I fitofarmaci hanno invaso i Monti Cimini

Più che un polmone verde i Monti Cimini sono in questi giorni una camera a gas nella quale si sta operando lo sterminio di ogni forma di vita compresi gli antagonisti ai quali si erano affidate tante speranze per il superamento delle infestazioni .

Nove anni di impegno di cooperative, associazioni ed enti pubblici per definire una strategia di riequilibrio naturale sono andati in fumo.

I sacrifici, l’investimento di risorse e la dignità dei produttori più responsabili viene calpestata nella più assoluta inerzia di enti pubblici ed istituzioni preposte alla salvaguardia della salute delle foreste, dei boschi e del sottobosco.

Nessuno fa rispettare le distanze di legge o stabilite dalle ordinanze comunali per l’irrorazione di fitofarmaci e veleni vari.

Nessun ente pubblico si adopera per far desistere, con contributi pubblici di risarcimento per le perdite di prodotto, i produttori dall’affidarsi alla chimica per salvare una parte del raccolto attuale e creare le premesse per perdere tutti i raccolti futuri.

Era stato elaborato un disegno di Lotta Biologica basato sugli antagonisti naturali da far ritornare forti con la salvaguardia del sottobosco, un disegno da portare a compimento in cinque anni per ricostruire gli equilibri naturali.

La cultura dell’offensiva chimica è dura a morire, molti produttori, che sono la rovina di tutti, non riescono ad avere fiducia nella natura e nella ricostruzione degli equilibri perduti, non sanno resistere nel violentare suolo, sottobosco e natura con i mezzi meccanici che da strumenti positivi sono stati trasformati in strumenti di distruzione.

Se gli enti e le istituzioni pubbliche, se le cooperative e le associazioni del settore non si preoccuperanno di operare affinché prevalga la logica della natura e dell’antagonismo biologico delle diverse forme di vita i castagneti secolari dei Monti Cimini diventeranno un luogo impraticabile ed infruttifero di reddito a causa dell’inquinamento.

Alcune aziende che trasformano soprattutto marroni e li esportano quindi all’estero hanno fatto osservare che in alcuni paesi europei è scattato l’allarme fitofarmaci perché sono stati trovati residui nell’analisi del prodotto finito e stanno alzando le barriere verso frutti di castagne e marroni inquinati.

Se gli enti pubblici non vorranno o non sapranno arginare questo straripante fenomeno l’anno prossimo sarà inutile immettere nell’ambiente altri esemplari di Torymus Sinensis, sarebbero risorse sprecate.

I produttori che a proprie spese hanno finanziato la lotta biologica mediante Torymus Sinensis stanno piangendo sui denari spesi così inutilmente e così non difesi da chi di dovere.

L’unica soluzione è ora quella di risarcire dei guadagni perduti solamente i produttori che hanno fatto la scelta della coltivazione biologica del proprio castagneto in modo da incentivare l’abbandono della chimica ed il passaggio al biologico.

Se così non sarà potremo dire definitivamente addio ai Monti Cimini.

Angelo Bini (Presidente CoopCast)

Aggiungi ai preferiti : Permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *