Birmania/ Suu Kyi a Oslo: Nobel mi fece sentire ancora viva

da tmnews.it

Lunedì sarà a Dublino, poi a Londra

 AFP

Oslo, 17 giu. (TMNews) – Ricevere il Nobel nel 1991 significò che la Birmania non “sarebbe stata dimenticata”, accettarlo oggi significa continuare a battersi per la democrazia, adoperandosi per sostenere “il processo di riconciliazione nazionale” in atto nel Paese. E’ quanto ha dichiarato a Oslo Aung San Suu Kyi, insignita 21 anni fa del Premio Nobel per la Pace mentre si trovava agli arresti domiciliari. Tornata in Europa dopo 24 anni, dopo Oslo Suu Kyi è attesa lunedì prossimo a Dublino, in Irlanda, dove parteciperà a un concerto in suo onore con Bono Vox, quindi a Londra, dove si tratterà fino al 25 giugno, tenendo anche un discorso in Parlamento; poi volerà alla volta di Parigi.

Vincere il Nobel “mi fece sentire di nuovo viva, mi riportò all’interno nella più vasta comunità umana”, ha detto la leader dell’opposizione, sottolineando che il Premio ebbe il merito di attirare l’attenzione del mondo sulla situazione del suo Paese, facendo così in modo che “non sarebbe stato dimenticato”. Ventuno anni dopo, nel suo discorso di accettazione, Suu Kyi ha ribadito il suo impegno nel “processo di riconciliazione nazionale”, chiedendo la liberazione di tutti i prigionieri politici del Paese, perchè un solo “prigioniero per reati di opinione è un prigioniero di troppo”.

“Se sostengo un cauto ottimismo – ha quindi ammonito – non è perchè non abbia fiducia nel futuro, ma perchè non voglio incoraggiare una cieca fiducia”. Suu Kyi ha infatti ricordato che, nonostante gli accordi di cessate il fuoco firmati dal governo con diversi gruppi di ribelli, scontri sono ancora in corso nel nord e violenze sono state registrate nella zona occidentale del Paese.

(fonte Afp)

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