ma con l’analisi del territorio, ci stiamo attrezzando per la riqualificazione”.

“L’attività della Soprintendenza, oltreagli scavi del Monte Cimino – ha concluso Laura Derme – è rivolta a studiare le possibili interferenze che, magari, possono crearsi tra i siti archeologici e gli apparati radicali degli alberi. A settembre si organizzerà un convegno, in collaborazione con l’Università e la Guardia Forestale, finalizzato proprio a studiare i vincoli tra scavi e ambiente circostante al fine di trovare una conferma archeologica ai dati storici”.

 

 

 

 
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